Norvegia, prima estrazione commerciale in acque profonde. Il Wwf cita in giudizio il governo
Le motivazioni dietro la causa intentata dall’organizzazione nei confronti di Oslo: “Gestione cieca delle risorse naturali”. A rischio l’equilibrio dell’ecosistema marino.
La Norvegia è tra i primi Paesi al mondo a portare avanti, su scala commerciale, la controversa pratica dell’estrazione mineraria in acque profonde, ma la scelta del governo ha suscitato forti critiche tra Europa e Regno Unito. Ultima la decisione del Wwf-Norvegia di citare in giudizio Oslo per la violazione delle norme ambientali.
Karoline Andaur, Ceo del Wwf-Norvegia, ha dichiarato al Guardian: “Crediamo che il governo stia violando la legge norvegese aprendosi a un’industria nuova e potenzialmente distruttiva senza valutare adeguatamente le conseguenze. Costituirà un pericoloso precedente se permetteremo al governo di ignorare le regole e gestire ciecamente le risorse naturali comuni”.
La proposta, approvata dal parlamento norvegese, interessa le acque norvegesi della regione artica, ma potrebbe essere raggiunto anche un accordo sull'estrazione mineraria in acque internazionali. Il piano prevede l'esplorazione di un’area di 280mila chilometri quadrati (una superficie più grande della Gran Bretagna) per l'estrazione di metalli e minerali dal fondale marino, materiali necessari per la transizione verso l'energia verde, in particolare per le batterie delle auto elettriche. Il mare profondo infatti ospita delle piccole rocce chiamate “noduli” che contengono minerali come litio, scandio e cobalto, fondamentali per le clean technology.
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Tuttavia, secondo il Wwf, la valutazione del ministero norvegese dell'energia (che supporta la decisione del governo) non soddisfa i requisiti minimi della legge sulle attività minerarie nei fondali marini e manca di una base legale. Anche l'agenzia norvegese per l'ambiente, che consiglia il governo, ha dichiarato che la valutazione dell'impatto non fornisce una base scientifica o legale adeguata per autorizzare l'estrazione mineraria in acque profonde.
Il Parlamento europeo ha espresso a febbraio una certa preoccupazione per la decisione, esortando gli Stati membri a sostenere una moratoria, coinvolgendo anche l'Autorità internazionale dei fondali marini. Finora, 25 Paesi membri, tra cui Francia, Germania, Spagna, Palau, Messico e Svezia, hanno richiesto una pausa, una moratoria o un divieto sull'estrazione di minerali dai fondali marini.
Anche Walter Sognnes, co-fondatore della società mineraria norvegese Loke Minerals, ha riconosciuto che è necessario fare di più per comprendere le profondità dell'oceano prima che inizi l'attività mineraria: “Avremo un periodo relativamente lungo di attività di esplorazione e mappatura”, ha commentato alla Bbc, “dobbiamo colmare il divario di conoscenze sull'impatto ambientale”.
Copertina: Jeremy Bishop/pexels