Brasile: Marina Silva rilancia la lotta alla deforestazione
Con un’intervista al quotidiano Folha de Sā0 Paulo la ministra per l’Ambiente si prepara ad accogliere la Cop30 nel Paese sudamericano.
Un Fondo globale per le foreste tropicali (Tfff è la sigla in inglese), finanziato dai fondi sovrani dei Paesi sviluppati per remunerare quelli in via di sviluppo che mettano in atto azioni tese a preservare questa risorsa fondamentale per la lotta alla crisi climatica.
La proposta, avanzata dal Brasile durante la Cop 28, viene ora rilanciata con forza dalla ministra per l’Ambiente Marina Silva sul quotidiano Folha de Sāo Paulo.
“Il Fondo costituisce una tappa della deforestazione zero”, spiega Silva, “perché esiste un Fondo, il Fondo Amazzonia, che già aiuta il processo ma serve un meccanismo che sostenga i Paesi una volta raggiunto l’obiettivo e soprattutto che sia globale, ovvero che riguardi tutte le aree interessate e non solamente l’Amazzonia”.
Insomma, l’invito della ministra brasiliana è a pensare, ma soprattutto ad agire, in grande. Secondo quanto dichiarato nell’intervista la proposta avrebbe già l’approvazione, oltre che dei Paesi aderenti al Trattato di cooperazione amazzonica, anche di Indonesia, Malesia, Repubblica democratica del Congo e Congo Brazzaville.
Tra i Paesi sviluppati sarebbero disponibili a contribuire al Fondo la Norvegia e la Germania, ma il dialogo è aperto anche con altri tra cui il Regno Unito.
La “narco-deforestazione” ostacola la tutela delle foreste
Nel 2023 è stata cancellata un’area equivalente alla Svizzera per fare spazio a terreni agricoli e allevamenti. Cresce la presenza di gruppi armati che gestiscono le foreste secondo i loro interessi criminali.
La proposta prevede che venga garantita per 20 anni la manutenzione delle foreste, un tempo necessario e sufficiente perché i cosiddetti Paesi in via di sviluppo possano trovare alternative alla deforestazione.
Per quanto riguarda la situazione attuale in Brasile – Silva sottolinea che con il governo Lula la deforestazione è diminuita – la ministra lancia però un altro allarme: a distruggere le foreste sono anche gli incendi, dovuti alla crisi climatica che si caratterizza per lunghi periodi di siccità estremi alternati a brevi periodi di piogge molto intense.
E a subirne le conseguenze non è solo la foresta amazzonica ma anche il Pantanal, una vasta area situata nel Mato Grosso, uno dei sei biomi presenti nel Brasile e che possiede una varietà unica di specie floreali e faunistiche: 656 specie di uccelli, 159 di mammiferi, 325 di pesci, 98 di rettili, 53 di anfibi e più di 3.500 specie arboree. Secondo gli scienziati in quest’area gli incendi, nel solo 2020, avrebbero già provocato la morte di 17 milioni di vertebrati.
Il governo ha mappato 1.942 municipalità (35% del totale) considerate “vulnerabili” e il ministero guidato da Marina Silva sta quindi preparando un piano per stanziare finanziamenti destinati alla prevenzione dei disastri ambientali come le inondazioni che qualche mese fa hanno colpito lo Stato del Rio Grande do Sul. L’idea è quella di stabilire un nuovo regime giuridico che permetta una decretazione d’urgenza per le attività di prevenzione così come quello esistente per gli interventi di emergenza.
Riguardo all’Amazzonia il timore è che il cambiamento climatico possa dare luogo a un processo di “savanizzazione”, ovvero di trasformazione della foresta in una vasta area impoverita e arida, cosa che è già stata messa in evidenza da alcune simulazioni realizzate da scienziati britannici.
La proposta di un Fondo globale per le foreste tropicali, secondo quanto dichiarato nell’intervista da Marina Silva, sarà al centro della prossima Cop 30 che si terrà nel 2025 proprio in Brasile nella città di Belém.
Marina Silva è stata eletta per la seconda volta (la prima è stata dal 2003 al 2008) ministra per l’Ambiente. Senatrice dal 1955 al 2011 si è candidata tre volte alla Presidenza della Repubblica (2010, 2014, 2018) senza mai essere eletta. In passato è stata leader sindacale al fianco di Chico Mendes, sindacalista, politico e ambientalista brasiliano ucciso per il suo impegno in favore degli Indios dell’Amazzonia.
Copertina: 123rf