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Unido: vision al 2050 per lo sviluppo industriale globale

Risultati della conferenza di Riad dell’Organizzazione delle Nazioni unite per lo sviluppo industriale: industria motore per lo sviluppo sostenibile ma irrinunciabile la solidarietà internazionale per affrontare le sfide.

mercoledì 10 dicembre 2025
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Lo scorso mese di novembre è stato particolarmente ricco di appuntamenti multilaterali, di potenziale alta rilevanza per lo sviluppo degli impegni per l’Agenda 2030 e per il Patto sul futuro. Oltre alla Cop 30 sul clima, al G20 in Sudafrica, al vertice sociale globale di Doha (passato sotto silenzio dai media), si è tenuto anche dal 23 al 27 novembre, a Riad in Arabia Saudita, il vertice industriale globale, con la 21esima conferenza dell’Unido (Organizzazione delle Nazioni unite per lo sviluppo industriale).

Durante il vertice gli Stati membri hanno raggiunto il consenso su diverse importanti risoluzioni, oltre anche a riconfermare il tedesco Gerd Müller alla carica di direttore generale. Dal comunicato stampa dell’Unido risulta adottata dalla conferenza anche la Dichiarazione di Riad in cui gli Stati membri riconoscono il potere trasformativo dell'industria e delle partnership per lo sviluppo sostenibile, quale motore per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, e dunque quale mezzo per sradicare la povertà, contrastare il cambiamento climatico e costruire un'economia globale inclusiva e resiliente.

“Io sono perché noi siamo”: dichiarazione dei leader del G20 (senza Stati Uniti)

Il vertice del G20 di Johannesburg consolida la volontà dei leader di collaborare per un multilateralismo basato su regole, per la pace, i diritti delle generazioni attuali e future. Perché gli Usa non partecipano.

Il comunicato stampa mette in evidenza il “record” dell’ampia partecipazione di delegazioni nazionali da tutto il mondo e di oltre quaranta ministri. Dalla raccolta degli atti risultano documentate le dichiarazioni dei singoli Paesi, tra cui l’Italia che esplicita il sostegno a tutte le iniziative proposte dalla Conferenza confermando il pieno allineamento alla dichiarazione espressa dall’Unione europea. Come già nelle ultime conferenze internazionali (a partire dalla conferenza di Siviglia sulla finanza per lo sviluppo) si nota ancora l’assenza degli Stati Uniti, a fronte della presenza costante e diplomaticamente attiva di Paesi quali Cina, India, Russia.

Tra le nuove iniziative adottate dalla conferenza troviamo anche un nuovo programma per le  partnership tra Paesi (in relazione a Senegal, Stato di Palestina, Togo, Iraq, Marocco), il lancio di una allenza globale per minerali verdi e responsabili, un quadro d’iniziative per l’empowerment dei giovani. Risulta inoltre adottato un importante rapporto recante la vision al 2050 dell’Unido offrendo una visione sul lungo termine al rapporto annuale 2026 contestualmente presentato.

Le proiezioni al 2050 descrivono scenari futuri definiti dall’Unido come “scoraggianti”, per l’aumento della povertà (valutata in incremento con 3,15 miliardi di persone al di sotto della soglia di povertà stimati al 2050), della fame nel mondo, per il deterioramento delle condizioni ambientali e l’aumento dei cambiamenti climatici con un aumento delle temperature di circa 2,3 °C. Come precisato dall’Unido “la persistenza di queste sfide su questa scala non sarà solo un fallimento morale, ma un rischio profondo per la pace e la sicurezza internazionale, dato che ampie popolazioni senza accesso ai bisogni e alle opportunità di base diventano fonti di instabilità e conflitto. Le forme più acute di deprivazione sociale saranno fortemente concentrate in regioni specifiche, rafforzando ulteriormente le disuguaglianze globali”.

La vision al 2050 è sintetizzata nell’introduzione del direttore  generale Gerd Müller con queste parole: “Immaginiamo un'economia globale equa in cui povertà e fame siano sradicate e in cui le industrie creino posti di lavoro dignitosi, promuovano l'innovazione e la prosperità, proteggendo al contempo le persone e il pianeta. L'industria non deve più crescere a spese dell’ambiente e attraverso lo sfruttamento dei lavoratori. Devono invece adottare pratiche commerciali eque e responsabili e adottare tecnologie più pulite e modelli circolari per dissociare la crescita dalle emissioni e dall'uso delle risorse. Dobbiamo produrre di più con meno. Con la nostra Visione stiamo delineando un percorso per realizzare questa trasformazione e presentiamo l'offerta dell'Unido per sostenere i Paesi e i partner nel renderla realtà. L'impegno dell'Unido è guidato da principi chiari: sostenibilità, equità e innovazione, con una forte titolarità nazionale e un allineamento con l'agenda delle Nazioni Unite. Le partnership con i governi, il settore privato e il sistema delle Nazioni Unite in generale sono essenziali per trasformare questa visione in realtà”.

Pervenendo alla definizione della vision al 2050, il rapporto si struttura in sei dettagliati capitoli. 

Il capitolo 1 fornisce una panoramica dei problemi più urgenti che il mondo si trova ad affrontare, definiti in cinque ambiti che comprendono: 1. povertà, fame e disoccupazione, 2. cambiamenti demografici e crescita delle disuguaglianze, 3. conflitti geopolitici e inefficienze nella governance, 4. esaurimento delle risorse e perdita di biodiversità, 5. cambiamenti climatici.

il Capitolo 2 spiega perché lo sviluppo industriale è fondamentale per risolvere molti di questi problemi, offrendo una chiara definizione di cosa s’intende per industrializzazione sostenibile attraverso i seguenti punti:

  • la sostenibilità ambientale dovrebbe essere la norma;
  • l'equità sociale e l'inclusività devono essere centrali;
  • l'innovazione tecnologica dovrebbe supportare la sostenibilità;
  • l'industrializzazione deve essere in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Il Capitolo 3 illustra nel dettaglio quali tendenze influenzano l'industrializzazione e cosa ciò potrebbe significare per lo sviluppo futuro. Vengono specificamente definiti scenari al 2050, e trattate le sfide e le opportunità derivanti dall’innovazione tecnologica in particolare dell’AI e dei materiali avanzati, dell’evoluzione della domanda d’infrastrutture, delle pressioni sulle catene del commercio internazionale, delle dinamiche sulla produzione alimentare, energetica, industriale.

Il Capitolo 4 presenta la vision per un'economia globale equa, libera da povertà e fame, in cui l’industria, l'innovazione e la creazione di valore aggiunto locale guidano il progresso e una crescita inclusiva, svincolata dalle emissioni e dallo sfruttamento eccessivo delle risorse, garantendo pace e prosperità per tutti. Allo scopo viene definita la mission di Unido nel supportare gli Stati membri nel costruire “industrie per lo sviluppo” e il proprio mandato di accelerare la trasformazione

Il Capitolo 5 delinea le azioni che l'Unido intraprenderà per realizzare la vision negli ambiti delle catene di fornitura globali, nell’innovazione e nella produzione di valore a livello locale, per il clima e l’energia, negli aspetti trasversali quali lo sviluppo delle competenze, la promozione della parità di genere, le misure di finanziamento.

Il capitolo 6 definisce i principi guida dell’azione dell’Unido organizzati in quattro ambiti specifici: 1. Sostenibilità, equità e inclusione, 2. Innovazione e apprendimento, 3. titolarità nazionale e focus sulle soluzioni sviluppate localmente, 4. partnership e accountability.

La vision 2050 è infine un invito all’azione per il settore privato e i governi che devono lavorare fianco a fianco per promuovere una crescita industriale sostenibile. Gli Stati membri a loro volta devono perseguire la solidarietà internazionale quale mezzo indispensabile per salvaguardare i beni comuni globali e garantire che nessun Paese venga lasciato indietro.

Copertina: Ansa