Decidiamo oggi per un domani sostenibile

Insegnare in Italia nel 2035, tra co-piloti digitali e competenze relazionali

Il nuovo studio di EY sui docenti nell’era dell’AI: meno attività ripetitive, più didattica personalizzata, empatia e ascolto per rispondere ai bisogni dei giovani nativi digitali. Impatti diversificati nei vari gradi scolastici.

venerdì 14 novembre 2025
Tempo di lettura: min

Entro il 2035 il 60% delle competenze richieste ai docenti italiani sarà ridefinito dall’impatto dell’intelligenza artificiale, della digitalizzazione e dall’evoluzione delle metodologie didattiche. Lo rileva la ricerca “La professione docente nella scuola di domani”, realizzata da Ey Italy in collaborazione con Sanoma Italia e presentata il 7 novembre al convegno “Le competenze dei docenti nell’era dell’IA: il nuovo paradigma dell’istruzione”. Lo sviluppo della tecnologia, in particolare dell’AI, la trasformazione delle competenze richieste nel mercato del lavoro e la didattica a distanza incoraggiata dalla pandemia stanno trasformando il mondo della scuola. E questi cambiamenti impongono una riflessione sul ruolo dell’insegnante. Ma come ha dichiarato dal palco Gian Vittorio Caprara, professore emerito della Sapienza Università di Roma,  “l’automazione non comporterà una riduzione delle funzioni del docente, ma la necessità di più docenti, e più capaci di padroneggiare la tecnologia al servizio della funzione educativa”.

Applicando un modello di analisi predittiva, lo studio ha analizzato l’evoluzione delle competenze dei docenti nei prossimi anni, individuando tre direttrici. La prima riguarda la crescente integrazione di agenti intelligenti e strumenti digitali nella didattica. Le attività ripetitive, come la correzione di test standardizzati o la compilazione del registro, potranno essere automatizzate, permettendo agli insegnanti di risparmiare tra il 20% e il 30% del monte ore totale e dedicare tempo ed energie alla progettazione della didattica. La tecnologia diventerà quindi un “co-pilota”.

Dottorandi italiani tra i più soddisfatti, ma il benessere resta fragile

Un’indagine condotta da Nature su oltre 3.700 dottorandi rivela che Brasile, Australia e Italia registrano i livelli più alti di soddisfazione. Dietro i dati positivi emergono però squilibri economici, stress e prospettive incerte per il futuro della ricerca.

 

Il secondo aspetto è legato alla centralità delle competenze relazionali, adattive ed emotive: in un mondo sempre più digitale, l’ascolto, l’empatia e le capacità di adattamento saranno fondamentali per creare un ambiente stimolante e inclusivo. Il terzo cambiamento riguarda lo sviluppo di approcci didattici personalizzati: grazie alla disponibilità di dati e degli strumenti digitali, gli insegnanti potranno monitorare i progressi delle studentesse e degli studenti, progettando percorsi formativi su misura. Questo richiederà nuove abilità: interpretare i dati, utilizzare piattaforme di learning interattive e progettare contenuti didattici digitali.

Anche le modalità di insegnamento evolveranno: le lezioni frontali, pilastro della scuola tradizionale, stanno diventando meno efficienti di fronte a ragazze e ragazzi “nativi digitali” abituati a contenuti multimediali e interazioni continue. Il classico libro di testo dovrà integrare video, audio e contenuti interattivi, coinvolgendo le studentesse e gli studenti per permettere loro di “imparare facendo”.

L’impatto dell’intelligenza artificiale sarà diverso in base al grado scolastico e all’area disciplinare. Nella scuola dell’infanzia e primaria, la cura e il supporto emotivo e sociale delle alunne e degli alunni rimarrà centrale, mentre l’intelligenza artificiale potrà essere utilizzata per sviluppare attività educative ludiche. Nella scuola secondaria di primo grado, verranno introdotte nuove competenze per la gestione di piattaforme digitali, strumenti di analisi dati, mediazione culturale e le tecniche di inclusione digitale. Nella scuola secondaria di secondo grado emerge invece una chiara differenza tra aree scientifiche e umanistiche. In ambito scientifico, l’introduzione delle tecnologie avanzate richiede un costante aggiornamento delle competenze; al contrario, nell’ambito umanistico le competenze tradizionali continueranno a essere importanti, mentre le nuove abilità riguarderanno le tecniche didattiche digitali necessarie per coinvolgere maggiormente gli studenti. Interessante notare l’impatto dell’AI sui docenti di sostegno: l’impiego di nuove tecnologie potrà aumentare la personalizzazione della didattica e l’inclusività dei materiali, aiutando le alunne e gli alunni con bisogni educativi speciali e disabilità.

Copertina: Taylor Flowe/unsplash