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Cervelli over 65: la tecnologia diventa una palestra mentale

Negli Stati Uniti, l’uso quotidiano di computer, smartphone e internet tra i più anziani è associato a una riduzione del rischio di declino cognitivo e demenza. Ma per i nativi digitali potrebbe non essere così. Lo studio su Nature.

mercoledì 27 agosto 2025
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La prima generazione di “pionieri digitali” sta sperimentando benefici cognitivi legati all’uso quotidiano della tecnologia. A dichiararlo è un articolo del NY Times che indaga sul legame tra tecnologia e salute mentale. Wanda Woods, 67 anni, ha iniziato con un corso di dattilografia a scuola, suggerito dal padre per garantirle un lavoro. Oggi insegna tecnologia agli over 65 con Senior Planet a Denver, un’iniziativa supportata da Aarp, l’Associazione americana dei pensionati. “Stare al passo con la tecnologia mi mantiene aggiornata”, racconta. La sua storia è la fotografia di un fenomeno più ampio.

Un effetto positivo inatteso

Nonostante decenni di allarmi sui presunti danni del digitale — dalla cosiddetta “demenza digitale” agli effetti negativi sui giovani — studi recenti suggeriscono il contrario (almeno per gli adulti più maturi). Un’analisi di 57 studi su oltre 411mila senior pubblicata su Nature Human Behavior mostra che chi usa quotidianamente la tecnologia ottiene risultati cognitivi migliori e tassi di declino mentale più bassi rispetto a chi evita gli strumenti digitali.

Sfide cognitive come palestra per il cervello

Secondo Michael Scullin e Jared Benge, neuropsicologi dell'Università del Texas ad Austin, gli ostacoli della tecnologia — aggiornamenti, nuove interfacce, problemi da risolvere — rappresentano “sfide complesse” che stimolano la mente. Affrontare e superare questi ostacoli può rafforzare funzioni cognitive come memoria, attenzione e problem solving. Inoltre, gli strumenti digitali facilitano la socialità e compensano parzialmente la perdita di memoria, offrendo promemoria, app per attività quotidiane e connessioni sociali.

Un futuro digitale da progettare

Il beneficio della tecnologia non è automatico: l’eccesso di schermi o l’attività passiva non sostituiscono stili di vita sani come l’esercizio fisico e l’alimentazione equilibrata. Resta inoltre aperta la domanda se le generazioni future, native digitali, sperimenteranno lo stesso effetto positivo. La tecnologia cambia costantemente, dall’era dei desktop agli smartphone fino all’intelligenza artificiale, e ogni nuova innovazione porta con sé sia rischi sia opportunità cognitive.

Dai numeri alle prospettive

Secondo l’articolo, gli over 65 che hanno integrato la tecnologia nella loro vita mostrano risultati promettenti: la demenza cresce in termini assoluti ma cala in percentuale, grazie a fattori come educazione, salute e, probabilmente, engagement digitale. Questo perché se è vero che il cervello degli anziani è malleabile, lo è meno rispetto a quello degli adolescenti. E chi ha iniziato a confrontarsi con la tecnologia nella mezza età ha già acquisito “abilità e competenze fondamentali”, ha affermato il dottor Scullin. Quindi, per partecipare a una società in rapida evoluzione, hanno dovuto imparare molto di più.

Se confermata, questa tendenza indica che l’adozione consapevole della tecnologia può diventare uno strumento chiave per preservare le capacità cognitive e progettare una società in cui l’invecchiamento non significa declino mentale. Da un primo word processor ingombrante all’uso dell’intelligenza artificiale per pianificare vacanze familiari, gli over 65 dimostrano che la tecnologia non è solo un mezzo: può essere una palestra mentale continua. Per il futuro, promuovere competenze digitali tra gli adulti non significa solo inclusione sociale, ma anche un investimento nella resilienza cognitiva della società.


Copertina: 123rf