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In Cina si sperimenta la settimana corta per rilanciare i consumi di servizi

In un momento di rallentamento della crescita economica e disillusione giovanile, il Paese prova un nuovo approccio: meno lavoro e più tempo libero per far crescere la domanda nel turismo, intrattenimento e ristorazione.

venerdì 27 giugno 2025
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Le amministrazioni locali di oltre dieci Province cinesi stanno incoraggiando l’adozione di una settimana lavorativa di 4 giorni e mezzo. Lo scopo? Incentivare le spese nel tempo libero. Non è la prima volta in cui in Cina vengono adottate misure per spingere i consumi: se prima si incoraggiava l’acquisto di beni, come elettrodomestici o automobile, ora si punta sui servizi come il turismo, la ristorazione e l’intrattenimento, che richiedono una risorsa aggiuntiva oltre al denaro: il tempo libero. E qui entra in gioco la settimana lavorativa di quattro giorni e mezzo. “Si spera che un fine settimana di due giorni e mezzo incoraggi più persone a visitare le province vicine o fare viaggi più lunghi in aereo” scrive il settimanale cinese Beijing review.

Questo approccio comporta un cambio radicale nella cultura cinese del lavoro, nota anche con l’espressione 996工作制 (gōngzuò zhì): lavorare dalle 9 di mattina alle 9 di sera per 6 giorni alla settimana. È una pratica illegale per lo stesso diritto cinese, che prevede giornate lavorative di 8 ore per un massimo di 40 ore settimanali, ma ancora molto diffusa nel Paese, soprattutto nel settore tecnologico.

Nella società qualcosa si sta già muovendo. Da qualche anno si è diffuso il movimento spontaneo 躺平 (tǎng píng, letteralmente “stare sdraiati”), una forma di resistenza passiva con cui i giovani cinesi, stanchi e disillusi, cercano di sfilarsi dai ritmi lavorativi frenetici e dalla competizione eccessiva. E nel Paese nascono iniziative per aiutare le persone in burnout, come Heartify, un programma di corsi e laboratori dedicati al benessere personale basato sul modello degli Alcolisti anonimi.

Spiritualità 2.0: in Cina l’AI trasforma la tradizionale arte della divinazione

Gratuito e sempre disponibile, il sistema di DeepSeek per interrogare il futuro fornisce risposte ai giovani disillusi. Nel mondo, tecnologia e spiritualità si integrano, tra sermoni scritti con l’AI, avatar di Gesù e robot buddisti.

 “La settimana lavorativa di 4 giorni e mezzo potrebbe cambiare l’atteggiamento di alcune persone nei confronti del lavoro e aumentare la loro consapevolezza sull’importanza di un equilibrio tra lavoro e vita privata” sottolinea Beijing review. Più tempo libero per riposarsi e dedicarsi ad attività creative e sportive, per stare con la propria famiglia e partecipare ad attività per la comunità locale. E per spendere ovviamente.

Queste misure arrivano in un momento in cui la Cina sta soffrendo per il rallentamento della crescita economica. Dopo l’eccezionale incremento che ha caratterizzato il Paese tra il 20esimo e il 21esimo secolo, il tasso di crescita annuo del Pil cinese ha iniziato a calare, passando dall’oltre 10% all’inizio degli anni Duemila al 5% nel 2024. Questo rallentamento, unito alle rigide restrizioni per contenere la pandemia e alla disoccupazione giovanile (in Cina quasi un giovane tra i 16 e i 24 anni, esclusi gli studenti, non ha un lavoro), hanno portato ha un diffuso senso di scoraggiamento e frustrazione. Si parla molto, soprattutto fra i giovani, di 内卷 (neijuan), ovvero di “involuzione”, un concetto che indica una società che non riesce più a evolversi. E così il “sogno cinese” si allontana.

Lo scopo della settimana lavorativa di 4 giorni e mezzo è “allineare le regioni alle prassi internazionali, aumentare l’attrattività e la competitività della Cina per i talenti globali e a creare condizioni favorevoli per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile” spiega ancora Beijing Rewiew. Per ora il cambiamento è solo su base volontaria: il nuovo modello può essere solo incoraggiato dalle amministrazioni locali e non può essere reso obbligatorio. Finché la legge non verrà cambiata, insomma, la scelta resta in mano ai datori di lavoro.

Copertina: Ling Tang/unsplash