Creativi ma meno empatici: come l’AI cambierà le capacità umane nel 2035
Un gruppo di esperti si interroga su come l’intelligenza artificiale potrebbe trasformare il nostro modo di essere e di pensare. Numerosi i benefici, ma c’è il rischio di perdere connessioni con gli altri e identità.
Come cambieremo con la diffusione dell’intelligenza artificiale? Il Center for imagining the digital future dell’Elon University, prestigioso ateneo privato degli Stati Uniti, lo ha chiesto a oltre 300 esperti di tecnologia: dalle risposte raccolte è emerso che circa il 61% prevede cambiamenti “profondi e significativi”, se non addirittura “fondamentali e rivoluzionari”, nelle capacità e nei comportamenti degli esseri umani entro il 2035. Il 31% sostiene che i cambiamenti saranno “moderati e rilevanti”, mentre per l’8% “appena percettibili” o “senza conseguenze”.
Su 12 competenze umane fondamentali prese in considerazione, nove risentiranno negativamente dell’utilizzo dell’AI: tra queste ci sono l’intelligenza emotiva, la fiducia nelle proprie abilità e nei valori condivisi, l’empatia e il benessere mentale. L’impatto sarà così ampio che alcuni esperti parlano di “atrofia” delle competenze umane, Molti intervistati, ad esempio, hanno dichiarato di essere preoccupati che le interazioni con l’AI possano sostituire o modificare quelle tra esseri umani, rendendo più difficile esprimere le proprie emozioni o comprendere quelle degli altri. Diverse persone basano parte della loro felicità sulle relazioni umani e sulla sensazione di essere utili per gli altri: l’utilizzo sempre maggiore dell’AI potrebbe portarle a isolarsi, facendole sentire più sole e confuse sul proprio ruolo nel mondo. La dipendenza dagli strumenti di intelligenza artificiale, inoltre, potrebbe ridurre la fiducia nelle nostre abilità e nella nostra capacità di giudicare e prendere decisioni consapevoli.
Secondo lo studio ci saranno anche impatti positivi, in particolare sulla curiosità, sulla capacità decisionale e di risoluzione dei problemi, sul pensiero innovativo e sulla creatività. L’intelligenza artificiale stimolerà le persone a essere più curiose e motivate a imparare. Potrà svolgere compiti minori, mentre le persone potranno concentrarsi sullo svolgimento delle attività più importanti: questo permetterebbe di rafforzare la capacità di risolvere i problemi. L’essere umano potrà esplorare nuovi modi di pensare grazie agli strumenti di AI, attingendo a un maggiore numero di fonti di ispirazione e scoprendo modalità inedite per esprimere le proprie idee.
Il report include anche alcune previsioni e scenari possibili per il 2035: c’è chi si immagina una azienda da migliaia di miliardi di dollari completamente automatizzata, senza uffici o dipendenti umani, o un bestseller su cosa significhi essere umano scritto da un’intelligenza artificiale e destinato ad essere letto quasi esclusivamente da altre AI; altri ipotizzano un mondo in cui sarà difficile distinguere tra bot e persone, rendendo necessaria una “prova di umanità”; per altri ancora l’utilizzo dei digital twin, ovvero gemelli virtuali, permetterà alle persone di concentrarsi sugli aspetti spirituali ed emotivi, dando vita a un nuovo “illuminismo”.
Copertina: Growtika/unsplash