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Il mare sale, le megacittà africane affondano

Secondo uno studio l’80% di Saint Louis è a rischio alluvioni entro il 2080. Lagos sprofonda di 87 millimetri all’anno. Crescita demografica ed espansione urbana, sottolinea un articolo di The Economist, aggraveranno la situazione.

lunedì 1 luglio 2024
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Non solo Venezia o la capitale indonesiana Jakarta, anche alcune città dell’Africa occidentale stanno affondando. “Millimetro per millimetro, casa per casa, Saint Louis sta per essere sommersa dal mare” scrive il settimanale inglese The Economist in un articolo in cui racconta ciò che sta accadendo alla “Venezia dell’Africa”. Saint Louis, ex capitale coloniale del Senegal, è minacciata dai cambiamenti climatici e dall’innalzamento del livello del mare: secondo le previsioni di uno studio commissionato dal governo senegalese entro il 2080 l’80% della città sarà a rischio di allagamento. Il Sesto rapporto di valutazione del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) pubblicato nel 2019 ha stimato che entro la fine del secolo il livello del mare potrebbe salire di 28-55 cm in uno scenario a basse emissioni e di 63-110 centimetri nel peggiore dei casi.

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A rendere ancora più vulnerabili molte città dell’Africa occidentale, costruite su coste sabbiose e vicine alle foci dei fiumi o alle lagune, c’è anche il fenomeno della subsidenza, ovvero l’abbassamento della superficie terrestre. Alcune zone di Lagos, la capitale economica della Nigeria, affondano a un ritmo di 87 millimetri all’anno, anche a causa di uno sviluppo urbanistico senza controllo e della scarsa manutenzione del sistema di drenaggio. Molte città pompano l’acqua dalle falde acquifere su cui sono costruite, muovendo la terra sottostante.

Fonte dell'immagine: The Economist

La situazione è destinata a peggiorare per via della rapida crescita demografica ed espansione delle città di questa regione: secondo alcune stime entro la fine del secolo l’area costiera compresa tra Lagos e Abidjan, la capitale commerciale della Costa d’Avorio, potrebbe diventare un’unica gigantesca megalopoli abitata da circa 500 milioni di persone. L’innalzamento del livello del mare e delle alluvioni avrà conseguenze anche per l’economia di questa zona costiera che, secondo le stime della Banca mondiale, oggi genera circa il 42% del Pil dell’Africa occidentale.

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Trovare una soluzione all’avanzata del mare non è semplice. A Saint Louis nel 2007, dopo una disastrosa alluvione, la Francia e la Banca mondiale finanziarono la costruzione di una diga, ma, come sottolinea l’Economist, “i costosi piani di protezione non sono una soluzione di lungo periodo per la maggior parte dei Paesi a basso reddito”. Alcune dighe in Senegal e in Ghana sono infatti crollate. Le barriere coralline e le foreste di mangrovie, oltre alle altre soluzioni basate sulla natura (Nbs), potrebbero essere un’alternativa, ma anche queste specie sono minacciate dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. Per molte persone non resta che spostarsi altrove: più di 3mila residenti di Saint Louis sono già stati trasferiti in altre zone della città, mentre molte case costruite di fronte al mare sono pronte per essere demolite.

Copertina: Tobias Reich/unsplash