Che cos’è il lavoro? Gli statistici introducono nuovi metodi per valutarlo
La globalizzazione, l'intelligenza artificiale e l’automazione stanno modificando il mercato del lavoro. L’Ilo ha introdotto un adeguamento degli standard per rilevarne correttamente le caratteristiche e per consentire di combattere l’economia sommersa.
Il mercato del lavoro sta subendo una profonda trasformazione a causa di diversi fattori interconnessi che influenzano la sua struttura e le sue dinamiche. Tra i principali trend attuali si possono individuare i seguenti:
- L'automazione di compiti ripetitivi e l'utilizzo di tecnologie basate sull'intelligenza artificiale stanno portando alla scomparsa di alcuni lavori tradizionali, ma allo stesso tempo ne stanno creando nuovi in settori come la robotica, l'analisi dei dati e l'informatica.
- La globalizzazione ha aumentato la concorrenza tra le aziende a livello globale, spingendole a delocalizzare la produzione in Paesi con costi del lavoro più bassi. Questo fenomeno ha avuto un impatto significativo su alcuni settori industriali, con conseguenti perdite di posti di lavoro nei Paesi sviluppati.
- L'invecchiamento della popolazione in numerosi Paesi, insieme all'aumento delle competenze richieste per molti lavori, sta creando una carenza di manodopera qualificata in alcuni settori chiave.
- Il lavoro tramite piattaforme online (economia dei gig) e l'aumento del lavoro autonomo stanno diventando sempre più diffusi, cambiando il rapporto tradizionale tra datore e dipendente e presentando nuove sfide in termini di protezione dei lavoratori e accesso alle tutele sociali.
La pandemia da Covid-19 ha accelerato alcune delle tendenze già in corso, come il telelavoro e l'uso di strumenti digitali, ma ha anche evidenziato nuove vulnerabilità nel mercato occupazionale, in particolare per i lavoratori precari e irregolari.
In un periodo di cambiamenti così significativi, è fondamentale valutare attentamente il mercato del lavoro per identificare le principali azioni da intraprendere al fine di raggiungere gli obiettivi del Goal 8 dell'Agenda Onu. Ciò implica un'evoluzione degli standard statistici internazionali per cogliere la complessa realtà del mondo del lavoro.
Già nel 2019 la Global commission on the future of work, istituita dall'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) con la partecipazione di Enrico Giovannini, aveva proposto una nuova definizione e misurazione del lavoro che considerasse le innovazioni presenti sul mercato e i numerosi lavori non retribuiti che, sebbene non generino ricchezza, sono essenziali per il benessere delle persone.
Studio Nature: il lavoro ibrido aumenta la soddisfazione senza ridurre la produttività
Lavorare da remoto due giorni alla settimana farebbe calare anche i tassi di dimissione, con conseguente risparmio economico per le aziende. Lo rivela un esperimento condotto in una multinazionale cinese dai ricercatori di tre università.
La conferenza degli statistici dell’Ilo
Ogni cinque anni, l’Ilo riunisce i più importanti esperti sul tema per la Conferenza internazionale degli statistici del lavoro (Icls). Questo evento rappresenta un'occasione fondamentale per discutere le questioni chiave relative alle statistiche del lavoro, definire standard e raccomandazioni internazionali a garanzia della comparabilità a livello globale, promuovere lo scambio di idee e buone pratiche. Le conclusioni della conferenza hanno un impatto significativo sulle statistiche del lavoro a livello nazionale e internazionale.
La ventunesima Icls si è svolta a Ginevra dal 11 al 20 ottobre 2023, con un focus sul tema "Misurare il lavoro per un futuro migliore: sfide e opportunità nell'era del lavoro digitale". Ha ripreso i concetti sviluppati dalla Global commission e ha adottato una nuova definizione di lavoro, includendo tutte le attività retribuite e non retribuite svolte da persone di qualsiasi età, al fine di produrre beni e fornire servizi per sé stessi o per gli altri. Le attività di cura e domestiche saranno considerate lavoro a tutti gli effetti.
Durante l'evento, sono state formulate raccomandazioni per potenziare la capacità dei Paesi di produrre statistiche di alta qualità, attraverso l'implementazione di misure volte a migliorare la raccolta, l'analisi e la diffusione dei dati.
I partecipanti, tra cui circa 500 esperti provenienti da 140 Paesi, hanno discusso l'utilizzo delle nuove tecnologie, dei big data e dell'intelligenza artificiale per migliorare le statistiche di settore. Tuttavia, sono state anche affrontate le sfide che queste innovazioni comportano in termini di protezione dei dati e privacy.
Le risoluzioni adottate dalla Icls
La Conferenza di Ginevra ha ottenuto un grande successo, con tre importanti risoluzioni che mirano a migliorare gli standard statistici esistenti per una migliore raccolta e analisi dei dati in tre settori cruciali:
- Aggiornamento della misurazione del reddito legato all’occupazione: includendo una vasta gamma di compensi, come salari, stipendi, bonus e altre forme di retribuzione, al fine di fornire una visione più completa del reddito da lavoro.
- Revisione delle statistiche sul reddito e sulla spesa delle famiglie, per offrire un quadro più dettagliato delle finanze domestiche, con l'obiettivo di raccogliere dati dettagliati sulle fonti di reddito e sui modelli di spesa per comprendere meglio il benessere economico delle famiglie e valutare l'impatto delle politiche sociali.
- Miglioramento delle statistiche sul lavoro, l’occupazione e il sottoutilizzo del lavoro per una rappresentazione più precisa delle misure, comprendendo fenomeni come la disoccupazione, la sottoccupazione e il lavoro precario.
Le risoluzioni approvate sono un passo importante verso una comprensione più profonda e accurata degli attuali processi economici e sociali. Migliorare la qualità delle statistiche su reddito, spesa e occupazione è essenziale per introdurre politiche pubbliche più mirate ed efficaci, che possano rispondere meglio alle esigenze della popolazione e affrontare le sfide del mercato del lavoro moderno.
Un traguardo significativo è stato raggiunto adottando nuovi standard per misurare l'economia informale. Questa risoluzione è un inizio indispensabile verso una maggiore consapevolezza del lavoro informale e del suo impatto sui lavoratori di tutto il mondo.
L’economia informale è un fenomeno ampiamente diffuso in tutto il mondo
L'economia informale o sommersa, comprende tutte quelle attività economiche che sfuggono alla regolamentazione ufficiale e può includere sia attività legali non dichiarate, sia attività illegali. Queste attività economiche non sono soggette a normative governative, tasse o contributi previdenziali; le transazioni e i redditi non sono registrati nei conti ufficiali, l’informalità è diffusa in settori come il lavoro domestico, il commercio ambulante, l'artigianato, l'agricoltura e alcune attività del settore dei servizi.
Più del 60% della forza lavoro globale, ovvero oltre due miliardi di persone, vive e lavora nell'economia informale, senza benefici occupazionali o protezione sociale. Questo dato diventa ancora più preoccupante se consideriamo l'aumento delle nuove forme di lavoro non convenzionale, spesso associate alla crescita delle piattaforme digitali, che contribuiscono ad espandere ulteriormente i confini dell'economia informale a livello mondiale.
L'incidenza del lavoro informale nell’Unione europea varia considerevolmente da un Paese all'altro. Secondo i dati Openpolis, nel 2022 la Polonia è stata il Paese con la percentuale più alta di lavoratori nell'economia informale, con un tasso del 9,8%. Seguono Portogallo (4,6%), Grecia (4,5%), Slovacchia (3,9%), al quinto posto l'Italia con un'incidenza del 3,8%. Al contrario, i tassi più bassi di lavoro informale si registrano in Bulgaria (1,3%), Belgio (1,3%) e Slovenia (1%).
L’ Italia si trova al quinto posto Ue per la percentuale di lavoratori impiegati nell’economia informale, rispetto al totale dei lavoratori con un valore del 3,8%. Questo dato è un indicatore di monitoraggio per il target 8.3.1 dell'Agenda Onu. L'occupazione informale è particolarmente diffusa nel settore agricolo e colpisce maggiormente le donne.
Incidenza % dei lavoratori impiegati nell’economia informale rispetto ai lavoratori totali
Queste differenze evidenziano la complessità del fenomeno dell'economia informale e le diverse realtà che caratterizzano i mercati del lavoro europei. La mancanza di dati completi e affidabili ha impedito ai governi di creare politiche mirate per favorirne l'emersione e valutarne l'efficacia.
La risoluzione Icls sull’economia informale
Questa nuova risoluzione è un traguardo importante per due motivi principali:
- Ufficializza il riconoscimento dell'economia informale come una componente significativa del mercato del lavoro in molte parti del mondo, sottolineando l'importanza di dati statistici precisi e comparabili per comprendere appieno l'entità del fenomeno e le sue implicazioni.
- Introduce nuovi standard e metodologie per la raccolta e l'analisi dei dati sull'economia informale, al fine di assicurare coerenza e affidabilità delle statistiche a livello internazionale, agevolando il confronto tra diversi Paesi e regioni.
La risoluzione si propone di fornire un quadro più chiaro e dettagliato delle attività economiche non registrate, includendo:
- Definizioni chiave: una vasta gamma di definizioni dei concetti chiave relativi all'economia informale, consentendo ai Paesi di produrre dati di alta qualità mantenendo flessibilità per riflettere le diverse realtà nei sistemi e nelle leggi nazionali.
- Condizioni di lavoro: introduzione delle condizioni di lavoro e altre caratteristiche del lavoro informale, comprese attività non retribuite come il lavoro volontario, quello domestico e l'agricoltura di sussistenza.
- Inclusione sociale: incremento della comprensione delle condizioni lavorative nel settore informale per sviluppare politiche più efficaci, volte a migliorare la protezione sociale e le condizioni di lavoro per questi lavoratori.
Guardando avanti
Le risoluzioni della 21esima Conferenza internazionale degli statistici del lavoro mostrano l'impegno della comunità globale nel migliorare gli strumenti di misurazione per adattarli ai cambiamenti tecnologici e culturali nel mondo del lavoro. L'attuazione di tali risoluzioni avrà un impatto positivo sulla qualità delle statistiche ufficiali e favorirà una maggiore trasparenza. Questi progressi, che richiederanno tempo per essere pienamente realizzati dagli istituti nazionali di statistica rappresentano un passo avanti verso dati più accurati, completi e tempestivi, che saranno fondamentali per sviluppare politiche e programmi più efficaci per un futuro del lavoro più equo, inclusivo e sostenibile per tutti.
Durante la conferenza, è stato anche stabilito di proseguire l'impegno su altre tematiche importanti, come l'aggiornamento delle classificazioni delle professioni, la gestione della migrazione del lavoro, l'occupazione nelle piattaforme digitali e lo sviluppo delle competenze nel settore della cura.
Copertina: Israel Andrade/unsplash