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Come cambia la spiritualità, tra Vangelo su TikTok e tarocchi

Sempre più persone non si riconoscono in nessuna fede, ma c’è chi la riscopre in forme alternative. Sui social nascono influencer religiosi con consigli per una “routine di preghiera” e “streghe moderne” con pozioni e incantesimi.

martedì 26 agosto 2025
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Nel mondo quasi una persona su quattro (il 24,2%) dichiara di non avere nessuna affiliazione religiosa, in crescita di un punto percentuale rispetto al 2010. Il cristianesimo continua a essere la religione più praticata al mondo, con oltre 2,3 miliardi di credenti nel 2020. Negli ultimi anni, però, è l’Islam a crescere più rapidamente: tra il 2010 il 2020 i musulmani sono aumentati di 347 milioni, più di tutte le altre religioni messe insieme. Sono alcuni dei dati raccolti dal Pew research center nel rapporto How the global religious landscape changed from 2010 to 2020.

A incidere in modo significativo sul panorama religioso mondiale è il fenomeno del religion switching, cioè il passaggio da una fede all’altra o l’abbandono della religione d’infanzia. Secondo il Pew research center, a livello globale per ogni adulto cresciuto senza religione che decide di aderire a una fede, 3,2 persone lasciano la propria comunità religiosa d’origine. Questo cambiamento è particolarmente evidente in Asia orientale, in Europea occidentale e in Nord e Sud America. In Italia, ad esempio, il 20% della popolazione che ha ricevuto un’educazione cristiana ora si definisce atea, agnostica o indifferente. In altri Paesi, come India, Israele, Nigeria e Thailandia, invece il religion switching è molto raro: circa il 95% della popolazione adulta resta legato al credo con cui è cresciuta.

Secolarizzazione in pausa?

Anche se cresce la quota di persone che non si riconosce in nessuna fede, le grandi religioni restano un elemento fondamentale nella costruzione dell’identità collettiva e individuale delle società moderne. Dopo la pandemia da Covid-19, in particolare, il processo di secolarizzazione, che ha caratterizzato gli ultimi decenni e che ha portato a una progressiva perdita di rilevanza della religione nella vita sociale, sembra rallentare. Come osserva l’Economist, i dati sulla religiosità hanno raggiunto un punto di svolta proprio quando i lockdown, l’isolamento sociale e la crisi economica hanno colpito gran parte del mondo. Il senso di solitudine, diffuso soprattutto nei Paesi ad alto e medio reddito, ha portato molte persone a cercare un sostegno nella spiritualità. Secondo i politologi Ronald Inglehart e Pippa Norris, è proprio nei momenti di insicurezza esistenziale che le persone si rivolgono con più forza alla religione. Non a caso i sociologi parlano delle “3B” offerte dalla religione: belief (fede), belonging (senso di appartenenza) e behaviours (comportamenti). “La religione offre credenze che rispondono alle domande della vita. Permette di avere un luogo in cui sentirsi a casa, una comunità in cui riconoscersi. E indica alle persone come comportarsi, o almeno quali principi dovrebbero guidare le loro azioni” scrive il New York Times.

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Secondo l’Oms cento persone muoiono ogni ora nel mondo a causa della solitudine. Ne soffre un individuo su sei, con effetti su salute, società ed economia. Una crisi globale che sta diventando anche un’attività redditizia.

 

Giovani maschi, l’identikit dei nuovi credenti

Il rinnovato interesse per la religione è diffuso soprattutto tra le persone più giovani, cresciute negli anni della pandemia. In Francia, ad esempio, a Pasqua di quest’anno oltre 10mila persone si sono battezzate: due su cinque appartenevano alla generazione Z. Nel Regno Unito si registra una tendenza simile: un sondaggio di YouGov ha rivelato che il 21% dei giovani maschi tra i 18 e i 24 anni che si identifica come cristiano ora frequenta la Chiesa almeno una volta al mese, contro il 4% nel 2018. Tra le ragazze questa percentuale si ferma al 12%.

Le differenze di genere sono infatti significative: le giovani donne tendono ad avere posizioni più liberali, spesso in contrasto con l’orientamento della Chiesa. Per molti ragazzi, invece, la religione assume un valore identitario, utile a riaffermare idee conservatrici e tradizionali. Il Guardian, ad esempio, racconta di come alcune pagine sui social media dedicate alla religione diffondano in realtà contenuti omofobi, antisemiti e conservatori: “c’è pochissima interazione con le scritture bibliche o con la pratica cattolica, a parte l’utilizzo strumentale di alcune idee per giustificare la promozione di argomenti di destra”. Negli Stati Uniti, la Chiesa ortodossa russa attrae giovani uomini in cerca di una viralità forte, in contrapposizione a una società moderna percepita come troppo femminile e ostile. In questi contesti, come riporta la Bbc, riemergono modelli di famiglia patriarcali, rifiuto dei contraccettivi e un’idea rigida dei ruoli di genere. Oltre ad alcune opinioni fantasiose su comportamenti da considerare poco virili, come indossare jeans stretti o accavallare le gambe.

Il ruolo dei social

I social media sono diventati spazi in cui i più giovani condividono la propria fede. Hashtag come #Jesus, #Islam e #Godtok raccolgono miliardi di visualizzazioni. Su TikTok ragazzi e ragazze raccontano il loro percorso spirituale, mostrano la loro “routine di preghiera” e consigliano prodotti in linea con i precetti religiosi, dagli snack halal all’abbigliamento sportivo decorato con i versetti della Bibbia. Sono i cosiddetti FaithTokers, influencer seguiti non per la loro formazione religiosa, ma per il loro carisma, come nota l’Economist. I contenuti prodotti, inoltre, riportano interpretazioni provocatorie delle scritture per creare divisioni, alimentare la discussione e ottenere più visualizzazioni. Online la religione è diventata anche una forma di intrattenimento: dai meme pubblicati durante il conclave che hanno trasformato i cardinali in celebrità alle AI Bible stories, video realizzati con l’AI in cui i personaggi biblici si raccontano come se fossero influencer.

Anche preti, pastori evangelici e imam hanno iniziato a utilizzare i social per rendere la religione più accessibile e coinvolgere i giovani. C’è chi commenta il Vangelo, chi legge il Corano e chi risponde alle domande dei fedeli con video brevi e ironici. Lo stesso Papa Francesco aveva dichiarato l’evangelizzazione digitale una priorità per la Chiesa. E a luglio del 2025 per la prima volta a Roma si è svolto un incontro internazionale di influencer cattolici e missionari digitali.

L’integrazione di pratiche religiose e spirituali con la tecnologia e l’intelligenza artificiale non è un fenomeno marginale. In una chiesa di Lucerna, in Svizzera, per alcuni mesi è stato attivo il progetto “Deus in machina”, un avatar con le sembianze di Gesù in grado di fornire risposte in cento lingue diverse, generate grazie all’AI. A Houston, negli Stati Uniti, il rabbino Josh Fixler sta sperimentando “Rabbi Bot”, un chatbot in grado di scrivere e leggere i sermoni, riproducendo la voce stessa del rabbino. In India si stanno moltiplicando le applicazioni per i fedeli induisti: per 891 rupie (circa 9 euro) l’app Sri Mandir permette alle persone devote di svolgere una puja virtuale, ovvero un rituale di adorazione e celebrazione delle divinità.

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Gratuito e sempre disponibile, il sistema di DeepSeek per interrogare il futuro fornisce risposte ai giovani disillusi. Nel mondo, tecnologia e spiritualità si integrano, tra sermoni scritti con l’AI, avatar di Gesù e robot buddisti.

 

Altre forme di spiritualità

Molte persone si sono allontanate dalle religioni tradizionali e si sono avvicinate a forme di spiritualità meno istituzionali, come lo yoga, in cerca di autorealizzazione, benessere psicofisico e cure alternative. Parallelamente sempre più persone sono interessate ai tarocchi, all’astrologia e ai cristalli. In Germania, ad esempio, oltre il 60% dei giovani sotto i 24 anni è convinto che ci sia un legame tra segno zodiacale e personalità. In Francia più di un terzo dei giovani crede nella chiaroveggenza e nella magia. Nel Regno Unito celebrazioni pagane, tradizionalmente dedicate all’auspicio di un buon raccolto, sono un modo per riavvicinarsi alla natura. Su TikTok i video di incantesimi, pozioni e altri elementi esoterici raccolgono milioni di visualizzazioni, riunendo una ampia comunità di “streghe moderne” (il cosiddetto wicca movement).

La sociologa Marion Maudet ha spiegato a Arte.tv, una rete televisiva franco-tedesca, che una caratteristica di queste nuove forme di spiritualità è l’assenza di un’autorità centrale e di una gerarchia ben definita. “La nozione di un unico approccio ‘corretto’ o di un insieme di rituali o pratiche religiose è scomparsa” osserva Maudet, sottolineando come la disponibilità di risorse gratuite online abbia accelerato questo processo.

Dalle spiegazioni del Vangelo su TikTok alle meditazioni guidate, la ricerca di senso, identità e connessione in un mondo caratterizzato da solitudine e incertezza assume forme e linguaggi diversi, amplificate e modificate dalla tecnologia. Un segno che l’interesse per la spiritualità più che scomparire, continuerà a evolversi.