Sorpresa: Wikipedia funziona sempre meglio ed è anche un esempio virtuoso
La grande riunione di Katowice conferma la piattaforma come movimento comunitario che non ha eguali sul web. Migliora l’attendibilità delle fonti, ma resta il problema di una maggiore diffusione nei Paesi in via di sviluppo. Nuovi modelli per le enciclopedie cartacee.
Il sogno di riunire tutto il sapere in un unico contenitore ha da sempre popolato l’immaginario umano. Dalle aspirazioni dell’editore dell’Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers Denis Diderot di racchiudere “tutta la conoscenza sparsa sulla faccia della Terra” in un enorme volume, passando per le Finzioni dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, che nel suo racconto la Biblioteca di Babele ha immaginato un archivio potenzialmente infinito, il tema della sistematizzazione della conoscenza umana è sempre stato fonte di dibattito attraverso i secoli.
Questo dibattito ha portato a profonde evoluzioni di enciclopedie e dizionari, che con il tempo si sono adattati, e aggiornati, per rimanere al passo con i tempi: dall’inserimento di nuove voci fino alle versioni online dei volumi cartacei. Ma il salto più significativo del nuovo secolo, un salto non solo “multimediale” ma anche concettuale, è stato registrato con la fondazione, nel 2001, di Wikipedia.
Dal 7 al 10 agosto di quest’anno l’enciclopedia online più famosa al mondo ha indetto la sua “Wikimania” (la più grande conferenza annuale dedicata alla piattaforma) a Katowice, in Polonia. Durante gli incontri si è parlato di dipendenza dai social, disinformazione ed evoluzione della piattaforma. Ma Wikipedia, oltre a essere uno dei siti più di successo della storia del web, è anche uno strumento per capire come si sta sviluppando quel processo di sistematizzazione del sapere che chiamiamo enciclopedia, e quali possono essere le sue traiettorie future.
Il segreto di Wikipedia
Cominciamo subito col dire che Wikipedia, “l'enciclopedia libera che chiunque può modificare”, si è attestata nel 2023 come il settimo sito più visitato al mondo, superato, in ordine, da Google, YouTube, Facebook, Instagram, X e Baidu (il motore di ricerca in lingua cinese, comparabile sotto alcuni aspetti a Google), registrando 4,5 miliardi di utenti. Il primo aspetto interessante è che, al contrario di tutti questi altri siti, Wikipedia è l’unico che si basa su contributi volontari, non contiene pubblicità e non è stato costruito su strategie di marketing e di coinvolgimento per invogliare l’utente a restare sulla pagina che sta visitando.
Dopo 23 anni di attività, la piattaforma cofondata da Jimmy Wales conta più di 55 milioni di articoli scritti in 300 lingue (i 6,2 milioni di testi in lingua inglese da soli riempirebbero circa 2.800 volumi stampati). Il progetto deve gran parte del suo successo alla sua struttura: Wikipedia è infatti finanziata esclusivamente da donatori, non ha grossi finanziatori (e quindi non deve dipendere da nessuno) e non ha inserzionisti da soddisfare, e si può così concentrare esclusivamente sugli interessi di lettori e lettrici. A fare di Wikipedia quello che è sono gli utenti volontari, comunità di geek appassionati al progetto: “WikiGnomes”, editor attenti che correggono errori di battitura e link non funzionanti, “WikiDragons”, che conducono ricerche diligenti prima di apportare grandi modifiche, “WikiFarmers”, che si occupano dei nuovi articoli e “WikiHunters” (che eliminano quelli obsoleti). A questi si aggiungono i “WikiTrolls”, che vandalizzano il lavoro di tutti i sopracitati e, come risposta a questi attacchi, ci sono le comunità di “WikiNinjas” che li respingono.
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Proprio per la natura del suo metodo di lavoro, Wikipedia si definisce come un continuo work in progress. Nella sua stessa pagina sull’“attendibilità di Wikipedia” si legge: “Wikipedia è una fonte a cui chiunque può accedere ma, per sua natura, non può assicurare l'attendibilità dei propri testi: è infatti una fonte dinamica”. Per questo motivo, se un fatto è sbagliato, la piattaforma invita gli utenti a persuadere gli altri in modo da correggerlo. La sua cultura interna sostiene che la conoscenza deriva da prove, ragione e dibattito (un tipo di approccio che affonda le sue radici nel razionalismo illuminista) e non da dichiarazioni di parte.
C’è da dire comunque che in un’epoca in cui le notizie viaggiano velocissime e spezzettate – nelle parole di Katherine Maher, già direttrice esecutiva e Ceo della Wikimedia Foundation, ente di beneficenza che fornisce l'infrastruttura del sito, “Se Wikipedia non esistesse già, potrebbe non essere possibile crearla nell'attuale internet frammentata e orientata al commercio” – la piattaforma mantiene stabile la sua reputazione.
Durante la pandemia da Covid-19, l'Organizzazione mondiale della sanità ha lavorato a stretto contatto con Wikipedia per rendere disponibili le informazioni sul Covid, cercando di prevenire una “infodemia” di disinformazione sul virus. Molte aziende si appoggiano a Wikipedia per i loro prodotti di punta. Amazon e Apple si affidano all’enciclopedia online per consentire agli assistenti vocali Alexa e Siri di rispondere a molte delle domande che vengono poste. Google e Meta per approfondire le richieste di fact checking, e gli stessi modelli AI delle due aziende vengono addestrati sulle enormi quantità di testi disponibili su Wikipedia. Il suo valore, a livello economico, è difficilmente quantificabile: secondo uno studio del 2018 riportato dall’Economist, i consumatori americani attribuiscono a Wikipedia un valore di circa 150 dollari all'anno. Se così fosse, il sito varrebbe circa 42 miliardi di dollari all'anno solo in America.
Come ogni grande organizzazione che rispetti, Wikipedia ha i suoi difetti. La sua natura basata sul crowdsourcing (sviluppo collettivo di un progetto) implica che la qualità varia. Gli articoli più popolari sono sottoposti a un attento controllo e risultano più attendibili, mentre altri sono di qualità decisamente inferiore. Molti testi possono risultare troppo tecnici o approssimativi, a seconda di chi li scrive.
Inoltre, la “WikiFauna” che aiuta l’enciclopedia ad aggiornarsi e ingrandirsi non è così omogenea come si potrebbe pensare: gli editor del sito sono per lo più uomini nordamericani o europei, e questo naturalmente influenza la scelta delle voci trattate. Questa comunità, a livello di numeri, ha vissuto fasi altalenanti: il numero di persone che modificano attivamente articoli di Wikipedia in inglese (la lingua di gran lunga più utilizzata) ha raggiunto il picco nel 2007, arrivando a 53mila editor, prima di iniziare un declino che è durato un decennio (tanto che alcuni hanno paventato la fine del sito). Il trend però si è fermato nel 2015, attestandosi a circa 32mila editor attivi in lingua inglese, e da quel momento in poi è rimasto stabile. Tuttavia, i problemi in alcune parti del mondo sono rimasti gli stessi.
WikiLacune
I sottositi di Wikipedia sono organizzati per lingua, non per nazionalità. Tuttavia, è possibile stimare che i Paesi dove le pagine risultano più accurate siano quelli occidentali. Ad esempio, Wikipedia in svedese (lingua parlata da circa dieci milioni di persone) è gestita da circa 600 persone al mese. Al contrario, il birmano, parlato da circa 50 milioni di persone, ha meno di una dozzina di utenti che si occupano del suo sito mensilmente.
Questo vuol dire che Wikipedia taglia fuori la maggior parte delle lingue dell’Asia e dell’Africa. Caso abbastanza insolito riguarda il cebuano, idioma parlato da appena 20 milioni di persone delle Filippine, schizzato in alto nella classifica delle lingue più diffuse sulla piattaforma dopo che un bot ideato dal fisico svedese Sverker Johansson ha permesso di tradurre la maggior parte degli articoli dalla lingua inglese a quella filippina. Bot utilizzati anche in Italia, per vari compiti. Ha spiegato Lorenzo Losa, già presidente di Wikimedia Italia, a Wired: “In generale, la loro funzione è di svolgere lavori di manutenzione e in cui l’intervento umano non ha un valore particolare. Per esempio, sono i bot che si occupano di correggere tutte le volte che sulla parola ‘perché’ viene messo l’accento grave invece che acuto. È una funzione che fa risparmiare parecchio lavoro agli utenti umani e contribuisce a migliorare l’enciclopedia. Altri bot si occupano invece di controllare quando i link esterni diventano irraggiungibili e li sostituiscono con i link conservati dall’Internet Archive”.
Fonte: The Economist
Il trend degli utenti attivi tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo si sta piano piano invertendo, comunque. Dal 2010 al 2018 il numero di editor attivi che lavorano in lingue parlate nella metà più ricca dei Paesi del mondo è diminuito del 5%, mentre la percentuale di utenti nella parte più povera è più che raddoppiata. Secondo alcuni, Wikipedia potrebbe aver svolto la maggior parte del lavoro che riguarda la catalogazione della conoscenza, ma la battaglia per renderla universamente accessibile è ancora aperta ed è tutta da giocare nel prossimo futuro.
Da questo punto di vista è fondamentale l’utilizzo di strumenti aggiornati. “Wikipedia è figlia dell'internet desktop”, ha detto Toby Negrin, responsabile dei prodotti presso la Wikimedia Foundation. “Ma sempre di più, quando si parla di utenti di internet, si parla di smartphone”. Wikipedia sta quindi cercando di aggiornarsi, rendendo più accessibile l’editing nella versione mobile. L’attenzione si è concentrata soprattutto sulla possibilità di fare “micro-modifiche”, dato che digitare interi articoli con il cellulare potrebbe essere difficile. Questa evoluzione da un lato potrebbe attrarre editor più giovani, dall’altro coinvolgere i Paesi più poveri, dove gli smartphone sono spesso l’unico modo per andare online. Un altro tentativo di rinnovamento è stato la creazione di un social “anti fake-news”, Wt Social, che però non ha registrato un grande afflusso di utenti, e nel 2023 è stato riconvertito in Trust Cafè.
E le enciclopedie cartacee?
Un’enciclopedia online, in continuo aggiornamento e facilmente consultabile, ha creato grossi problemi alle concorrenti cartacee. Oltre a numerose critiche. “Alcuni sostengono calorosamente Wikipedia. Questo mi confonde”, ha scritto un ex presidente dell'American library association, aggiungendo: “Un professore che incoraggia l’uso di Wikipedia è l'equivalente intellettuale di un dietologo che raccomanda una dieta costante di Big Mac”. Anche se svariati studi accademici hanno evidenziato l’affidabilità dello strumento, Wikipedia continua ad avere molti detrattori, tra le fila di chi pensa che non detiene la serietà e l’autorevolezza di un’enciclopedia cartacea.
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Serietà e autorevolezza che riconosce anche lo stesso Wales. “In realtà consideriamo tuttora le enciclopedie una cosa sacra, che richiede un duro lavoro da parte di persone molto intelligenti e premurose”, ha detto in un’intervista rilasciata a Wired in occasione dei vent’anni di Wikipedia. “[I nostri utenti] Non sono necessariamente tutti degli accademici professionisti, ovviamente. In tal senso abbiamo sicuramente abbattuto molte barriere. Ma in realtà consideriamo molto prezioso questo lavoro”.
Sul tema si espresse anche Francesco Tatò, manager ai vertici di Olivetti ed Enel e poi della Treccani dal 2003 al 2014. “La crisi delle enciclopedie cartacee”, argomentò Tatò, scomparso nel 2022, in questo contributo, “è incontrovertibile”, ma “se noi guardiamo il mercato del sapere enciclopedico come la somma per l'interesse nelle enciclopedie cartacee e la consultazione del sapere in rete (e non mi riferisco solo a Wikipedia), questo sapere sta attraversando una vera e propria esplosione di interesse”, aggiunge. “Soprattutto tra i giovani, che si trovano forse più a loro agio nel mezzo computer”. Tatò ha poi specificato che chi si informa su un’enciclopedia online, invece che cartacea, si ritroverà sempre a prendersi la responsabilità di valutare la validità delle fonti. Ma questo non è per forza un male. Basta saper cercare. “Dobbiamo essere contenti di questo di questo ampliamento di esigenze di conoscenza e di questa ampliamento delle possibilità di soddisfarle”. E forse, alla fin dei conti, è vero.
Copertina: Unsplash/Katja-Anna Krug