Nathalie Tocci (Iai): l’allargamento dell’Ue è fondamentale per la sua sopravvivenza
L’adesione di nuovi membri, scrive la politologa, è una priorità strategica resa ancora più necessaria dall’aggressione della Russia in Ucraina, ma pesano i veti nazionali. Dai Balcani ai Paesi del Caucaso, le diverse situazioni degli Stati aspiranti.
“Per troppo tempo, l'allargamento dell’Unione europea è stato ostacolato dai capricci degli Stati membri esistenti, che cercavano di promuovere i propri interessi nazionali”, ma ora servono “misure per espellere questo veleno”. In un’analisi pubblicata l’11 settembre sul Guardian, Nathalie Tocci spiega perché l’Ue deve ritrovare slancio e convergenze verso il processo di espansione. La direttrice dello Iai, l’Istituto affari internazionali, ricorda che l’ultimo Paese ad aderire all’Unione europea è stata la Croazia a luglio del 2013, ormai più di dieci anni fa. E sono passati 20 anni da quando a sei Paesi dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Serba e Kosovo) era stata offerta una prospettiva realistica di diventare membri dell’Ue. “L’invasione russa dell’Ucraina ha reso di nuovo l’allargamento dell’Ue come un imperativo”, scrive Tocci.
Nel 2022 sono stati avviati i negoziati di adesione per l’Albania e la Macedonia del Nord, mentre la Bosnia-Erzegovina è diventata un Paese candidato. Senza l’aggressione russa, ragiona la politologa, “forse l’Ue non avrebbe approvato un nuovo piano di crescita per i Balcani occidentali da sei miliardi di euro”. Oltre agli investimenti è prevista anche la graduale integrazione dei Paesi dei Balcani nell’area unica dei pagamenti in euro (single euro payments area) in cui è possibile effettuare e ricevere pagamenti cashless (non in contanti) in euro.
La ricetta di Draghi contro la “lenta agonia” dell’Europa
Tutti i materiali con cui l’ex premier ha aperto il dibattito sulla competitività dell’Unione. La sua visione è incentrata su innovazione, decarbonizzazione e competitività, sicurezza e riduzione delle dipendenze. Ma servono una politica industriale più coordinata e investimenti massicci.
“Il fatto che l’espansione sia una priorità strategica (per l’Unione europea, ndr) rende possibile, ma non certa, l’ammissione di nuovi membri” spiega Tocci. Non tutti i Paesi dei Balcani hanno bisogno dell’Unione europea per garantire la propria sicurezza. L’Albania, il Montenegro e la Macedonia del Nord sono membri della Nato, mentre in Bosnia-Erzegovina e in Kosovo sono già presenti forze Nato. La Serbia non intende aderire alla Nato e la sua relazione con la Russia potrebbe rallentare l’ingresso nell’Unione. Sono gli Stati dell’Est, come la Moldavia e altri Paesi del Caucaso, dove la Nato non è presente, ad essere maggiormente interessati all’adesione all’Unione europea per motivi di sicurezza.
Per Tocci, come detto, un ostacolo è rappresentato dagli interessi incrociati. È il caso di Cipro e della Grecia sull’ingresso della Turchia, della Grecia e della Bulgaria sulla Macedonia del Nord o dell’Ungheria con l’Ucraina. Alcuni Paesi interferiscono nelle fasi intermedie nonostante la regolamentazione europea preveda che gli Stati membri debbano esprimersi solo all’inizio e alla fine dei processi di adesione. Per evitare che questo accada, conclude Tocci, è necessario che i Paesi più favorevoli all’allargamento facciano sentire la propria voce, convincendo anche i governi più restii.
Copertina: Christian Lue/Unsplash