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I costi del cambiamento climatico: redditi medi giù di un quinto entro il 2049

I danni economici superano i costi di mitigazione del riscaldamento globale e il conto sarà salatissimo: 38mila miliardi ogni anno, ma con disuguaglianze enormi tra le regioni. La ricerca di Nature.

giovedì 2 maggio 2024
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Il cambiamento climatico comporterà una diminuzione permanente del reddito medio dei cittadini per la maggior parte delle regioni del mondo. La perdita media sarà del 19%, ma gli impatti saranno diversi: sia il Nord America che l'Europa vedranno una riduzione di circa l'11%, mentre l’Asia meridionale e l’Africa subiranno le maggiori perdite, con una riduzione mediana del reddito fino al 22% ciascuna. In uno scenario intermedio di sviluppo del reddito futuro, ciò corrisponde a danni globali annui pari a 38mila miliardi di dollari nel 2049. È quanto rivela la ricerca “The economic commitment of climate change”, pubblicata su Nature lo scorso 17 aprile da Maximilian Kotz, Anders Levermann e Leonie Wenz. I danni del cambiamento climatico sono già sei volte superiori ai costi di mitigazione necessari per limitare il riscaldamento globale a 2°C nel breve termine e si amplificheranno ulteriormente in base alle scelte di emissione future. I costi di mitigazione saranno infatti pari a 6mila miliardi di dollari (ovvero meno di un sesto dei costi medi dei danni).

Una metodologia più sofisticata

La ricerca risulta tra le più preoccupanti in materia e questo perché le previsioni globali sui danni macroeconomici del cambiamento climatico solitamente considerano solo gli impatti delle temperature medie annuali su scala nazionale e su lunghi periodi di tempo. Questo studio invece analizza dati empirici recenti relativi a oltre 1.600 regioni in tutto il mondo negli ultimi 40 anni per stimare i danni a livello subnazionale causati da temperature e precipitazioni, tenendo conto della variabilità giornaliera e degli eventi estremi. I danni previsti derivano principalmente dalle variazioni delle temperature medie, ma considerando ulteriori componenti climatiche, le stime aumentano del 50% e mostrano una maggiore variazione regionale. I ricercatori prevedono perdite economiche in tutte le regioni tranne che in quelle a latitudini molto elevate, dove una riduzione della variabilità delle temperature potrebbe portare benefici. Le perdite maggiori sono previste nelle regioni con basse emissioni storiche cumulative e con un reddito attuale più basso, soprattutto alle latitudini inferiori.

L’adattamento

La ricerca, integrando le analisi convenzionali dei costi e dei benefici legati alla transizione tra percorsi di emissioni, mira a semplificare la comunicazione e a consolidare la credibilità delle previsioni sui danni economici futuri derivanti dal cambiamento climatico, incoraggiando nel contempo la mitigazione. Il confronto diretto tra l'entità dei danni e i costi di mitigazione chiarisce che i danni sono già significativi e indipendenti dal percorso delle emissioni fino alla metà del secolo, mentre i costi di mitigazione sono notevolmente inferiori. Nonostante l'entità attuale dei danni, l'adattamento offre però opportunità per ridurli. Inoltre, la netta divergenza nei danni dopo la metà del secolo conferma i chiari vantaggi economici della mitigazione, come già evidenziato in studi precedenti.

“È devastante”, ha detto al The Guardian Leonie Wenz, scienziata del Potsdam institute for climate impact research e una degli autori dello studio. “Sono abituata al fatto che il mio lavoro non restituisca outcome positivi a livello sociale, ma sono rimasta sorpresa dall’entità dei danni. La dimensione delle disuguaglianze era davvero scioccante”.