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Ragazze a rischio di violenza economica

Il gap nell’alfabetizzazione finanziaria è già visibile intorno ai 15 anni. Scuola e famiglie sono chiamate a mettere in campo azioni mirate.

mercoledì 12 giugno 2024
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L’Italia non brilla per competenze in ambito finanziario: lo certifica l’Ocse che, in una scala da zero a 20 colloca il nostro Paese circa a metà, al 10,6.

E se questo vale per tutti, indipendentemente dal genere di appartenenza, è assodato che per le donne l’alfabetizzazione finanziaria risulti ancora più scarsa. Il genere femminile sconta infatti non solo una tradizione che, soprattutto in tempi passati, vedeva le femmine in posizione generalmente subordinata rispetto ai maschi, ma ancora oggi risulta penalizzato da un difficile rapporto con il mondo del lavoro in termini di percentuale di occupate e di equità salariale.

Tutto ciò non facilita l’acquisizione di una dimestichezza con il denaro, sia che si tratti di chiedere un aumento di stipendio – i dati della Harward Business Review dicono che per ogni cento uomini che ottengono un incremento salariale le donne che raggiungono lo stesso risultato sono solo 25 – sia che si tratti di decidere come investire i propri risparmi.

Non va meglio per le giovani. Secondo alcune ricerche scientifiche già a 15 anni si rileva una differenza significativa a svantaggio delle ragazze, un divario che non si colma con la crescita e che rende le donne meno indipendenti e più esposte alle frodi e alla violenza economica.

Per contribuire a porre rimedio a questa realtà, l’Università Bicocca di Milano ha dato il via proprio in questi giorni al primo Summer camp su imprenditoria femminile e educazione finanziaria riservato a 60 studentesse tra i 16 e i 18 anni provenienti da 14 province di nove differenti regioni. Un’iniziativa per ora unica in Italia, che fa parte del progetto “Obiettivo Effe. Empowerment femminile per un futuro più equo” lanciato a maggio 2023 dal dipartimento di Scienze economico-aziendali e diritto per l’economia.

Imprenditoria femminile in cerca di nuovi “role models”

Secondo un’indagine dell’università di Milano-Bicocca l’influencer Chiara Ferragni non ispirerebbe più le giovani generazioni.

 

Ideatrice e promotrice del Summer camp è la professoressa di Sociologia dei processi culturali Emanuela Rinaldi, a cui abbiamo chiesto di spiegare le radici di questo gap educativo, che alla luce dei cambiamenti intervenuti negli anni potrebbe apparire anacronistico.

“Le donne tradizionalmente hanno sempre avuto minori competenze in questo campo e quindi è difficile che in ambito famigliare le madri possano trasmetterle, così come le insegnanti in ambito scolastico”, spiega la docente. “Ma c’è un altro fattore anche da tener presente: questo genere di informazioni in modo particolare garantisce potere, chi le possiede è quindi poco propenso a condividerle”.

Da un punto di vista strutturale, poi, i nostri programmi scolastici non prevedono un insegnamento curricolare di educazione finanziaria.

Dal prossimo anno in base al Ddl Capitali dovrebbero essere inserite alcune ore dedicate all’educazione finanziaria, che rientrerebbero nell’ambito delle 33 ore previste per l’Educazione civica.

Una goccia in un mare. Altri Paesi europei, come l’Estonia e la Spagna, stanno dando risposte ben più corpose ed efficaci, con l’introduzione di un monte ore cospicuo per l’educazione finanziaria e digitale: non dimentichiamo infatti che i due aspetti sono sempre più intrecciati tra di loro e che quindi la formazione dovrebbe andare di pari passo per entrambi.

Il Summer camp dell’Università Bicocca non si limita tuttavia alle lezioni teoriche. Queste infatti saranno affiancate da esercitazioni pratiche, con interventi di imprenditrici di successo quali Chiara Petrioli, fondatrice e amministratrice delegata di WSense, premiata al Forum di Davos 2023 come la startup più creativa al mondo, Nicoletta Alessi, fondatrice e presidente di Goodpoint, specializzata nelle strategie di sostenibilità, Monica Casadei, Ceo di Iride Acque, Pmi innovativa che si occupa della gestione degli scarti liquidi industriali e Rossella De Vita, co-fondatrice di Gusto 17, un brand di gelato artigianale gourmet.

Emanuela Rinaldi, che tiene a ringraziare gli sponsor che ne hanno reso possibile la realizzazione – in particolare Credem Banca, Crédit Agricole e Inner Wheel club di Monza – è fermamente intenzionata a replicare il format negli anni a venire.

Ma se l’istituzione scolastica può svolgere un ruolo importante, un appello viene rivolto anche ai genitori.

“Il loro ruolo è fondamentale”, afferma la professoressa Rinaldi, “perché possono incentivare le loro figlie a essere indipendenti fin da giovani e a informarsi sugli aspetti finanziari attraverso fonti il più possibile serie e attendibili”.

Copertina: Obiettivo Effe, Università di Milano Bicocca