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"WeTransForm": come costruire un futuro sostenibile

Una mostra internazionale a Bonn esplora come l’architettura e l'urbanistica green possano trasformare le città europee.

lunedì 9 giugno 2025
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Dopo 17 giorni intensi, venerdì 23 maggio si è concluso a Roma il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025. Questa nona edizione ha segnato un successo particolare in un contesto politico ed economico internazionale piuttosto difficile: con circa 1500 eventi è stato raggiunto il record assoluto di manifestazioni. Tra questi era anche, nella nostra serie dei Dialoghi italo-tedeschi per lo sviluppo sostenibile, l’evento del 19 maggio: Next Stop: Omnibus. L'Europa in viaggio verso una maggiore competitività. Con 1000 partecipanti online provenienti da entrambi i Paesi, l'incontro ha mostrato il forte interesse per lo sviluppo economico e la competitività in linea con l'Agenda 2030 e la cooperazione italo-tedesca. Gli interventi dei relatori hanno evidenziato l'ampio panorama e il potenziale offerti da una cooperazione più approfondita tra i due Paesi. Le sette relazioni e interventi hanno messo in luce i molteplici compiti e le sfide che devono essere affrontati insieme. Questi riguardano l'adozione di norme giuridiche vincolanti e orientative, ove necessario e possibile meno burocratiche, una politica industriale comune, la promozione e l'accompagnamento delle imprese, specie le Pmi, nel percorso di trasformazione sostenibile e l'attenuazione degli effetti sociali del cambiamento. Una cronaca dettagliata e le registrazioni sono disponibili in tedesco e italiano.

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Terminato il Festival, il lavoro continua: mancano solo cinque anni alla scadenza del 2030, un periodo in cui sarà quasi impossibile raggiungere tutti i 17 SDGs dell'Agenda e i relativi traguardi. Ma noi ci riuniamo al Festival e nei dialoghi italo-tedeschi per lo sviluppo sostenibile per tentare l'impossibile. Perché siamo tutti sulla stessa barca o, per restare nell'immagine del nostro evento, sullo stesso bus. Abbiamo il volante in mano e possiamo decidere la direzione e la velocità. È necessario l'impegno e la collaborazione di tutti noi per rendere il nostro mondo e le nostre società socialmente, ecologicamente ed economicamente sostenibili e garantire così anche alle generazioni future la possibilità di vivere in prosperità, salute e pace su questo pianeta. Se vogliamo costruire questo futuro, dobbiamo cominciare ora.

In questo senso è stato concepito anche il programma annuale della Bundeskunsthalle di Bonn, uno dei grandi musei nazionali tedeschi, pianificato da tempo ma inaugurato solo nel 1992, ovvero dopo la riunificazione e la decisione di trasferire la capitale dalla città sul Reno a Berlino. L'attuale direttrice Eva Kraus e il suo team hanno impostato il programma del 2025 dedicato alla sostenibilità, in linea con la propria impostazione e missione: “Trasmettiamo la cultura con le conoscenze del nostro tempo e consideriamo la sostenibilità un compito fondamentale dell'umanità. Con il nostro programma e le nostre azioni dimostriamo come la sostenibilità possa avere successo e come la cultura possa esserne il motore.”

Dopo la mostra Save Land. United for Land, realizzata in collaborazione con il segretariato Convention to Combat Desertification delle Nazioni Unite (Unccd) con sede a Bonn e la loro G20 Global Land Initiative, adesso, nell’ambito del Summer of Change, una iniziativa locale della città di Bonn e oltre 30 partner, il 6 giugno ha aperto la mostra WeTransForm. On the Future of Building. Si tratta di un progetto espositivo internazionale dedicato all'architettura sostenibile e allo sviluppo urbano in Europa. Consapevole che il settore edile è uno dei maggiori responsabili dell'inquinamento ambientale a livello mondiale, con il 40% delle emissioni globali di CO2 e il 60% dei rifiuti mondiali, la mostra presenta approcci e concetti innovativi per un rinnovamento della cultura edilizia che rispetti il clima. Sono esposti circa 80 progetti che affrontano in modo diverso e innovativo le sfide del cambiamento climatico, trattando temi pioneristici quali la resilienza climatica, la biodiversità, la sufficienza, la rivitalizzazione o la gestione del ciclo dei rifiuti: la rimozione dell'asfalto e il risanamento dalle superfici impermeabili facilita l'infiltrazione dell'acqua piovana; l'inverdimento di strade e piazze fornisce ombra e migliora il microclima; le aree alluvionali e i serbatoi sotterranei raccolgono l'acqua piovana per compensare i lunghi periodi di siccità; gli edifici galleggianti si adattano alle variazioni del livello dell'acqua.

La mostra mette coraggiosamente in discussione aspetti fondamentali della nostra esistenza e dei nostri stili di vita odierni: di cosa abbiamo davvero bisogno? E di cosa potremmo fare a meno? Concentrarci sull'essenziale non ci renderebbe forse più felici? In questo senso, è necessario mettere in discussione le nostre pratiche edilizie: come è possibile utilizzare in modo più efficiente le risorse disponibili? Dove possiamo rinunciare alle varianti high-tech e ottenere risultati soddisfacenti con soluzioni low-tech? Quando l'uso di materiali da costruzione regionali come il legno o l'argilla rappresenta la scelta migliore? In sostanza, esistono infinite possibilità per ridurre il nostro consumo quotidiano di risorse senza troppe restrizioni.

Queste domande sono state al centro anche del WeTransForm Festival, la manifestazione di due giorni che ha accompagnato l'inaugurazione della mostra, organizzata in collaborazione con il New European Bauhaus della Commissione europea. Tra gli ospiti figuravano rinomati attivisti e scienziati del clima come Hans Joachim Schellnhuber, fondatore del Bauhaus della Terra, oggi operante presso l'International Institute for Applied Systems Analysis (Iiasa), Ruth Reichstein in qualità di rappresentante della Commissione europea, sindaci di città modello e designer creativi provenienti da rinomati studi europei, tra cui l’italiana Claudia Pasquero (EcoLogicStudio), la cui impressionante installazione Tree.ONE – un albero sintetico coltivato con microalghe che assorbe CO2 dall'atmosfera e la trasforma in biomateriale – può essere ammirata nel foyer della Bundeskunsthalle (vedi foto di copertina).

Dai numerosi contributi e dalle stimolanti discussioni di questi due giorni emerge un appello molto simile a quello citato sopra dal Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025: è possibile e necessario tentare anche ciò che oggi sembra impossibile, ovvero trasformare il nostro mondo in linea con l'Agenda 2030, rendendolo socialmente, ecologicamente e climaticamente sostenibile. E naturalmente non si tratta solo di costruire case, strade, città, ma di plasmare i nostri spazi di vita e, in ultima analisi, le nostre società. Di questa grande sfida e delle opportunità abbiamo già parlato in questa sede in prospettiva italo-tedesca: ricordo l’Appello dei Architects for Future del 2022, una iniziativa e associazione in crescita, con ormai 50 gruppi locali attivi in Germania, Svizzera, Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Pakistan, e il nostro webinar dedicato alle città sostenibili nell’ambito del Festival 2023 con tanti stimolanti contributi. Il titolo della mostra è quindi anche da intendere come un richiamo: Let’s transform!

L’esposizione di Bonn, visitabile fino al 26 gennaio 2026, offre uno sguardo sul futuro del possibile ed è quindi idealmente collegata alla 19 edizione della Biennale Architettura di Venezia di quest'anno, il cui curatore Carlo Ratti vorrei citare in conclusione: l’architettura rappresenta da sempre una risposta alle ostilità del clima. In tempi di trasformazione e adattamento, è al centro e deve e può guidare il processo con ottimismo.

L'immagine di copertina è a cura dell'autrice.