Dal primo al secondo tempo: bilanci e prospettive del governo tedesco
La trasformazione sociale ed ecologica tra desiderio e realtà. Conflitti di interesse e difficoltà di adattamento gravano sul clima sociale e politico.
L'estate è finita e le foglie iniziano a prendere i colori autunnali. Il mese di settembre segna anche, come sempre, l'inizio di un nuovo ciclo lavorativo: l'inizio di un nuovo anno scolastico e anno accademico, di un nuovo anno lavorativo o commerciale, e dà il segnale di partenza per lo sprint di fine anno. D'ora in poi il tempo corre e la giostra politica riprende a girare, sempre più velocemente. Nel nostro ultimo articolo prima della pausa estiva, le prospettive per la seconda metà dell'anno e per l'anno 2024 non erano molto incoraggianti - e purtroppo la situazione non è cambiata molto.
Gli attuali sondaggi per la Germania dimostrano che l'approvazione e la fiducia della popolazione nei confronti della leadership politica e del governo sono ai minimi storici. E questo a metà legislatura (le ultime elezioni del Bundestag si sono svolte il 26 settembre 2021; il nuovo governo è entrato in carica l'8 dicembre 2021). Solo il 14% degli intervistati ritiene che la cosiddetta coalizione “semaforo" stia facendo progressi nella risoluzione dei problemi attuali, mentre il 58% sostiene che il governo federale sta facendo un lavoro insufficiente. Infatti, nel cosiddetto sondaggio domenicale, la coalizione è al suo livello più basso dal 2021 con il 38% (17% Spd, 13% Verdi, 7% Fdp).
La prima grande riunione di gabinetto dopo la pausa estiva nell'idilliaco Castello di Meseberg, la foresteria del governo federale, avrebbe dovuto segnare un buon inizio per la nuova stagione, ma è stata ancora una volta oscurata da dispute interne alla coalizione. Dopo il dissidio, tuttora in corso, sulla legge sull'energia degli edifici o legge sul riscaldamento (che sarà oggetto di votazione questo venerdì, ne daremo notizia), adesso ci sono forti discussioni sulla concezione e sul finanziamento dell'assegno di base per i figli (con il quale saranno accorpate le precedenti prestazioni, come gli assegni familiari, il sussidio e il supplemento per i figli, nell'interesse della semplificazione e di una maggiore uguaglianza di opportunità).
Il Cancelliere Olaf Scholz ha esortato il suo gabinetto e i suoi ministri a essere più uniti e, dopo i due giorni di ritiro, ha riassunto i risultati di Meseberg con un cauto ottimismo: "Abbiamo preso molte decisioni", ma sarebbe necessaria una maggiore velocità, la cosiddetta "velocità tedesca" (“German Speed“), così spesso invocata da Scholz.
Tra i risultati di Meseberg figura un piano in 10 punti per la Germania, i cui elementi centrali sono la legge sulle opportunità di crescita, la riduzione della burocrazia e la digitalizzazione (secondo l'indice del Digital Economy and Society Index la Germania è attualmente solo al 13° posto su 27, c'è quindi un'enorme necessità di recupero). Con investimenti (come l'introduzione di un incentivo agli investimenti per le misure di efficienza energetica) e innovazioni (si veda anche la bozza del Fondo per il clima e la trasformazione presentata all'inizio di agosto), meno burocrazia e procedure di pianificazione e approvazione accelerate (soprattutto nel settore delle rinnovabili, per promuovere l'espansione dell'energia eolica e fotovoltaica), nonché sgravi fiscali (soprattutto per le piccole e medie imprese, motore e spina dorsale dell'economia tedesca), semplificazione ed equità fiscale sono destinati a far progredire ulteriormente il Paese sulla strada di un'economia neutrale dal punto di vista climatico e a rafforzare la competitività della Germania come sede di attività economiche.
In effetti, gli attuali dati economici della Germania sono motivo di preoccupazione: il barometro economico del rinomato Istituto tedesco per la ricerca economica di Berlino, ad esempio, riporta: "La debolezza economica sta attualmente colpendo tutti i settori. Le esportazioni risentono soprattutto dell'indebolimento dell'economia globale, mentre i consumi privati sono frenati dall'inflazione, che in questo Paese si sta solo gradualmente attenuando, e da un atteggiamento attendista da parte delle famiglie". Ma la principale fonte di inquietudine è l'industria tedesca. La domanda debole in patria e all'estero e l'aumento dei tassi d'interesse stanno notevolmente appesantendo le aspettative delle imprese (si veda anche l’Ifo Business Climate Index). Attualmente, il consistente portafoglio di commesse di molte aziende è ancora di aiuto ma, a causa della mancanza di nuovi ordini, la riserva si sta riducendo.
Hildegard Müller, presidente dell'Associazione Tedesca dell'Industria Automobilistica, l'industria chiave della Germania, ha avvertito in un'intervista con Deutschlandfunk, all'apertura del Salone Internazionale dell'Automobile IAA Mobility a Monaco di Baviera questa settimana, che la Germania non sarebbe più attrattiva per le imprese a causa degli alti costi dell'energia, della mancanza di sicurezza delle materie prime, della carenza di accordi commerciali, dell'elevata pressione fiscale e dell'eccesso di burocrazia. Resta da chiedersi quanto sia opportuno continuare a inondare il mondo di automobili mentre la popolazione cresce, e così il numero di potenziali utenti (la trasformazione dei trasporti non può avvenire solo con l'elettromobilità, ma deve essere pensata e organizzata in modo più ampio. Idee e proposte sono arrivate, ad esempio, dal Think Tank Agora Verkehrswende), ma è un fatto che milioni di posti di lavoro in questo Paese e nel mondo dipendono da questa industria.
Una visione troppo pessimista? In definitiva, tutto è una questione di prospettiva. Ma alla luce di questi scenari, soprattutto in un mondo travolto da guerre e crisi multiple, con una crescente insicurezza tra le persone e una progressiva perdita di fiducia nelle nostre democrazie, si pone la domanda di come possano avere successo la lotta al cambiamento climatico e la trasformazione socio-ecologica. Forse la risposta a questo quesito non ci è chiara al momento, dubbi, lo sconforto e la disperazione si stanno diffondendo, molti mettono in discussione il grande obiettivo o addirittura vogliono allontanarsene. Ma non dobbiamo arrenderci ora - siamo a metà strada.
Le critiche, come quelle recentemente espresse dal Consiglio indipendente di esperti sulle questioni climatiche, sono invece estremamente utili perché esaminano i dati e la situazione di fatto e puntualizzano quindi misure e soluzioni concrete. Dopo approfondite analisi, questo comitato ha affermato che il programma di protezione del clima del governo tedesco contiene "notevoli vaghezze e incertezze" e che la base di dati su cui si fonda è insufficiente. Il presidente del Consiglio, Hans-Martin Henning, direttore dell'Istituto Fraunhofer per i Sistemi di Energia Solare (ISE) e professore di Sistemi di Energia Solare presso l'Istituto per i Sistemi Tecnici Sostenibili dell'Università di Friburgo, spiega: "Per una serie di misure, siamo critici riguardo alla probabilità di realizzazione e allo scostamento tra la realtà e le ipotesi formulate dal Governo federale nei documenti. La riduzione totale prevista è quindi probabilmente sovrastimata". Mancherebbe un concetto generale coerente, coeso e consistente che tenga conto anche delle conseguenze economiche, sociali ed ecologiche, nonché un quadro generale di misure. In breve: al governo federale è stato presentato un fitto capitolato di oneri.
La trasformazione socio-ecologica è un compito immane che richiede tutto il nostro coraggio, ma deve fare i conti anche con molta resistenza e alcuni compromessi. Sta a noi decidere se arrivare o perdere la strada. Il Vertice delle Nazioni Unite sugli SDGs del 18-19 settembre a New York, che valuterà criticamente i risultati intermedi e provvisori del processo "Agenda 2030" iniziato nel 2015, dovrebbe essere un'occasione per tutti e motivarci a intensificare i nostri sforzi.