Decidiamo oggi per un domani sostenibile

Demografia: dal 2064 potrebbe cominciare il declino della popolazione mondiale

The Lancet: grandi cambiamenti nel numero delle persone in età lavorativa tra i diversi Paesi. Ma soprattutto il mondo invecchia: nel 2100 per ogni nuovo ottantenne nascerà un solo neonato. Attualmente sono sette.

mercoledì 27 marzo 2024
Tempo di lettura: min

La visione sul futuro della popolazione mondiale è molto cambiata da quando, nel suo ultimo aggiornamento biennale, la Divisione popolazione del Dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni unite (Unpd), ha stimato che nel 2100 la popolazione mondiale sarà di 10,88 miliardi di persone e che 866 milioni di questi saranno ultraottantenni. Dopo una prima fase di crescita, culminante nel 2064, si prevede infatti un declino probabilmente inesorabile.

Queste previsioni si avvalgono anche dello studio “Fertility, mortality, migration, and population scenarios for 195 countries and territories from 2017 to 2100: a forecasting analysis for the Global Burden of Disease Study”, pubblicato su The Lancet nel 2020, che merita di essere ricordato per il suo dettaglio. Lo studio presenta una previsione della popolazione dal 2018 al 2100 per 195 Paesi e territori. Utilizzando le stime del "Global burden of diseases, injuries, and risk factors study" (Gbd) del 2017 e il metodo di proiezione standard della componente-coorte, questo studio utilizza gli input della popolazione per età e sesso nel 2017, il rapporto tra sesso femminile e maschile delle nascite nel 2017 (mantenuti costanti fino al 2100) e le previsioni per i tassi di fecondità e mortalità specifici per età e la migrazione netta per tutte le località fino al 2100.

Combinando gli scenari di mortalità, fertilità e migrazione, il gruppo di studiosi ha previsto che la popolazione globale nello scenario di riferimento raggiungerà il picco di 9,73 miliardi di persone nel 2064 e poi diminuirà a 8,79 miliardi nel 2100. In ogni scenario stimato, lo studio ha registrato ampi spostamenti nella struttura dell'età della popolazione globale nel 2100. Nello scenario di riferimento si prevedeva un aumento dell'età media da 32,6 anni nel 2017 a 46,2 anni nel 2100.

Si prevede che il numero di bambini di età inferiore ai 5 anni diminuisca da 681 milioni nel 2017 a 401 milioni nel 2100, con un calo del 41%. Allo stesso tempo, il numero di individui con più di 80 anni aumenterà da 141 milioni nel 2017 a 866 milioni nel 2100. Nel 1950, si sono verificate 25 nascite per ogni persona che compiva 80 anni; nel 2017 questo numero era di sette e nel 2100 si prevede una nascita per ogni persona che compie 80 anni.

Le previsioni demografiche indicano un cambiamento significativo nella distribuzione della popolazione in età lavorativa nei prossimi decenni. Si prevede un forte declino del numero di lavoratori in Cina e in India, ma un aumento costante in Nigeria. Nel 2100, l'India dovrebbe mantenere la popolazione in età lavorativa più numerosa al mondo, seguita da Nigeria, Cina e Stati Uniti. Tuttavia, negli Stati Uniti, l'immigrazione sosterrà la forza lavoro, mantenendoli in cima alla classifica economica globale fino al 2098, quando potrebbero essere superati dalla Cina.

Altri Paesi, come l'Australia e Israele, potrebbero beneficiare dell'immigrazione per scalare la classifica economica globale. Nonostante il declino demografico, il Giappone dovrebbe rimanere la quarta economia più grande nel 2100. Tuttavia, se la partecipazione alla forza lavoro rimarrà costante, il rapporto tra la popolazione adulta non attiva e quella attiva potrebbe aumentare a livello globale da 0,80 nel 2017 a 1,16 nel 2100.