La crisi demografica avrà effetti sul Pil cinese fino al 2035
La contea di Rudong è il ritratto della Cina che verrà. Sempre più anziana e meno popolosa: iniziative locali e nazionali per contrastare l’invecchiamento della popolazione.
di Maddalena Binda
Una scuola elementare trasformata in una casa di residenza per anziani: segno della crisi demografica che sta affrontando la Cina. “Alla fine degli anni ’60 l’area di Rudong, nella provincia orientale del Jiangsu, era così popolosa che fu scelta per testare la politica del figlio unico” scrive il Financial Times. Una misura accolta positivamente con la speranza che un minor numero di persone avrebbe permesso di ridurre la povertà. Oggi la contea è la più anziana del Paese, con quasi il 39% della popolazione sopra i 60 anni, quasi il doppio della media nazionale che nel 2022 si attestava al 19,8%.
Molte persone della contea del Rudong dichiarano di ricevere una pensione mensile pari o inferiore a 300 renminbi (circa € 39) e di non voler chiedere un aiuto ai propri figli a causa dell’aumento del costo della vita. “Sotto l’ombra della pagoda del tempio Quoqing, risalente a 1200 anni fa, una venditrice di incenso di 77 anni dice di ricevere una piccola pensione dallo Stato e di lavorare per non essere un ‘peso’ per suo figlio” racconta il giornale inglese.
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Spopolamento e calo demografico
Molti giovani cinesi decidono di trasferirsi in città per studiare o per lavorare. Per questo le aziende e le autorità locali della contea del Rudong cercano di attrarre giovani lavoratori con incentivi di diversa natura, dai salari alti agli alloggi sovvenzionati. “Il governo locale ha offerto sconti per l’acquisto di una casa a persone con un dottorato, un master, con qualificazioni tecniche o con due figli” riporta il Financial Times.
Alcune città hanno lanciato progetti piloti per incoraggiare i matrimoni e le nascite, altre hanno aumentato i congedi parentali o finanziato programmi di riproduzione assistita come la fecondazione in vitro. Nonostante le numerose iniziative, rimangono dubbi sugli effetti positivi sul calo demografico che “potrebbe ridurre il Pil di un punto percentuale ogni anno fino al 2035”.
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Le azioni del governo cinese
“Per Pechino la crisi demografica richiederà complicate riforme per un modello di crescita che ha reso la Cina la seconda economia mondiale, incluso spostare gli investimenti dalle infrastrutture e dalle proprietà immobiliari verso le pensioni e il sistema sanitario” scrive il Financial Times.
La Cina sta già prendendo alcune misure in questa direzione. Il 22 maggio è stato annunciato un aumento del 3,8% rispetto al 2022 per le pensioni di lavoratrici e lavoratori di aziende, agenzie governativi e istituti pubblici. Sarà anche necessario ridurre le disuguaglianze tra le persone residenti nelle città, nelle aree rurali e i lavoratori migranti e alzare l’età pensionabile che attualmente è pari a 50 anni per le donne e a 60 anni per gli uomini.
L’aumento della pensione mensile è stato preceduto dalla pubblicazione delle linee guida per la costruzione di un sistema di cura per le persone anzianze, realizzato dall’Ufficio generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese e l’Ufficio generale del Consiglio di Stato per in risposta all’invecchiamento della popolazione.