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La Cina alle prese con scarsa crescita, calo demografico e disoccupazione giovanile

L’accordo tra Iran e Arabia saudita mediato da Pechino e le relazioni con la Russia sono esempi dell’aspirazione a un nuovo ordine mondiale. Ma il patto sociale sul quale si regge la società cinese rischia di indebolirsi.  

È sempre più labile il confine tra Stato e Partito e tra Partito e Xi Jinping. È quanto emerge dalle “due sessioni” (两会 liǎnghuì), gli incontri annuali dell’assemblea consultiva del popolo cinese e dell’assemblea nazionale del popolo, che hanno confermato il terzo mandato presidenziale di Xi Jinping, già eletto per la terza volta come segretario del Partito comunista cinese (Pcc) durante il ventesimo Congresso. Anche la nomina di Li Qiang, segretario del Partito a Shanghai, come primo ministro del Consiglio di stato è un segnale del rafforzamento del presidente Xi Jinping. Stretto alleato di Xi, Li Qiang è stato un politico importante locale, senza assumere incarichi a livello nazionale, una tappa fondamentale nella tradizione politica cinese. Li Qiang è stato anche responsabile della gestione dei rigidi e improvvisi lockdown a Shanghai che nel novembre del 2022 hanno portato migliaia di persone a protestare.

Crescita economica cercasi 

Le “due sessioni” delineano gli obiettivi del governo cinese per l’anno in corso. Tra questi è stata fissata la crescita del Pil pari al 5%. Un compito “non facile” che richiede “sforzi raddoppiati”, ha affermato il premier Li Qiang durante la conferenza stampa successiva alla sua elezione. A causa delle misure per il contenimento della pandemia, del crollo del mercato immobiliare e della diminuzione della domanda estera nel 2022 il Pil cinese è cresciuto solo del 3%. Un ruolo particolare nella ripresa economica pianificata sarà giocato dalla ricerca e dalla produzione di microchip e semi conduttori, per il cui il governo cinese ha previsto importanti investimenti e sussidi.

Demografia e lavoro: le sfide per il Partito 

Per la prima volta in oltre 60 anni la popolazione cinese è diminuita, risultato anche di misure come la politica del figlio unico. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica alla fine del 2022 era pari 1,411 miliardi di persone, 850 mila in meno rispetto all’anno precedente. Anche la Cina, come altri Paesi del Nord globale, registra un progressivo invecchiamento: nel 2022 il 19,8% della popolazione aveva più di 60 anni.

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È possibile garantire prosperità economica e sostenere una popolazione sempre più anziana? Alcuni segnali di tensione sono risultati evidenti dalle proteste che a inizio febbraio del 2023 hanno interessato diverse città cinesi, tra cui Wuhan dove l’8 febbraio centinaia di persone si sono ritrovate per manifestare contro la decisione delle autorità provinciali di ridurre il rimborso mensile previsto per l’assistenza sanitaria. Per la tradizione confuciana, successivamente integrata anche nell’ideologia del Partito comunista cinese, il rispetto per le persone anziane e la pietà filiale sono valori fondamentali.Nonostante l’andamento demografico, il governo cinese ufficialmente dichiara che la Cina potrà continuare a contare su un vasto bacino di manodopera per sostenere la propria crescita economica. Ad essere fonte di preoccupazione è il crescente tasso di disoccupazione giovanile: tra gennaio e febbraio del 2023 il 18,1/% delle persone tra i 16 e i 24 anni non aveva un impiego. La forte pressione per lo studio a cui sono sottoposti i giovani e la difficoltà nel trovare un lavoro potrebbero essere un fattore di tensione, indebolendo il patto sociale tra popolazione e Pcc che dovrebbe garantire un crescente benessere economico.

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La diplomazia cinese che sfida l’egemonia statunitense

韬光养晦 (tāoguāng yǎnghuì): mantenere un basso profilo e aspettare l’occasione giusta. È questa la linea di politica estera teorizzata da Deng Xiaoping, leader di fatto della Cina negli anni ’90. E ora “l’occasione giusta” potrebbe essere arrivata. O così sembra dalle scelte di politica estera cinese, volte a rafforzare l’immagine della Cina come attore responsabile nel sistema internazionale, un attore che contribuisca alla sicurezza internazionale e allo sviluppo economico dei Paesi del Sud del mondo.Il governo cinese ha così erogato fondi e investimenti senza condizionarli alla promozione della democrazia e al rispetto dei diritti umani, al contrario di quanto fatto dai Paesi occidentali. Nel 2022 il governo cinese ha lanciato la Global security initiative, basata sul concetto di sicurezza indivisibile e volta a prevenire i conflitti grazie al rispetto reciproco. Un altro esempio sono le negoziazioni tra Iran e Arabia saudita, conclusesi a Pechino. A conclusione di un lento processo di disgelo i due Paesi hanno firmato un accordo con cui si impegnano a riprendere le relazioni diplomatiche. La Cina si mostra così come una potenza facilitatrice, interessata a revisionare l’ordine globale e a sfidare l’egemonia statunitense.In un recente discorso del presidente Xi Jinping gli Stati uniti sono stati accusati direttamente di aver ostacolato lo sviluppo della Cina. “I Paesi occidentali, guidati dagli Stati Uniti, hanno applicato una politica complessiva di contenimento, accerchiamento e oppressione nei nostri confronti, e hanno creato sfide senza precedenti allo sviluppo del nostro Paese” ha dichiarato il presidente Xi Jinping.

L’amicizia “senza limiti” tra Russia e Cina 

Per la prima volta dall’invasione dell’Ucraina il presidente Xi Jinping è stato in visita ufficiale in Russia dal 20 al 22 marzo. Un incontro per dimostrare al mondo l’amicizia “senza limiti” tra i due Paesi. Ma anche un’occasione per ricordare a Vladimir Putin, per cui è stato emesso un mandato di cattura dalla Corte internazionale penale, il rapporto di dipendenza che lega la Russia alla Cina.

Dall’inizio del conflitto il governo cinese ha mantenuto una posizione ambigua, evitando di condannare apertamente l’invasione e rafforzando i rapporti commerciali con la Russia. Insieme all’India è diventato il principale Paese importatore di idrocarburi russi, riempiendo il vuoto lasciato dalle economie occidentali. Anche nell’incontro informale di lunedì 20 marzo i due presidenti, che si sono reciprocamente chiamati “caro amico”, hanno annunciato accordi di cooperazione economica e intese in ambito energetico, finanziario e di difesa.

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Tra gli argomenti che discussi anche la guerra in Ucraina. Il presidente Vladimir Putin ha dichiarato di aver “valutato attentamente le proposte per risolvere la crisi acuta in Ucraina”, assicurando che ci sarà occasione per discuterne. E ci si interroga sul possibile ruolo della Cina come Paese mediatore tra Russia e Ucraina. A un anno dallo scoppio del conflitto il governo cinese ha diffuso un “piano di pace” in 12 punti, una proposta politica per riaprire le trattative di pace e porre fine alle ostilità.

La guerra in Ucraina e le conseguenze sul commercio internazionale non sono favorevoli agli obiettivi nazionali della Cina, come lo sviluppo economico, che richiedono il mantenimento della pace e della stabilità internazionale per essere raggiunti. Nonostante la narrazione della Cina come una potenza pacifica, la spesa cinese per la difesa nel 2023 dovrebbe aumentare del 7%, confermando il trend crescente osservato negli ultimi anni.

fonte dell'immagine di copertina: aspeniaonline

mercoledì 22 marzo 2023