Social network e salute mentale dei giovani: la maxi-causa Usa farà da apripista?
Oltre 40 Stati americani denunciano Meta: Facebook e Instagram sarebbero progettati per creare dipendenza e l’azienda non è stata chiara sulla loro sicurezza. L’azione legale diventa uno strumento sempre più importante per lo sviluppo sostenibile.
Sono 33 gli Stati americani, tra cui California e New York, che hanno denunciato Meta, accusandola di danneggiare la salute mentale e fisica dei giovani e di aver ingannato il pubblico sulla sicurezza delle sue piattaforme (Facebook e Instagram). Intanto, altri nove procuratori generali stanno presentando istanza presso i tribunali locali, portando il numero totale di azioni legali a 41.
“Meta ha sfruttato tecnologie potenti e senza precedenti per attirare (…) e intrappolare giovani e adolescenti per i propri profitti” si legge nella denuncia depositata in un tribunale federale della California. Secondo l’accusa, le due piattaforme sarebbero state progettare per incentivare un uso compulsivo e creare dipendenza. Meta si è detta “delusa” perché gli Stati hanno deciso di intraprendere una causa legale invece di collaborare con le aziende per definire standard e linee guida adatte alle diverse fasce d’età.
L’azione legale è il risultato di un’indagine condotta negli ultimi due anni: nell’autunno del 2021, infatti, erano state pubblicate 20mila pagine di documenti interni che dimostravano come il colosso di Mark Zuckerberg fosse a conoscenza dei problemi di dipendenza e di autostima creati dalle sue piattaforme. “Da quel momento Meta ha cercato di rassicurare le autorità, aggiungendo alcuni strumenti per aiutare i genitori a controllare le attività dei propri figli o per incoraggiare gli adolescenti a prendersi delle pause”, riporta Le Monde.
A maggio del 2023 Vivek Murthy, il Surgeon general degli Stati uniti, ovvero il massimo funzionario federale che si occupa di salute pubblica, aveva denunciato il ruolo dei social network nella “crisi nazionale per la salute mentale dei giovani”, ricordando gli studi che hanno messo in relazione l’uso di queste piattaforme con la comparsa di sintomi depressivi.
Mentre il Congresso statunitense fatica a trovare un accordo sulle leggi per regolamentare le multinazionali digitali e tutelare i consumatori, i rappresentanti politici locali, le associazioni e le famiglie si sono mobilitate. “Ci sono altre cause in corso portate avanti da più Stati contro le grandi aziende del settore tecnologico, in particolare per problemi di monopolio”, sottolinea Le Monde.
Climate litigation: aumenta il peso delle aule giudiziarie nella battaglia climatica
Oltre 2.300 cause nel mondo: le azioni promosse dalle organizzazioni della società civile investono non solo i governi ma anche le banche e le aziende produttrici di combustibili fossili, anche in Italia.
di Ivan Manzo
Le azioni legali, dunque, diventano strumenti sempre più importanti per realizzare uno sviluppo sostenibile. È il caso delle climate litigation, ovvero i “contenziosi climatici” che permettono alla società civile di chiedere agli Stati e alle imprese pubbliche e private di rendere conto dei propri sforzi per ridurre l’impatto ambientale e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Oggi nel mondo ci sono oltre 2300 cause legate ai cambiamenti climatici, in significativo aumento rispetto al 2015. Sarà interessante vedere se le azioni legali si intensificheranno anche sul fronte della responsabilità delle piattaforme.
Fonte dell'immagine di copertina: ansa.it