Open source intelligence: lo spionaggio del futuro è online
Il lavoro sotto copertura è praticamente superato, ma le agenzie statunitensi non sono in grado di sfruttare i dati disponibili in rete. La grande mole di informazioni è il principale ostacolo.
Le agenzie di spionaggio odierne, rispetto al passato, si stanno concentrando sempre di più sulla Open source intelligence (Osint), ovvero l’analisi della vasta gamma di dati disponibili pubblicamente su internet: post sui social media, immagini satellitari, dati di localizzazione dei cellulari e video su YouTube. A dirlo è Bloomberg, che ha dedicato un lungo approfondimento al tema. Il problema è che “ci sono così tanti dati che persino le spie faticano a trovare i segreti”, si legge sul sito.
Un esempio di questo tipo di ricerca è Bellingcat, gruppo di giornalismo investigativo con sede nei Paesi Bassi, specializzato in fact-checking e intelligence open source. Bellingcat pubblica i risultati delle indagini di giornalisti professionisti e cittadini per quanto riguarda conflitti, violazioni dei diritti umani e mondo criminale. Per esempio, il 24 gennaio scorso, Bellingcat ha analizzato filmati e immagini prese da fonti come Mapcreator, YouTube, Google Earth Pro, X, Facebook, identificando l’utilizzo di armi incendiarie, munizioni a grappolo e razzi Grad (vietati dalle Nazioni unite) nel territorio della Siria nord-occidentale.
Quattro scenari plausibili per la cybersecurity nel 2030
Uno studio dell’Uc Berkeley center for long-term cybersecurity ha indagato quattro scenari plausibili per la sicurezza del web nei prossimi anni. Alfabetizzazione digitale e regolamentazione sono necessarie per un futuro sostenibile.
Questo tipo di ricerca è stata spesso trascurata, perché considerata meno prestigiosa rispetto al lavoro sotto copertura, e le agenzie di intelligence statunitensi, scrive Bloomberg, non sono ancora completamente equipaggiate per sfruttarla appieno. "La nostra più grande debolezza nell'Osint è la vastità delle informazioni raccolte", afferma Randy Nixon, direttore della divisione Open source enterprise della Cia. Uno dei principali ostacoli è riuscire a estrapolare informazioni utili dalla quantità impensabile di informazioni disponibili in formato digitale.
L'ufficio di Nixon ha sviluppato uno strumento simile a ChatGPT che utilizza l'intelligenza artificiale per vagliare la crescente mole di dati. Ora disponibile per migliaia di utenti del governo federale, lo strumento indirizza gli analisti verso le informazioni più importanti e ne riassume automaticamente i contenuti.
Tra le sfide, anche quella del coordinamento: le agenzie raccolgono dati in modo indipendente, senza una chiara condivisione delle responsabilità o un'etichettatura dei dati che permetta una vera cooperazione. Le norme relative alla raccolta delle informazioni di intelligence differiscono da un'agenzia all'altra. L'Office of the director of national intelligence (Odni) sta preparando nuove linee guida per gestire le informazioni disponibili sul mercato, come i dati provenienti dai telefoni cellulari o dalla navigazione web.
Nonostante alcuni progressi, diversi politici statunitensi descrivono gli sforzi come insufficienti. "Darei alla comunità dell'intelligence una ‘D’ per quanto riguarda le sue prestazioni nell'open source", ha commentato Ellen McCarthy, che è stata a capo del Bureau of intelligence and research del Dipartimento di Stato dal 2019 al 2021. "Al Dipartimento di Stato, ho visto i responsabili politici rivolgersi sempre più al settore privato per ottenere ciò di cui avevano bisogno”.
Immagine di copertina: Chris Yang/unsplash