Transizione ecologica: “primum” risparmiare energia
Ne è convinta la Ceo di Veil energy, che grazie a un software proprietario aiuta le attività prosumer a riutilizzare gli scarti.
“Tutti parlano di tecnologie per la transizione, ma quasi nessuno dice che la prima cosa da fare è risparmiare energia”.
Questo è forse il messaggio più importante, anche se non certo l’unico, che lancia nel corso della nostra intervista Marianna Benetti, Ceo e co-founder di Veil energy.
Laureata in Ingegneria Meccanica con specializzazione in Impianti Energetici presso l’Università di Padova, vanta un curriculum con esperienze internazionali, tra cui un Erasmus a Berlino presso la Technische Universitaet Berlin, e la partecipazione a numerose conferenze scientifiche, oltre a essere coautrice di saggi sulle tematiche di sua specifica competenza (sistemi energetici, generazione di energia ed efficienza energetica). È stata tra i fondatori ed è tuttora responsabile dell'Application engineering di Ets (Engine technology solutions SpA), un'azienda che dal 2011 importa motori “Man” e componenti per motori a gas in Italia.
L’impresa che dirige, oggi Pmi innovativa, viene presentata sull’home page del sito come l’azienda “che svela l’energia nascosta”, ovvero che monitora le inefficienze e gli scarti per trasformarli da improduttivi in produttivi.
Ma questa definizione, sicuramente affascinante, oggi suona forse un po’ riduttiva per una realtà nata una decina di anni fa come startup e attualmente lanciata sul mercato europeo, oltre che in procinto di espandersi anche su quello statunitense.
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Il salto è avvenuto nel 2015 con la realizzazione di un algoritmo proprietario (e.boost) che elabora e fornisce informazioni in tempo reale, velocizzando i tempi di raccolta ed elaborazione dei dati e consentendo quindi una manutenzione predittiva. Pensato per clienti prosumer, sia produttori che consumatori di energia, il sistema raccoglie dati endogeni come la quantità di energia prodotta e consumata e li elabora insieme a dati esogeni, quali prezzi dei mercati elettrici Id e Mgp, del mercato del gas e dati meteo.
Avere scelto l’Alto Adige come luogo di elezione per la startup d’impresa ne ha sicuramente favorito lo sviluppo: non solo perché il bilinguismo ha permesso di guardare contemporaneamente all’Italia e all’Europa, ma anche perché, spiega Benetti, “mentre i bandi europei possono risultare molto complicati, qui vige una legge provinciale sull’innovazione che facilita soprattutto per quanto riguarda gli aspetti burocratici”.
Dalla culla altoatesina l’impresa è successivamente cresciuta aprendo una sede in provincia di Padova e più recentemente in Germania, stringendo rapporti commerciali anche con Spagna, Francia e Regno Unito.
Ma i confini europei stanno per essere superati. “La California e la costa est hanno obiettivi simili a quelli europei”, spiega la Ceo di Veil energy, “e ora si apre un capitolo interessante anche grazie alla legge Biden che vuole riportare negli Usa le aziende che si sono delocalizzate in Asia”.
Recentemente l’impresa ha ottenuto la certificazione come B corp, entrando a far parte di quella famiglia fortunatamente in crescita che non ha come unico obiettivo il profitto ma anche il raggiungimento del bene comune. Un obiettivo di cui Marianna Benetti è orgogliosa, non solo perché “raggiungere il punteggio necessario non è facile” ma anche perché il riconoscimento arriva a coronare un percorso in cui i fondatori credono fortemente e iniziato con la definizione di un Codice etico all’insegna della sostenibilità ambientale e della valorizzazione delle diversità.
“Ne siamo molto fieri e cerchiamo di diffondere questi valori anche tra i nostri partner, sia i fornitori che le aziende con cui collaboriamo”.
Benetti è anche ambassador di Gamma donna, un’associazione no profit nata per promuovere la crescita del ruolo delle donne nel mondo dell’impresa, favorire uno sviluppo economico duraturo e sostenibile per il nostro Paese e contribuire a ridurre il gender gap in campo socioeconomico.
Dal 2004 l’associazione ha istituito un premio per valorizzare il talento delle donne rivolto a imprenditrici che si siano distinte nella creazione e gestione di imprese innovative: nel 2018 la Ceo di Veil energy è stata tra le finaliste, riconoscimento che ha contribuito a conferire un’eco mediatica a lei e alla sua attività imprenditoriale.
“Ma molto utile è stato per me anche il confronto con altre realtà, scambiare esperienze e informazioni su pratiche positive”, sostiene Benetti.
L’imprenditrice che attualmente può ben vantare al suo attivo la costituzione e la gestione di un’attività di successo non ha però dimenticato i suoi esordi: oggi l’impresa che ha contribuito a fondare è sponsor di alcune startup perché, dice, “è importante che chi ha idee valide e non ha i mezzi venga aiutato a realizzarle”.
Copertina: Rodolfo Clix/pexels