Novità per l’Ai, tra servizi a pagamento ed etichette identificative per le immagini
Gli elevati costi dell’intelligenza artificiale e i rischi della manipolazione di contenuti stanno portando le big tech a introdurre alcuni accorgimenti: per Google si parla di abbonamenti a pagamento, mentre Meta inserisce la sigla “made with Ai”.
Secondo il Guardian, Google sta progettando di introdurre un modello di pagamento per tutte le funzionalità di ricerca potenziate dall'intelligenza artificiale. Con questa proposta l’azienda di Mountain View garantirebbe la nuova funzionalità di ricerca solo agli utenti in possesso di un abbonamento premium, a cui si dovrà accedere anche per usufruire di altri strumenti di Google “facilitati” dall’AI, come Gmail. Questo cambiamento è una risposta diretta alle elevate spese sostenute per fornire il servizio di ricerca tramite l’Ai: "Questo tipo di ricerca è più costosa rispetto ai tradizionali processi di ricerca di Google”, ha dichiarato Heather Dawe, capo scienziata dei dati presso la società di consulenza sulla trasformazione digitale Ust. “Addebitando questi costi, Google cercherà almeno di recuperare le spese”.
La settimana scorsa, OpenAi e Microsoft hanno annunciato l'intenzione di costruire un data center da cento miliardi di dollari per la formazione sull'intelligenza artificiale. Inoltre, a gennaio, Mark Zuckerberg ha dichiarato che il suo obiettivo era quello di spendere almeno nove miliardi di dollari solo sulle Gpu Nvidia.
Secondo l'analista Brent Thill della società di investimenti Jefferies, la maggior parte della spesa per il calcolo dell'Ai oggi è diretta all'esecuzione, non all'addestramento, dei modelli. Infatti, più del 90% della spesa per il calcolo dell'Ai è diretta all'inferenza, il processo mediante il quale un modello di intelligenza artificiale viene interrogato.
Pakistan e Indonesia: l'AI aiuta nelle le elezioni, ma restano i problemi reali
In Pakistan l’intelligenza artificiale è servita a Imran Khan per comunicare dal carcere, in Indonesia a Prabowo Subianto per ripulirsi l’immagine. Instabilità economica, clima e rischi per la democrazia minacciano i due grandi Paesi asiatici.
D’altra parte, anche Meta ha annunciato grandi modifiche alle sue politiche per i media creati e alterati digitalmente. Il gigante dei social media, scrive sempre il Guardian, introdurrà a maggio le etichette “Made with Ai” per identificare video, immagini e audio generati dall’intelligenza artificiale. Per stabilire standard tecnici comuni, per identificare i contenuti generati dall’intelligenza artificiale, inclusi video e audio Meta sta collaborando con partner del settore come Partnership on Ai (Pai) e, nei prossimi mesi, l'azienda conta di etichettare le immagini che gli utenti pubblicheranno su Facebook, Instagram e Threads.
La vicepresidente della politica dei contenuti, Monika Bickert, ha dichiarato in un blogpost che Meta applicherà etichette separate e più rilevanti anche a quei media alterati digitalmente che rappresentano un “rischio particolarmente elevato di ingannare materialmente il pubblico su una questione importante”, indipendentemente dal fatto che il contenuto sia stato creato utilizzando l’intelligenza artificiale o altri strumenti.
Questi cambiamenti arrivano mesi prima delle elezioni presidenziali americane di novembre che, secondo i ricercatori tecnologici, potrebbero essere influenzate dalle tecnologie di intelligenza artificiale generativa. Le campagne politiche hanno infatti già iniziato a utilizzare strumenti di intelligenza artificiale, in Paesi come l’Indonesia, il Pakistan o l’Argentina.
Copertina: Ansa