Armaroli smaschera le fake news su auto elettriche, fotovoltaico e case green
Un’intervista al direttore della rivista Sapere ha aperto il dibattito sulla cattiva informazione nella transizione energetica, durante il Festival dello sviluppo sostenibile. Spesso le notizie false sono originate da interessi legati all’industria dei fossili. VIDEO
di Redazione
“Questa campagna di disinformazione non ha niente di nuovo”. Così Nicola Armaroli, chimico, dirigente di ricerca presso il Cnr e direttore della rivista Sapere, ha aperto l’intervista a cura di Flavio Natale, registrata per aprire la tavola rotonda in occasione dell’evento “Contro le falsificazioni su energia e cambiamento climatico” (13 maggio), organizzato dal Gruppo di lavoro ASviS sui Goal 7 e 13 (energia e clima) durante il Festival dello Sviluppo Sostenibile.
Armaroli ha fatto luce sui dubbi più diffusi sulla transizione energetica, andando a scardinare punto per punto le fake news sul tema. “Non mi sorprende che l’industria fossile si sia organizzata per spargere dubbi. Gli interessi sono molto importanti: il settore energetico è il più grande conglomerato industriale di sempre. Il fatto di uscire da un sistema energetico basato per l’80% sui combustibili fossili è una minaccia alla sua stessa sopravvivenza”. Nello specifico, ha sottolineato Armaroli, “il 60-65% del petrolio è usato per muovere macchine e furgoni. E l’auto elettrica, da questo punto di vista, è una minaccia formidabile”.
Armaroli ha poi esposto alcuni dati sul comparto automobilistico elettrico. “Ci sono tante informazioni infondate. Per esempio, il numero delle colonnine”. È vero che all’utente medio sembrano inadeguate, ma se vengono usate poco c’è poco stimolo a impiantarne di nuove. E comunque “l’Italia è ai primi posti in Europa nel rapporto tra auto elettriche circolanti e colonnine disponibili”. Per Armaroli, il costo dell’auto elettrica declinerà nei prossimi anni, con il calo della spesa per produrle. “Qualsiasi oggetto tecnologico all’inizio costa tanto. E il trend di calo in questo caso è già in corso. Un’auto del segmento di lusso del settore elettrico costa già oggi meno di un’automobile endotermica dello stesso livello”. Nonostante questo, “c’è una campagna ben precisa per diffondere l’idea che l’auto elettrica sia il male”. Inoltre, le vetture elettriche rientrano all’interno di un’idea molto chiara di circolarità del mezzo privato: il litio, usato per le batterie, può essere riutilizzato. “A differenza del combustibile fossile che è un vuoto a perdere. Dopo 200mila chilometri l’auto endotermica ha già consumato circa otto volte il suo peso in termini di combustibile”. Ma siccome è un consumo invisibile che si perde nell’aria “allora non esiste”.
Armaroli ha poi concentrato l’attenzione sui pannelli fotovoltaici, importati per la gran parte dalla Cina, e sulla narrazione che vedrebbe in questo una dipendenza energetica del nostro Paese dal Dragone. “È vero che la produzione del fotovoltaico è stata portata in Cina, per tante ragioni. È stata una manovra scorretta, che ha permesso un calo dei costi”. Ma è anche vero che il fotovoltaico, una volta acquistato, garantisce una certa indipendenza energetica. La stessa cosa non avviene quando i rubinetti dei gasdotti internazionali vengono chiusi, o quando si verifica il blocco delle forniture petrolifere. A quel punto, le vetture endotermiche semplicemente “non partono più”.
Ultime battute su lavoro e case green. Per Armaroli, esempio di cattiva informazione è la diffusione delle notizie sui posti che verranno persi durante la transizione energetica, ma non di quelli che verranno creati. “L’industria oil & gas dà ancora lavoro (anche se molti impianti sono gestiti da remoto)”, ma lo sviluppo delle rinnovabili aprirà la strada a nuovi settori, come quello del riciclo delle batterie. La direttiva “case green” infine va pensata “come un investimento che ha un ritorno”, soprattutto a livello di bolletta. “Se le case green sono una cosa per ricchi, le bollette di metano degli ultimi tre anni sono una cosa per poveri?”