Come creare benessere vero
Vivere in uno stato di benessere percepito è il vero obiettivo dell’essere umano, ma ci vogliono metodi innovativi. Necessario creare un sistema formativo parallelo a quello della formazione scolastica.
Tra le variabili che si distinguono massimamente per creare le condizioni di benessere c’è la capacità di creare le migliori condizioni di relazionalità positiva con gli altri, privilegiando la correttezza, l’onestà, la disponibilità a essere di aiuto per risolvere i vari problemi. Possiamo definire questo insieme di caratteristiche come etica.
L’etica, e la relazionalità umana positiva – soprattutto nel contesto maschile dove c’è sempre stato un massimo di protagonismo contrappositivo – per definizione non fa parte dei doni naturali, ma va costruita. E ciò va fatto con grande attenzione, perché le caratteristiche attuali del contesto sociale in cui stiamo vivendo portano la grande maggioranza degli individui, soprattutto di genere maschile, in una posizione invece contraria, contrappositiva.
Per essere chiari esponiamo le caratteristiche del contesto sociale in cui viviamo, e quali sono le cause della criticità.
Dopo aver chiarito questo aspetto, ci occuperemo di individuare un percorso per superare i problemi che ostacolano il raggiungimento dell’obiettivo finale.
Viviamo in un contesto sociale sempre più complesso
Negli ultimi 20 anni, per varie cause che qui di seguito richiamiamo, si è sempre più accentuata la complessità sociale, con conseguenze problematiche crescenti: climi contrappositivi, tensioni, soprattutto per i segmenti maschili giovanili.
Il tutto è connesso a una serie di cause che possono essere così riassunte:
- La prima causa, che è quella innescante, è anche quella più responsabile degli accadimenti. Negli ultimi 20 anni si è avviata progressivamente una formazione scolastica del mondo giovanile, come mai in passato, ma non è stata condotta nel modo più coinvolgente;
- Ciò ha avuto una doppia conseguenza: una formazione basica non ottimale, che in più ha causato anche una interruzione;
- La formazione non è stata quindi portata a compimento, creando conseguenze sociali complesse: si sono create masse di individui che si erano illusi – come mai era accaduto nella storia - di poter raggiungere ruoli sociali interessanti, e che invece, per mancanza di una vera formazione – in un contesto sociale già in crisi per vari motivi – sono caduti nel precariato. Ed hanno cominciato a creare crescenti climi contrappositivi;
- Negli ultimi 5 anni, poi, queste complessità si sono aggravate per nuovi eventi che hanno avuto conseguenze soprattutto su questi segmenti che già vivevano in condizioni di disagio:
- il lockdown a seguito della pandemia, che ha tolto relazionalità fisica, proprio nel momento in cui era fondamentale per la propria formazione;
- le tensioni internazionali e le guerre, che hanno creato aggravamenti sulle condizioni basiche della vita (aumenti di prezzi, inflazione e altro).
La responsabilità di questo disagio è comunque da attribuire soprattutto alla mancanza di doti per affrontare le difficoltà. E la responsabilità è da attribuire principalmente al debole contributo della formazione scolastica: i giovani non concludono la formazione “non per colpa loro”, ma soprattutto perché la scuola è severa, non coinvolgente, non attraente, e non contribuisce ad una formazione completa. È dotata di insegnanti coinvolti più dalle materie che devono insegnare, che dalla docenza, cioè dalla capacità di coinvolgere ed appassionare gli studenti, tenendo conto delle loro peculiarità, e delle necessità di adattamenti/personalizzazioni.
Dei due pilastri formativi che la scuola dovrebbe trasmettere, cioè:
- sviluppare la capacità critica…
- … e sviluppare l’etica, il senso civico, cioè l’aspetto più emotivo/umano: vita relazionale, rispetto degli altri, correttezza, coinvolgimento reciproco, collaborazione…
… l’attuale modalità di formazione, non ottimale, e interrotta:
- sviluppa solo capacità critica, con conseguente forte centratura su di sé,
- e non l’aspetto umano: cioè etica, e buona relazionalità con gli altri.
Tutto ciò ha portato – e continua a portare – verso logiche di contrapposizione, con conseguenti depressioni e sofferenze.
Peraltro questa situazione critica sta aumentando, ed è alimentata anche da disturbi mentali, che negli ultimi tempi stanno diventando crescenti.
Certamente bisogna provvedere ad una logica formativa meno contrappositiva, e più dalla parte dello studente, per aiutarlo a superare le difficoltà, ritrovare fiducia in se stessi, e indurlo a completare la formazione; mai dimenticando che tutte le forme di vita, umane e professionali, si devono basare su una relazionalità attiva e positiva.
Le possibili soluzioni
La soluzione consiste nella “costruzione corretta” degli individui verso una adultità dotata delle caratteristiche basiche per raggiungere il proprio obiettivo di benessere. Le verifiche che si stanno conducendo con le ricerche sociali stanno portando all’individuazione di tre categorie di interventi consequenziali, che devono accompagnare gli individui nei successivi momenti della formazione:
- Prima fase: intervenire fin da subito, nei primissimi anni di vita, con interventi – peraltro piacevoli – che hanno l’obiettivo di arricchire le capacità cognitive, critiche ma anche sociali. L’obiettivo è di favorire la predisposizione ad una formazione attenta e desiderata. Il tema che verrà trattato è quello della musica;
- Seconda fase: trovare soluzioni complementari alla formazione attuale, che inducano i giovani ad innamorarsi dei contesti di apprendimento, e siano indotti a considerarli come gli ambiti più desiderabili in quel contesto di vita. L’obiettivo è poi il raggiungimento del valore massimo della relazionalità positiva, e dell’etica. Il tema che verrà trattato è quello della creazione di un sistema formativo parallelo a quello della formazione scolastica (quella esistente, purtroppo non ottimale, non pare modificabile);
- Terza fase: trovare le soluzioni che consentano, a coloro che si sono appropriati dell’etica, di rappresentare al meglio il ruolo di “veicoli di trasmissione sociale dell’etica”. Il tema che verrà trattato è quello strumentale dell’uso della bellezza e della poesia come veicoli coinvolgenti della relazionalità.
Si tratterebbe, quindi, di ottimalizzare i tre momenti sequenziali che garantirebbero la migliore relazionalità, e quindi il benessere vero. In sequenza si dovrebbe…
- … predisporre una buona base di partenza (musica);
- … quindi trasferire tutti gli elementi di un modo di pensare, progettarsi e relazionarsi in modo positivo (formazione coinvolgente);
- … e infine fare in modo che le modalità relazionali successivamente adottate divengano veicoli di coinvolgimento attraente (bellezza e poesia).
Soffermiamoci su ciascuno di questi veicoli della vita.
Prima fase: la musica
Un’ipotesi formativa, che ha trovato conferme in vari studi e verifiche, è l’inserimento della musica nella formazione dell’individuo in tutta la parte preliminare della propria vita, almeno fino all’avvio dell’adolescenza: quindi scuola materna + scuola elementare + medie inferiori. Ma anche in periodi successivi.
Questo “inseminamento” parrebbe avere riflessi basici molto positivi sulla prosecuzione della vita dei giovani individui, con evidenti benefici nell’evoluzione della propria esistenza, sia nelle scelte personali che in quelle relazionali.
Affronta l’obiettivo di attrezzare gli individui all’acquisizione degli strumenti formativi. Sono tanti gli obiettivi che si possono raggiungere.
Si tratta di obiettivi che avviano alla costruzione del senso critico, come ad esempio…
- … Favorire l’autostima, la fiducia in se stessi;
- … Dare stimoli allo sviluppo cognitivo;
- … Promuovere il ragionamento logico;
- … Sviluppare il pensiero critico.
… ma anche obiettivi che danno spazio all’aspetto umano e relazionale (il senso civico, l’etica), come ad esempio …
- … Promuovere il lavoro di gruppo, e lo sviluppo dell’empatia verso gli altri;
- … Promuovere il rispetto degli altri;
- … Favorire tutte le logiche di inclusione.
Sono tutti risultati che possono essere ottenuti tramite tecniche di coinvolgimento alla musica, dove ci siano stimoli giudicati interessanti/coinvolgenti - gestiti da docenti “orientati” agli studenti - e che in qualche modo rendono protagonisti nella relazionalità positiva, con ritorni ritenuti interessanti e piacevoli.
Seconda fase: sistema formativo parallelo
È un tema che riguarda l’individuo nella fase avanzata della sua formazione (adolescenziale e post/adolescenziale), attualmente impostata in modo non ottimale, per la peculiarità di una docenza rigida e contrappositiva.
Sarebbero necessari importanti interventi rifondativi di tutto il sistema di docenza, aggiungendo fondamentali principii di trasmissione e di attrattività, che rendessero la scuola coinvolgente e desiderabile.
Ma la probabilità di riuscire a raggiungere questo obiettivo è molto modesta, tenendo conto sia del fatto che i tempi richiesti per rifondare il tutto non sarebbero brevi, sia del fatto che il sistema politico – molto orientato a decisioni che abbiano dei ritorni di breve periodo – non sarebbe affatto favorevole a prendere decisioni i cui benefici non fossero propri, ma dovessero ricadere su altre entità politiche.
Tuttavia il tema è troppo importante perché possa essere abbandonato.
Se il sistema politico non riesce ad essere di supporto, il sistema economico potrebbe essere di grande aiuto.
È questo un tema molto interessante per il sistema economico, perché le aziende, attraverso l’organizzazione ed il sostegno di interventi riparativi e risolutivi, potrebbero godere di riconoscimenti sociali di grandissima rilevanza, con – ovviamente – elevati ritorni di gratitudine, immagine, e quindi di attrattività.
Non potendo intervenire sulla rifondazione della scuola, il sistema economico potrebbe supportare lo sviluppo di due attività aggiuntive in immediata successione:
- Formazione docenti: organizzare iniziative che abbiano l’obiettivo di fare in modo che gli insegnanti interpretino il proprio ruolo non solo come esperti nella propria materia, ma anche come “docenti” nel modo più ottimale possibile Riuscendo così a sviluppare l’attenzione ed il coinvolgimento dei giovani nel modo più desiderato. Cioè attivassero il migliore “marketing” per rendere l’insegnamento massimamente desiderabile.
- Formazione giovani: con la collaborazione di questi “docenti formati”, organizzare corsi di formazione per lo sviluppo del “capitale umano”. Sarebbero corsi destinati a giovani che hanno concluso (o stanno concludendo) le scuole medie-superiori, o l’università. Corsi che potrebbero essere frequentati in contemporanea ad altre attività, studentesche / post studentesche. L’obiettivo è di completare nel modo più adeguato lo sviluppo delle risorse più importanti, basiche in tutte le forme di vita: l’etica e la relazionalità positiva.
Come si accennava sopra, il coinvolgimento organizzativo di queste attività, da parte del Sistema Economico (un consorzio di Aziende), sarebbe di grandissimo apprezzamento, e porterebbe sicuramente ad un forte ritorno di immagine, e di attrattività. In altri termini, si tratterrebbe di attività anche con forti ritorni di business.
Terza fase: la trasmissione dell’etica – La bellezza e la poesia
La vita è frutto della relazionalità positiva, e di tutto ciò che favorisce la permanenza dell’etica. Però attenzione: l’etica è relazione, e lo strumento primario della relazionalità è la comunicazione. Perché la comunicazione abbia vita e sia efficace nella trasmissione dei contenuti, deve tenere conto delle regole della trasmissione.
Nella comunicazione, colui che deve ricevere, ha una rilevanza fondamentale. La trasmissione deve suscitare la sua attenzionalità e il suo coinvolgimento. La modalità di trasmissione ha quindi un ruolo fondamentale, perché deve veicolare nel modo più ricevibile e coinvolgente il senso dei significati.
La “forma” della comunicazione è quindi fondamentale, perché pone attenzione al primo obiettivo della relazionalità, che è attivare l’attenzione. Ciò che favorisce l’attenzione - l’avvio della relazionalità - sono quindi le espressioni della “forma”: l’estetica, la bellezza, l’emozione che si riesce ad innescare. Questa estetica, bellezza, emozione, devono essere veicolate da tutti gli ingredienti comunicazionali: immagini, suoni, e soprattutto parole. Per l’obiettivo di favorire la relazionalità, la forma nelle parole ha un ruolo fondamentale: si fa riferimento al loro senso, alla loro eleganza, all’armonia che le può unire.
Uno strumento elitario della relazionalità è quindi la poesia, il fascino formale e coinvolgente delle parole. La poesia è una forma d’arte che con l’uso delle parole riesce a creare significati di ordine superiore, e sensazioni che hanno il ruolo di comunicare il bello, e di unire in sentimenti comuni positivi.
La poesia diventa quindi lo strumento basico della relazionalità culturale: può rivelare sentimenti che gli individui coinvolti avvertono come propri. Fa accomunare/unire i vari individui: quelli che comunicano e quelli che ricevono. E risvegliando il sentimento poetico comunque presente negli individui – a volte nascosto – li avvicina tra di loro, e li allontana dalla violenza.
Il metodo poetico è quindi l’approccio più auspicabile per veicolare l’etica, nella prospettiva di farla diventare massima e duratura. Che è il metodo fondamentale da adottare per una vita felice.
Copertina: Tim Mossholder/unsplash