Decidiamo oggi per un domani sostenibile

Oltre cento milioni di giovani cercano ogni anno un primo impiego, ma mancano risposte adeguate

L'offerta di lavoro sarà particolarmente forte in Africa e America Latina, dove la popolazione giovane è più numerosa e in crescita. Ma le caratteristiche del mercato stanno cambiando rapidamente e non è facile farne fronte.

martedì 25 marzo 2025
Tempo di lettura: min

Secondo il rapporto dell'International labour office (Ilo) "World employment and social outlook: trends 2025", la forza lavoro globale, che include sia gli occupati che coloro che non hanno un lavoro, ammonta a 3.743,7 milioni di persone e si prevede che supererà i 3.818,8 milioni entro il 2026. Le regioni con il maggior numero di lavoratori sono l'Asia-Pacifico e l'Africa subsahariana, dove si osserva una crescita significativa della popolazione in età lavorativa, sostenuta da dinamiche demografiche e da economie in sviluppo.

Fig. 1 Forze di lavoro nelle diverse regioni del mondo. Anni 2000-2026

Occupazione e disoccupazione dipendono da fattori economici, sociali e politici, tra cui crescita economica, domanda di lavoro, politiche governative, condizioni del mercato del lavoro, istruzione e competenze della forza lavoro. L'offerta di lavoro è la disponibilità delle persone a lavorare, influenzata da fattori quantitativi come la dimensione e la distribuzione per età della popolazione, e la propensione a partecipare al mercato del lavoro.

L’ultimo rapporto del World economic forum sul futuro del lavoro evidenzia che circa un quarto dei posti di lavoro sono destinati a cambiare entro i prossimi cinque anni, tra occupazioni che spariranno e nuovi ruoli che verranno creati. Si stima che entro il 2025 il 50% dei lavoratori avrà bisogno di reskilling, ovvero di sviluppare nuove competenze in quanto quelle in loro possesso saranno divenute almeno in parte obsolete. Pertanto appare utile fornire una panoramica sulle caratteristiche della forza lavoro nelle diverse regioni del mondo.

In Europa l’invecchiamento della popolazione è il problema più rilevante

Il Vecchio Continente sta attraversando profondi cambiamenti nella composizione della sua forza lavoro, uno degli aspetti più rilevanti è l’invecchiamento della popolazione, con un numero sempre maggiore di lavoratori prossimi all’età pensionabile e una riduzione delle nuove generazioni che entrano nel mercato del lavoro, con serie conseguenze per la sostenibilità dei sistemi previdenziali.

Un'altra caratteristica è la crescente partecipazione femminile al mondo del lavoro, sebbene con differenze marcate tra le varie regioni europee. Nei Paesi nordici, le donne partecipano in misura molto elevata grazie a politiche avanzate di conciliazione tra vita lavorativa e familiare. Al contrario, nell’Europa meridionale, la presenza femminile nel mercato del lavoro è ancora inferiore rispetto alla media europea, a causa di ostacoli culturali e di una minore disponibilità di politiche di welfare a sostegno delle famiglie.

La forza lavoro europea è mediamente molto qualificata; l’istruzione superiore è diffusa e vi è una domanda crescente di formazione per competenze digitali e tecnologiche, necessarie per affrontare le trasformazioni legate all’automazione e all’intelligenza artificiale. Tuttavia, questa evoluzione comporta anche un rischio di esclusione per coloro che non riescono ad aggiornarsi, rendendo necessarie politiche di formazione continua e riqualificazione professionale.

Il mercato del lavoro europeo sta registrando un aumento delle forme di occupazione flessibili. Il lavoro da remoto sta diventando sempre più diffuso, così come le forme contrattuali atipiche. Questa tendenza può offrire maggiori opportunità di conciliazione tra vita privata e professionale, ma al contempo pone interrogativi sulla stabilità dell’occupazione e sulla protezione sociale dei lavoratori.

Usa e Canada sono caratterizzati da una grande flessibilità del lavoro e da una elevata mobilità

Il mercato del lavoro negli Stati Uniti e in Canada è caratterizzato da una grande dinamicità e flessibilità. La mobilità lavorativa è molto elevata, con lavoratori/lavoratrici che cambiano impiego più frequentemente rispetto ad altre regioni del mondo. Inoltre, la cultura imprenditoriale è molto forte, favorendo la nascita di nuove imprese e startup innovative, in particolare nei settori della tecnologia e dei servizi avanzati.

Si sta verificando una polarizzazione delle competenze. C'è una crescente domanda di lavoratori altamente qualificati, specialmente nei settori tecnologici come le tecnologie digitali, la cybersecurity e l'intelligenza artificiale. Allo stesso tempo, molti settori tradizionali stanno perdendo posti di lavoro a causa dell'automazione e della delocalizzazione, il che sta aumentando il divario tra i lavoratori qualificati e quelli con mansioni ripetitive o manuali, con un conseguente aumento del rischio di disuguaglianze nel mercato del lavoro.

Si osserva una buona integrazione delle donne nel mercato occupazionale; tuttavia, persistono problemi legati alla disparità salariale e alla difficoltà di accesso ai ruoli di leadership.

Un elemento chiave è il ruolo dell’immigrazione come motore della crescita economica: gli immigrati rappresentano una parte significativa della forza lavoro e contribuiscono a colmare il fabbisogno di manodopera in settori cruciali come la sanità, l’edilizia e l’industria tecnologica. Inoltre, l’immigrazione aiuta a compensare il rallentamento demografico, fornendo nuova energia al mercato del lavoro e sostenendo il sistema economico.

In America Latina grande diffusione dell’economia sommersa

Il mercato del lavoro in America latina è caratterizzato da una diffusa economia sommersa, con molti lavoratori impiegati in settori non regolamentati, senza protezione sociale, sicurezza lavorativa o benefici previdenziali, e con condizioni di reddito instabili e precarie. Questa mancanza di contratti formali e garanzie occupazionali rende il mercato del lavoro vulnerabile alle crisi economiche.

È evidente una minore partecipazione delle donne alla forza lavoro rispetto ai Paesi sviluppati, a causa di fattori culturali e della mancanza di politiche a sostegno della famiglia.

L’America latina ha una delle popolazioni più giovani al mondo, un fattore che rappresenta sia un’opportunità che una sfida. L’abbondanza di giovani lavoratori potrebbe sostenere la crescita economica, ma spesso il mercato del lavoro non riesce ad assorbire questa nuova forza lavoro a causa del cosiddetto mismatch delle competenze: le qualifiche dei giovani spesso non corrispondono alle esigenze del mercato, con il risultato che molti restano disoccupati o sottoccupati.

Infine, la digitalizzazione del lavoro è in crescita, ma con un ritmo più lento rispetto ai paesi più avanzati. L’innovazione aziendale con tecnologie digitali e automazione è ostacolata da infrastrutture insufficienti e dalla limitata formazione tecnologica della forza lavoro.

L’Africa avrà milioni di giovani lavoratori che entreranno nel mercato del lavoro ogni anno

L’Africa è caratterizzata da una crescita demografica esplosiva: entro il 2050, il continente avrà una delle popolazioni più giovani al mondo, con milioni di nuovi lavoratori ogni anno. Il numero di nuovi posti di lavoro creati non è sufficiente per assorbire tutti i giovani che cercano un’occupazione, il che porta a livelli elevati di disoccupazione e sottoccupazione. In molti Paesi, i giovani sono costretti ad accettare lavoro nel settore informale, con scarse opportunità di carriera e protezioni sociali minime.

L’agricoltura continua a essere il settore economico predominante, impiegando la maggior parte dell’offerta di lavoro. Purtroppo la mancanza di diversificazione economica limita le possibilità di impiego in settori manifatturieri o tecnologici, che potrebbero offrire posti di lavoro più stabili e meglio retribuiti. Inoltre, lo scarso accesso all’istruzione e alla formazione professionale ostacola lo sviluppo di competenze moderne e digitali, impedendo a molti giovani di entrare nel mercato del lavoro con qualifiche adeguate.

Se queste lacune saranno colmate attraverso investimenti in istruzione, infrastrutture e digitalizzazione, l’Africa potrebbe diventare una delle principali forze economiche globali nei prossimi decenni.

L’Asia-Pacifico continuerà ad essere il motore della crescita economica mondiale con una forza lavoro in espansione

L’Asia continua a vedere una crescita sostenuta della sua forza lavoro con un rapido sviluppo del settore manifatturiero e dei servizi avanzati, sebbene la crescente adozione di robot e intelligenza artificiale stia riducendo la necessità di manodopera in molti settori tradizionali (come ad esempio in Cina), spingendo i lavoratori a riqualificarsi per ruoli più specializzati.

Un aspetto positivo è la crescente partecipazione femminile al lavoro, in particolare in Giappone e Corea del Sud; anche se le politiche di parità stanno contribuendo ad aumentare il numero di donne nel mercato del lavoro, persistono ancora ostacoli culturali e strutturali, come la difficoltà di bilanciare carriera e famiglia.

Da sottolineare la disparità tra economie avanzate e Paesi in via di sviluppo nella regione. Mentre nazioni come il Giappone e la Corea del Sud affrontano un calo della forza lavoro a causa dell’invecchiamento della popolazione, l’India e altre economie emergenti stanno vedendo una rapida crescita della popolazione giovane, che potrebbe spingere ulteriormente la loro espansione economica.

Medio Oriente fortemente condizionato dal settore energetico

Uno degli aspetti più significativi nel Medio Oriente è la bassa partecipazione femminile al mondo del lavoro, ostacolate da barriere culturali e legislative che limitano le loro attività; ma alcune nazioni, come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, stanno implementando riforme per aumentare l’inclusione delle donne in particolare nei settori tecnologici e nel turismo.

La regione dipende fortemente dal petrolio e dal gas; ciò rende l’occupazione vulnerabile alle fluttuazioni del mercato globale, con fasi di boom e crisi che influenzano direttamente il numero di posti di lavoro disponibili. Molti Paesi stanno cercando di diversificare la loro economia, investendo in nuovi settori come la tecnologia, il turismo e l’energia rinnovabile, che potrebbero portare alla creazione di nuove opportunità lavorative e a una maggiore stabilità economica nel lungo periodo.

Nei Paesi del Golfo una parte significativa della forza lavoro è composta da immigrati, spesso impiegati in settori come l’edilizia e i servizi domestici, costretti ad accettare diritti limitati e ad affrontare condizioni di lavoro difficili.

La partecipazione dei giovani al mercato del lavoro globale

La nuova forza lavoro giovanile che annualmente si pone alla ricerca di un primo lavoro ammonta a circa 100 milioni, mostra caratteristiche e valori differenti nelle regioni del mondo ed anche il successo della ricerca è molto disomogeneo. Secondo una stima dell'Ilo, nel 2024 circa 70 milioni di giovani hanno trovato un'occupazione iniziale. L'età di ingresso varia: si attesta a 17 anni in Africa subsahariana, 18 anni in America centrale, 22 anni in Europa centrale e 24 anni nel Medio Oriente.

Fig. 2 Giovani che entrano per la prima volta nel mondo del lavoro. Anno 2024 (valori in milioni)

Secondo l’ultimo rapporto Ilo sull’occupazione giovanile, nel 2023 la disoccupazione dei 15-24enni presenta un trend in diminuzione, attestandosi al 13%, corrispondente a 64,5 milioni di individui, ma cresce la preoccupazione a causa dell’alta percentuale dei giovani che non studiano e non lavorano (Neet), in ragione sia delle importanti divergenze tra regioni del mondo sia dei divari di genere (l’incidenza globale dei Neet tra le ragazze è 28,1% rispetto al 13,1% tra i giovani uomini).

Quali dovranno essere le caratteristiche dell’offerta di lavoro?

Il mercato del lavoro a livello globale sta vivendo una trasformazione senza precedenti, gli individui che cercheranno opportunità lavorative nei vari Paesi del mondo dovranno possedere una combinazione di competenze tecniche e trasversali per mantenere la loro competitività. La digitalizzazione sta diventando un fattore cruciale, rendendo fondamentali la programmazione, l'analisi dei dati, l'intelligenza artificiale, la cybersecurity e la gestione dei sistemi informatici. L'uso di strumenti digitali e piattaforme online sarà un requisito essenziale non solo nei settori tecnologici, ma anche in ambiti più tradizionali come il commercio, la sanità e l'istruzione.

Accanto alle competenze tecniche, le soft skills avranno un ruolo sempre più centrale. La capacità di risolvere problemi complessi (problem solving), il pensiero critico, la creatività e la comunicazione efficace diventeranno qualità fondamentali per affrontare le sfide del mondo del lavoro. La collaborazione, l’intelligenza emotiva e la flessibilità saranno altrettanto essenziali per adattarsi ai cambiamenti rapidi e alle nuove modalità di lavoro, come il remote working e il lavoro in team multiculturali.

L’evoluzione della forza lavoro nei diversi Paesi del mondo seguirà traiettorie differenti a seconda delle caratteristiche economiche, demografiche e tecnologiche di ciascuna regione. Dall’invecchiamento della popolazione, alla creazione di posti di lavoro per assorbire la popolazione giovane che si affaccia al mercato, al superamento della disparità tra economie avanzate e emergenti, all’inclusione delle donne. Per affrontare queste sfide e opportunità, sarà fondamentale investire in istruzione, formazione e innovazione tecnologica, assicurando che la forza lavoro globale sia preparata per i cambiamenti in atto.

L'Ilo sta creando una coalizione globale per focalizzarsi sull'importanza di un futuro lavorativo che sia giusto, inclusivo e sostenibile, affrontando le sfide legate alle disuguaglianze, ai cambiamenti tecnologici e alla transizione ecologica.