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Le sfide della sanità verso il modello data driven

Dall’intelligenza artificiale alla telemedicina, fino al metaverso. Innovazione tecnologica e salute si integrano in modo sempre più stretto, dice il rapporto Digital Health 2030.

di Monica Sozzi

In occasione del Forum “La trasformazione digitale della sanità per una crescita e uno sviluppo sostenibile” è stato presentato il report “Digital Health 2030”, elaborato da The European House-Ambrosetti per il Cepfas. Lo studio mette in evidenzia la crescente sinergia tra salute e tecnologia. La pervasività delle nuove tecnologie e l’aumento esponenziale della produzione dei dati hanno contribuito a rendere il digitale parte integrante della nostra vita, e il mondo della sanità non è esente. La pandemia ha certamente contribuito a imprimere una forte accelerazione a questa transizione.

Oggi, evidenzia il Rapporto, l’ecosistema della salute svolge un ruolo da protagonista nella Data economy attraverso l’uso di tecnologie digitali abilitanti tra cui High Performance Computing, Cloud, IoT, Big Data Analytics e Intelligenza Artificiale in un mondo sempre più interconnesso e dinamico. L’Organizzazione mondiale della sanità negli ultimi anni ha riaffermato il valore strategico del digitale anche per rendere i sistemi sanitari più efficienti e sostenibili e in grado di fornire cure di buona qualità, accessibili ed eque.

Digital Health 2030, dalla telemedicina all’Intelligenza Artificiale fino al Metaverso, offre uno sguardo sui cambiamenti della sanità di oggi e di domani: la prima sezione affronta lo scenario globale e i trend in atto nella sanità digitale, nella seconda descrive le esperienze internazionali di sviluppo del settore, nella terza, infine, si occupa di descrivere lo stato dell’arte della digitalizzazione della sanità in Italia, con il caso di studio della Sicilia, e le opportunità del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

Le potenzialità di una sanità digitale e data-driven. Tecnologia pervasiva e aumento esponenziale della produzione di dati impattano su molteplici aspetti della vita sociale, lavorativa e relazionale delle persone. L’integrazione della dimensione digitale ai servizi sanitari ha due principali vantaggi:

  1. raggiungere le popolazioni che hanno minori possibilità di interfacciarsi con gli interlocutori e gli spazi tradizionali della sanità;
  2. fornire servizi anche al di fuori del formale sistema sanitario, grazie alle maggiori opportunità di monitorare e predire la salute delle persone.

I dati della Commissione europea stimano che il telemonitoraggio a domicilio per i pazienti cardiaci possa migliorare del 15% il tasso di sopravvivenza, ridurre del 26% i giorni di ricovero e far risparmiare il 10% delle spese infermieristiche. Ma è “una rivoluzione da maneggiare con cura”, sottolineano i ricercatori, perché gli impatti non si limitano alla qualità di vita cittadini e pazienti, ma riguardano anche i sistemi e le organizzazioni, dal punto di vista della governance dei dati, delle infrastrutture necessarie, della protezione della sicurezza delle informazioni e dell’adeguamento delle competenze necessarie. Nel 2020, ad esempio, i cyber attacchi rivolti ai sistemi sanitari in Ue sono aumentati del 47% rispetto all’anno precedente.

La banda larga (5G e fibra). L’avvento della fibra ottica ha consentito il monitoraggio in tempo reale e la fornitura di servizi sanitari direttamente a casa anziché dal medico in ospedale grazie ai sistemi di sensor innovation. L’avvento del 5G sarà decisivo per implementare servizi di diagnosi a distanza grazie a sistemi di telemedicina, con il risultato di fornire servizi più tempestivi e meno condizionati da viaggi e spostamenti.

L’Intelligenza artificiale. L’IA, tramite utilizzo di dati e algoritmi, rende possibile impostare tecnologie in grado di svolgere attività automatizzate. Nel concreto, l’Intelligenza artificiale imita la cognizione umana nell’analisi, comprensione e presentazione dei dati medici e sanitari complessi. Di conseguenza, quando ricercatori, dottori e scienziati inseriscono dati nei computer, gli algoritmi possono analizzarli, interpretarli, e proporre soluzioni a complessi problemi. I vantaggi possono tradursi in decisioni cliniche migliori, tempestive, basate sull’analisi di un maggior quantitativo di dati e facilmente consultabili.

Internet of Healthcare Thing (IOHT). Nel settore della sanità l’Internet of Things (IoT) ha grandi potenzialità di applicazione, soprattutto negli ambiti del controllo della salute e della sicurezza del paziente, e della qualità delle cure. I principali esempi di tecnologie smart in circolazione sono i biosensori, gli smartwatch, i termometri e gli inalatori intelligenti, che, grazie all’ausilio di sensori collegati a un software, sono in grado di aiutare chi soffre di malattie respiratorie. Tramite questi strumenti è possibile monitorare da remoto le condizioni del paziente, raccogliere i dati e analizzarli. Una conseguenza dell’utilizzo di queste tecnologie, prevede il Rapporto, è la creazione dei cosiddetti “hospitals without walls” ovvero ospedali concepiti come una comunità connessa digitalmente piuttosto che come uno spazio fisico circoscritto.

Negli ultimi anni si è registrato un incremento significativo nel mercato dei dispositivi medici connessi, strumenti in grado di produrre dati in tempo reale e di utilizzare applicativi disponibili anche 24/7. Le due aree principali di attività sono il biomedicale e il biomedicale strumentale. Solo in Italia l’industria dei dispositivi medici connessi vale 10,8 miliardi di euro, attribuibili per il 22% a enti della sanità privata e per il restante 78% della sanità pubblica. La spesa pubblica in dispositivi medici e servizi corrisponde al 5,26% della spesa sanitaria, con una ampia variabilità nelle diverse regioni.

Metaverso. La sanità sta puntando da alcuni anni verso una digitalizzazione delle cure, dalle applicazioni dell’Intelligenza artificiale alle modalità di apprendimento, dalla realizzazione di cliniche virtuali alla chirurgia in realtà aumentata. Molte università utilizzano già da alcuni anni software capaci di simulare casi clinici con pazienti virtuali e rendere l’esperienza dello studente immersiva. Il metaverso può aprire nuove frontiere in tal senso, portando questi concetti di personalizzazione e prossimità agli estremi. In ambito chirurgico, inoltre, l’erogazione di servizi sanitari nel metaverso in ausilio con le tecnologie della robotica potrebbe rendere gli interventi sempre meno invasivi. D’altra parte il Rapporto sottolinea che lo sviluppo di servizi sanitari nel metaverso genera anche grossi interrogativi dal punto di vista della protezione dei dati personali.

L’Europa e l’Italia. A livello internazionale, il grado di digitalizzazione della sanità non è omogeno. Le esperienze di alcuni Paesi leader nella digitalizzazione della sanità come Finlandia, Estonia e Israele evidenziano l’importanza di avere una strategia digitale del Paese e un ecosistema di sanità digitale che coinvolge l’intera filiera e con investimenti in infrastrutture e competenze digitali degli operatori sanitari e dei cittadini.

L’Italia, osserva il Rapporto, registra una cultura digitale disomogenea, inoltre paga la carenza di risorse economiche e umane (in termini di competenze nell’uso degli strumenti digitali), ma anche la difficile integrazione tra i sistemi informatici, in termini di connettività e interoperabilità. Il ritardo del Paese in infrastrutture informatiche e banda larga ne limita l’applicazione anche in ambito sanitario. Un’opportunità in tal senso deriva dal Pnrr, che ha portato un incremento delle risorse dedicate al tema, e introdotto una revisione dell’assetto normativo.

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fonte dell'immagine di copertina: elenabsl/123rf
mercoledì 27 luglio 2022