Contro l’invecchiamento, un team di scienziati con stipendi da calciatori
Jeff Bezos, fondatore di Amazon, ha investito tre miliardi di dollari in Altos Labs, startup di riprogrammazione biologica. Gli obiettivi: allungare la vita, curare il cancro e le malattie neurodegenerative.
di Flavio Natale
Tre miliardi di dollari: è questo il costo per ottenere un elisir di lunga vita. La startup di riprogrammazione biologica Altos Labs ha infatti annunciato il cospicuo investimento che Jeff Bezos, centimiliardario fondatore di Amazon, ha promesso per promuovere i progetti di Altos Labs, che potrebbe già essere considerata la startup con il più grosso finanziamento della storia.
Per dare il via a questo progetto, è stato reclutato un team di ricercatori e scienziati con “stipendi da calciatori”. Tra loro, il biologo Juan Carlos Izpisua Belmonte, sostenitore di un allungamento della vita pari “almeno a cinquant’anni” e il Nobel per la Medicina Shinya Yamanaka, studioso di fama mondiale delle cellule staminali, che ha rinunciato al suo compenso. Ceo del progetto è Hal Barron, ex direttore scientifico del colosso farmaceutico GlaxoSmithKline: “Sono profondamente onorato di aver ricevuto questa opportunità irripetibile di guidare un'azienda così unica, con una missione trasformativa per invertire la malattia", dove per malattia Barron sembra includere tanto i tumori, quanto l’invecchiamento e la morte.
Nonostante l’apparente utopia del progetto, i fondatori di Altos Labs sono fiduciosi. Osservando i risultati di alcune significative scoperte biologiche degli ultimi decenni, i ricercatori sono convinti di poter invertire l’invecchiamento cellulare. Questo progetto non riguarderebbe soltanto la senilità tout court, ma anche malattie frequentemente legate all’avanzare degli anni, come i disturbi cognitivi, la neurodegenerazione, il diabete e il cancro. “Se questo progetto non riuscirà a prolungare la durata media della vita, almeno verrà assicurata un’esistenza in buona salute”, si legge sull’Economist.
Le due scoperte scientifiche attorno alle quali si ramifica il progetto di Altos Labs sono i fattori di trascrizione di Shinya Yamanaka e il percorso integrato di risposta allo stress (Isr). I “fattori Yamanaka”, scoperti nel 2006 dal premio Nobel, sono quattro proteine che regolano i geni e che servono, in sostanza, a riportare una cellula alle “impostazioni di fabbrica” – in questo caso, per “impostazioni di fabbrica” si intende uno stato noto come “pluripotenza”, di cui godono le cellule staminali embrionali. Esperimenti sui topi hanno dimostrato come questo processo possa arrestare la progressione della progeria (o sindrome di Hutchinson-Gilford), una malattia che induce l’invecchiamento rapido; inoltre, sempre per l’Economist, l’utilizzo dei fattori Yamanaka potrebbe favorire la guarigione di muscoli lesionati e proteggere il fegato dai danni causati dal paracetamolo.
I primi esperimenti condotti sugli animali da laboratorio hanno generato “miscugli di tessuti”, che a loro volta hanno dato luogo a masse tumorali. Successivamente, è stato scoperto che un reset biologico parziale potrebbe aggirare il problema, attivando i geni rilevanti per un periodo ristretto, senza generare tumori. Questo implicherebbe un ritorno alla salute giovanile senza “despecializzare” le cellule coinvolte.
Altro discorso vale per il percorso integrato di risposta allo stress (Isr), che si basa sul principio biologico dell’omeostasi, il mantenimento di un ambiente interno uniforme in riposta alla pressione di un cambiamento esterno. “L’Isr compirebbe queste azioni a livello cellulare”, riporta l’Economist. “Se viene rilevata una fonte di stress cellulare, sia esso esterno, come la privazione di ossigeno, di nutrienti o un'infezione virale; o interno, come un accumulo di proteine mal ripiegate o l'attivazione di un gene potenzialmente cancerogeno, l'Isr attiva un programma di emergenza per ripristinare la produzione di proteine”.
L'ultimo tassello (fondamentale) per completare il progetto di Altos Labs riguarda l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, di cui si occuperà Thore Graepel, finora uno degli esponenti di spicco di Google DeepMind. Tracciare e produrre previsioni dei movimenti cellulari, composti da milioni di molecole di migliaia di varietà, è infatti il tipo di problema che sarebbe inavvicinabile senza il supporto di un’Ia. Il settore della riprogrammazione biologica si è cimentato solo recentemente con questo ostacolo, con risultati notevoli, come dimostra AlphaFold di DeepMind, un’Ia in grado di fornire previsioni sulle strutture chimiche delle proteine.
Bezos, dunque, ha posto le basi per ottenere l’unica cosa che non può ancora avere: una vita più lunga. Se poi il team di Altos Labs riuscirà nel compito, questo è ancora da capire.
di Flavio Natale