Si avvicina il tempo del computing invisibile
Corning sta lavorando a una nuova serie di prodotti 5G chiamata Evolv.
di Luca De Biase
Mentre continua la battaglia tra Stati Uniti e Cina per il primato tecnologico, un fronte che si è dimostrato finora molto complicato è quello della nuova versione dello standard per le reti mobili, il cosiddetto 5G. Il tema della battaglia in questo caso è la presunta dominanza della Huawei, la compagnia cinese che è in grado di offrire quasi tutta la tecnologia fondamentale necessaria per costruire reti 5G, ma che gli americani accusano di voler fare gli interessi dell’espansionismo economico e politico cinese.
L’amministrazione americana ha da tempo deciso di rifiutare Huawei negli Stati Uniti e di lavorare perché anche gli altri Paesi occidentali non utilizzino le tecnologie della compagnia cinese. Il problema è che non è facile sostituire la sua tecnologia. Cisco, Ericsson, Nokia, sono chiamate a rispondere all’esigenza emergente. E alcune compagnie telefoniche denunciano che questo potrebbe ritardare la costruzione di queste nuove reti. Intanto, però, si affacciano all’orizzonte nuove idee. Per esempio quella che Corning sta sviluppando e che chiama Evolv. La caratteristica principale del 5G è che che le stazioni base non sono le poche grandi torri che oggi servono per i telefoni mobili: ad esse si aggiungono moltissime altre piccole stazioni base diffuse su tutto il territorio: questo - promettono i sostenitori di questo standard - aumenta la velocità, diminuisce la latenza e favorisce lo sviluppo dell’”internet delle cose”, cioè la diffusione di oggetti connessi alla rete e dunque in grado di operare con qualche grado di autonomia collaborando con altre macchine.
Corning ha sviluppato le sue tecnologie non invasive per servire alla diffusione di queste reti capillari del futuro. Si avvicina il tempo del computing invisibile preconizzato dal designer Don Norman.
LEGGI
di Luca De Biase, giornalista