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Resilienza 2.0: come l’Europa immagina il 2040 tra crisi globali e nuove opportunità

Il rapporto di previsione strategica della Commissione Ue delinea un futuro di pressioni crescenti: conseguenze del cambiamento climatico, invecchiamento demografico, nuove dipendenze tecnologiche. Serve una nuova visione globale nel lungo periodo.  

lunedì 15 settembre 2025
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Il concetto di resilienza è troppo spesso legato alla sola capacità di “resistere ai colpi”. Non basta reagire alle crisi: occorre imparare a “rimbalzare in avanti”, trasformando i sistemi economici e sociali per renderli più equi, sostenibili e democratici. Lo dichiara la Commissione europea nel nuovo “Strategic Foresight Report 2025” che introduce il concetto di “Resilienza 2.0”, indispensabile in un mondo segnato da conflitti, cambiamenti climatici, disuguaglianze e rivoluzioni tecnologiche che stanno cambiando il lavoro e la società.


Fig.1 Crisi recenti e megatrends

Le sfide da affrontare

Il documento, pubblicato il 9 settembre, mette in evidenza alcune pressioni globali che segneranno i prossimi decenni. La competizione geopolitica e il declino del multilateralismo minano la stabilità internazionale, mentre il cambiamento climatico continua a produrre ingenti danni economici, pari a 738 miliardi di euro nell’Ue negli ultimi quarant’anni. A questi fattori si aggiungono l’invecchiamento della popolazione, la dipendenza da materie prime critiche e la crescente vulnerabilità delle democrazie, esposte alla disinformazione e all’uso malevolo dell’intelligenza artificiale. Per l’Europa la sfida è duplice: conciliare competitività e autonomia strategica e allo stesso tempo accelerare la transizione energetica senza cadere in nuove dipendenze tecnologiche. È necessario governare l’esplosione dell’intelligenza artificiale, affrontare gli squilibri sociali che alimentano disaffezione e polarizzazione politica, e rafforzare un tessuto democratico sempre più fragile.


Fig. 2 Le sfide principali dell’Ue


Le priorità per il futuro dell’Europa

Per guardare al 2040 con strumenti adeguati, il Rapporto individua alcune aree di azione decisive. L’Unione dovrà definire una visione globale coerente, capace di rafforzarne il ruolo come attore geopolitico stabile. Dovrà garantire maggiore sicurezza interna ed esterna, facendo leva sulle tecnologie civili e militari. La ricerca e l’innovazione dovranno diventare un pilastro dell’autonomia europea, ma sempre definendo cornici etiche condivise. Allo stesso tempo servirà consolidare la resilienza economica di lungo periodo, preparandosi agli shock occupazionali e industriali. L’Europa del futuro dovrà saper proporre un modello di benessere inclusivo e sostenibile, capace di andare oltre il Pil come unico riferimento, e ripensare il sistema educativo per preparare i cittadini a carriere multiple, sviluppando creatività e capacità di adattamento. In un contesto segnato da polarizzazione e manipolazione digitale, la democrazia dovrà essere difesa come bene comune. Infine, sarà necessario mettere al centro la giustizia intergenerazionale, affinché le scelte compiute oggi non compromettano le opportunità di chi verrà domani.

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Anticipare le trasformazioni

Il messaggio del rapporto è chiaro: l’Europa non può più limitarsi a gestire emergenze. Deve imparare ad allenarsi a pensare il lungo periodo. Immaginare una Ue resiliente nel 2040 significa investire oggi in un’economia circolare e digitale, rafforzare i legami sociali e democratici, e progettare istituzioni in grado di decidere con rapidità anche in tempi di incertezza. Le politiche adottate oggi influenzeranno profondamente le vite dei cittadini di domani. La resilienza del futuro dipenderà dalla capacità di anticipare il cambiamento, e non di subirlo.

Scarica il Rapporto