Anziani europei sempre più poveri: la denuncia dell'agenzia di Francoforte
L'invecchiamento della popolazione e le spese crescente per l'assistenza sanitaria rischiano di far vacillare il sistema, dice l’autorità di vigilanza europea sulle pensioni. La Commissione Ue propone nuove soluzioni.
di Ilaria Delli Carpini
“L'Europa ha un problema pensionistico e i Paesi che non dispongono di solidi sistemi pensionistici integrativi sono davvero a rischio”. Qualche giorno fa Petra Hielkema, responsabile dell'Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali (Eiopa) con sede a Francoforte, ha lanciato l’allarme: “Un europeo su cinque è già a rischio di povertà in età avanzata... E se si considerano le donne, il rischio è superiore del 30%”, ha dichiarato in un'intervista a Politico.
Il problema è destinato a peggiorare: entro i prossimi 40 anni ci saranno solo 1,5 lavoratori per ogni pensionato (la metà del rapporto attuale). Con l'allungamento della vita media e il calo dei tassi di natalità, il tradizionale modello basato esclusivamente su un sistema pensionistico statale, diffuso per decenni, non è più sostenibile. Le spese crescenti per pensioni, sanità e assistenza a una popolazione che invecchia mettono sotto pressione i bilanci pubblici, richiedendo una riforma delle attuali politiche pensionistiche.
Per affrontare questa emergenza, la Commissione europea sta preparando nuove raccomandazioni per affrontare le sfide demografiche e finanziarie, con l’obiettivo di incoraggiare gli Stati membri a creare sistemi più resilienti e accessibili. Le proposte discusse dall’Ue includono: conti digitali per i risparmi e gli investimenti aperti a tutti i cittadini, sistemi per monitorare le pensioni, dashboard per fornire una panoramica chiara dei diritti acquisiti e incentivi fiscali per incoraggiare il risparmio previdenziale.

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Le difficoltà politiche e le iniziative nazionali
I Paesi scandinavi sono i meglio preparati ad affrontare questa crisi perché hanno adottato da tempo un sistema pensionistico pubblico affiancato da solidi fondi pensione aziendali e investimenti individuali. Un modello che garantisce ai pensionati una maggiore sicurezza economica.
Al contrario, in molte nazioni dell'Europa meridionale e orientale, l'assenza di sistemi integrativi robusti e una scarsa informazione sui diritti pensionistici lasciano i cittadini impreparati. Proprio per questo, una delle misure più rilevanti previste dalle nuove raccomandazioni della Commissione europea riguarda l'introduzione dell'iscrizione automatica ai fondi pensione aziendali, un modello già in atto in italia, Polonia e Regno Unito. L'idea è estendere questo meccanismo anche ai lavoratori autonomi e precari, per garantire a tutti un futuro più sicuro.
Le riforme pensionistiche sono però politicamente complesse. Il governo francese di François Bayrou, ad esempio, ha perso il sostegno dei socialisti quando lavoratori e datori di lavoro non hanno trovato un accordo sulle riforme pensionistiche. Mentre in Germania il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha suggerito un nuovo programma pensionistico per i giovani, scatenando la reazione negativa da parte dei sindacati in difesa del sistema pensionistico statale.
Il piano tedesco, chiamato "Frühstart Rente", ovvero la “pensione a inizio anticipato”, mira a costruire una cultura del risparmio previdenziale tra i giovani. Il segretario generale dell’Unione cristiano-democratica (Cdu) Carsten Linnemann ha spiegato al quotidiano Neue Westfälische che “a partire dal primo gennaio 2026, tutti i bambini di sei anni riceveranno dieci euro al mese fino al compimento dei 18 anni”. Ma questo sistema presenta delle lacune. Secondo le stime della banca digitale tedesca Trade Republic, con un rendimento annuo del 7%, questa somma potrebbe raggiungere i 65 mila euro al momento del pensionamento. Tuttavia, le incertezze legate all'inflazione e ai futuri rendimenti dei mercati pongono dei dubbi sulla reale efficacia del piano come unica soluzione.
L'iniziativa potrebbe, in ogni caso, rappresentare un passo importante per promuovere la consapevolezza finanziaria e stimolare un dibattito sulla necessità di integrare le pensioni statali.
Copertina: Sven Mieke/unsplash