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Crisi climatica: rilevata per la prima volta un’inversione nella circolazione oceanica

Il fenomeno è stato individuato da un team di ricerca internazionale. Conseguenze potenzialmente disastrose: in futuro l’Europa rischia una “mini era glaciale” e le emissioni potrebbe risalire dall’oceano, dove sono conservate.

giovedì 10 luglio 2025
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Le notizie sul cambiamento climatico sono ormai così frequenti da passare quasi inosservate. Innalzamento delle temperature, alluvioni, siccità sono parole che ritornano ciclicamente nelle nostre giornate, e le sentiamo talmente spesso che ci siamo assuefatti alla loro gravità.

Ma da alcuni giorni capita di incrociare notizie che colpiscono più di altre. Per la prima volta nella storia, una grande corrente oceanica nell'emisfero australe ha invertito la sua direzione, segnando un punto di svolta potenzialmente “catastrofico” nell’equilibrio climatico globale.

Il fenomeno è stato rilevato dalle osservazioni satellitari di un team di ricerca internazionale guidato dagli scienziati dell'Institut de Ciències del Mar (Icm-Csic) di Barcellona. “La sorprendente inversione della circolazione oceanica nell'emisfero australe conferma che il sistema climatico globale è entrato in una fase catastrofica”, ha commentato l'attivista per il clima Ben See in un post.

Questa inversione, che ha scatenato l’allarme in tutta la comunità scientifica, riguarda alcune correnti dell'Atlantico meridionale, una parte di quel grande “nastro trasportatore” che è l’Amoc, il più importante sistema di correnti oceaniche atlantiche che trasporta acqua calda negli strati superficiali verso nord, dove si raffredda, sprofonda e torna a sud come acqua fredda.

Amoc al “tipping point”? Confermato il collasso delle correnti atlantiche entro fine secolo

L’arresto dell’Amoc, fondamentale per la regolazione del clima, potrebbe essere più vicino del previsto, rivela un nuovo studio pubblicato su Nature. Crollo delle temperature in Europa e interruzione delle piogge tropicali tra gli effetti.

di Maddalena Binda

Questo sistema di correnti svolge un ruolo cruciale, sia perché regola le temperature globali, sia perché immagazzina anidride carbonica negli oceani. I dati dell'Icm mostrano che il flusso della corrente si è invertito da nord a sud per diversi mesi consecutivi nel 2023, il primo evento del genere in 30 anni di monitoraggio.

“Si tratta di un'osservazione senza precedenti e di un potenziale punto di svolta”, ha commentato la fisica e autrice principale dello studio Marilena Oltmanns, avvertendo che i cambiamenti potrebbero “alterare la capacità dell'Oceano Antartico di immagazzinare calore e carbonio”.

Dati questi chiari di luna, in molti ipotizzano che le correnti che fanno parte dell’Amoc potrebbe arrestarsi nei prossimi anni, con conseguenze disastrose. Come riporta il sito di informazione bneIntellinews: “L'Amoc porta acqua calda in Europa dall'equatore e, quando smetterà di scorrere, ciò porterà a una mini era glaciale in Europa, con temperature invernali in calo di 10-30 gradi. Mentre gli scienziati sono certi al 98% che l'Amoc cesserà di scorrere entro il 2100, studi recenti suggeriscono che il collasso potrebbe verificarsi già quest'anno, o almeno nei prossimi decenni”.

Il rapporto dell'Icm segnala che l'inversione di questa corrente potrebbe liberare anche enormi quantità di anidride carbonica. L’oceano assorbe attualmente il 25% di tutte le emissioni antropogeniche di CO₂, e se questo ruolo venisse compromesso una mole enorme di anidride carbonica potrebbe risalire dalle profondità oceaniche.

“Questo potrebbe raddoppiare le attuali concentrazioni atmosferiche di CO₂”, si legge nello studio. Con il rischio di vanificare le strategie di mitigazione esistenti, che a quel punto sarebbero troppo morbide rispetto alla minaccia climatica.

“Il pianeta ci sta inviando segnali sempre più chiari che stiamo superando soglie critiche”, ha avvertito l'Icm, secondo cui siamo passati da uno stato di “stress climatico cronico” a uno di “crollo sistemico acuto”. E noi non possiamo che essere d’accordo.

Copertina: Andrzej Kryszpiniuk/unsplash