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Strategic foresight nella Pa: a che punto siamo?

Dalla formazione del personale all’integrazione nelle strategie organizzative, il nuovo Quaderno Sna esplora come istituzionalizzare la previsione strategica nei processi decisionali pubblici. In Italia le esperienze sono ancora limitate.

di Tommaso Tautonico

mercoledì 21 maggio 2025
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Saper prevedere in anticipo la possibile evoluzione degli scenari futuri è una competenza fondamentale per i decisori politici. Mai come prima d’ora, gli scenari cambiano in modo repentino e le pubbliche amministrazioni faticano ad essere resiliente. È possibile istituzionalizzare lo strategic foresight, o previsione strategica, nella Pa italiana? A questa domanda offre una risposta il Quaderno della Scuola nazionale dell’amministrazione (Sna) “Verso l’ecosistema italiano di strategic foresight”, curato da Sabrina Bandera, Stefano Battini e Andrea Lippi, presentato recentemente.

Fig. 1 Vecchio policy design vs nuovo approccio

Lo strategic foresight è uno strumento di supporto alle decisioni e al pensiero strategico. Se integrato nel ciclo di policy, sottolinea la ricerca, può rafforzare la capacità dei decisori di anticipare rischi e opportunità e affrontare scenari futuri, con la capacità di analizzare l’impatto delle scelte nel lungo periodo. Negli ultimi anni c’è stata un’attenzione crescente verso questo strumento, ma in che modo può contribuire davvero alle decisioni pubbliche?

In primo luogo, sottolinea lo studio, occorre distinguere il piano dei contenuti da quello dei processi. Nel primo caso, il foresight facilita l’identificazione dei rischi e delle opportunità in maniera sistematica e informata, basandosi su dati ed evidenze scientifiche. Per quanto riguarda il contributo ai processi, il foresight crea l’opportunità per collaborare con attori, come cittadini o stakeholder, rafforzando l’impianto partecipativo dei processi decisionali.


Italia e resto del mondo

Negli ultimi anni diversi Paesi hanno integrato lo strategic foresight a livello di governo. In Portogallo, il Centre for planning and evaluation for public policies (PlanAPP) è un’istituzione pubblica creata nel 2021 con l’obiettivo di rafforzare la capacità dello Stato di formulare, attuare e valutare politiche pubbliche basate su evidenze, adottando un approccio integrato e sistemico alla pianificazione strategica e all’analisi di previsione. Al centro della sua missione c’è il sostegno all’intero ciclo delle politiche pubbliche – dalla fase di anticipazione a quella di monitoraggio e valutazione – con particolare attenzione alla qualità metodologica e alla coerenza strategica degli interventi pubblici. Anche Paesi Bassi e Finlandia si sono dotati di strutture simili.

Purtroppo, continua la ricerca, l’Italia non è tra i Paesi più avanzati nell’adozione dello strategic foresight, registrando sporadiche esperienze, come quelle avviate dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e dal ministero Affari Esteri e cooperazione internazionale.


Fig. 2 La strategia SNSvS

Il Mase ha avviato una riflessione sullo strumento dello strategic foresight a partire dai percorsi di attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e che, dal 2017, hanno trovato riscontro nella Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS) e nella costruzione di un quadro di riferimento in materia di coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, il Programma di azione nazionale. Il ministero degli Esteri svolge un ruolo centrale nella proiezione dell’Italia nel mondo. Nel 2022 è stata istituita la nuova Direzione generale per la diplomazia pubblica e culturale, con l’obiettivo di rendere il soft power italiano uno strumento sempre più efficace di influenza, promozione dei nostri interessi nel mondo e di costruzione di un consenso globale sui temi che l’Italia considera prioritari. All’interno della Direzione è stata istituita da diversi anni l’Unità di Analisi e programmazione, statistica e documentazione storica che svolge attività di analisi sulle tendenze globali e sulle evoluzioni del sistema internazionale, consultando partner internazionali (Unione europea, G7 e Nato), centri di ricerca e think tank.

Il percorso di istituzionalizzazione

Istituzionalizzare il foresight significa renderlo parte integrante di un vero e proprio mindset amministrativo, che influenza il modo stesso in cui i problemi vengono formulati e affrontati fin dalle prime fasi del policy-making. Per arrivare a questo risultato, conclude la ricerca, è fondamentale mettere a disposizione dei funzionari pubblici percorsi formativi specifici, accompagnati da azioni concrete per incoraggiare e spingere la sua applicazione da parte di leader e dirigenti. In questo modo si promuoverebbe la creazione di una cultura organizzativa che valorizzi l’integrazione di prospettive di lungo termine. Inoltre, condividere conoscenze e buone pratiche attraverso piattaforme e network può creare lo spazio per nuove collaborazioni e innovazioni, anche metodologiche, per affrontare meglio le sfide globali, sempre più caratterizzate da complessità e incertezza.

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Copertina: 123rf