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Speranza e distopia: immaginare il futuro tra narrativa, cinema e videogiochi

Il numero speciale della rivista Futuri esplora come le narrazioni distopiche e utopiche influenzino la società, offrendo strumenti per ripensare il presente e le sue sfide, dalla crisi climatica allo sviluppo tecnologico.

martedì 7 gennaio 2025
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Distopia, apocalisse e post-umanesimo sono alcune delle parole chiave di “Apocalypse, hope, and dystopia between fiction and society”, il numero speciale della rivista Futuri che attraverso l’analisi di libri, film e videogame riflette sull’influenza delle narrazioni distopiche e utopiche sulla vita quotidiana e sulla loro capacità di offrire “scenari possibili per ripensare il presente e immaginare delle alternative”. Solitamente pubblicata ogni sei mesi dall’Italian institute for the future, il numero speciale della rivista diretta da Roberto Paura raccoglie i risultati della conferenza internazionale “Electricdreams – Between fiction and society”, che si è svolta a ottobre del 2022.

La narrativa distopica immagina mondi alle prese con conseguenze di disastri ambientali, dittature o tecnologie fuori controllo; quella apocalittica racconta dell’imminente fine del mondo a causa di guerre nucleari o pandemie. In molti casi, come la serie di film Mad Max, queste prospettive si sovrappongono e le opere di finzione raccontano distopie nate da eventi apocalittici. In queste narrazioni, spesso cupe e opprimenti, la speranza diventa un’emozione attiva, il motore che permette ai personaggi di immaginare un futuro diverso. Ne sono un esempio le protagoniste di V per Vendetta di Alan Moore e David Lloyd o del Racconto dell’ancella di Margaret Atwood, che attraverso le proprie azioni lottano, più o meno apertamente, per contrastare i regimi oppressivi e mantenere la propria identità. Molti film distopici usciti negli ultimi anni sono accomunati proprio dall’esaltazione della collettività e dei valori condivisi a discapito dei diritti, delle libertà e delle caratteristiche individuali delle persone. 

Costruire immaginari: come le narrazioni fantascientifiche aiutano a plasmare il futuro

Romanzi, film e serie tv sci-fi raccontati al Congresso nazionale di Futures studies dell’Iif. Queste opere possono individuare i “segnali deboli” che caratterizzeranno i trend dei prossimi anni.

di Flavio Natale 

Il numero speciale di Futuri affronta anche il ruolo della narrativa speculativa: attraverso le rappresentazioni di personaggi, eventi o ambientazioni non reali questo tipo di narrativa mette in discussione il presente e permette di esplorare prospettive inedite. Non si tratta solo di una forma di intrattenimento, ma di un mezzo per riflettere su temi come il cambiamento climatico, l’urbanizzazione o le conseguenze dello sviluppo tecnologico. Nel libro New York 2140, ad esempio, Kim Stanley Robinson immagina una città parzialmente sommersa che, grazie allo sviluppo tecnologico e all’utilizzo di nuovi materiali, è riuscita ad adattarsi e a prosperare nonostante l’innalzamento del livello del mare. Il fumetto La terra dei figli di Gipi riflette sugli effetti divisivi di Internet e dei social media, e in particolare delle “bolle” o delle “camere dell’eco” online, sulle relazioni umane e sulla società: il mondo ne La terra dei figli è abitato dai fedeli, un gruppo di persone che comunicano in un linguaggio sgrammaticato e incomprensibile agli estranei e attaccano chiunque abbia opinioni diverse dalle loro.

Nel numero di Futuri non mancano gli approfondimenti sull’impatto dei videogiochi che, grazie a un’ambientazione immersiva e alla loro natura interattiva, permettono ai giocatori di diventare protagonisti attivi nell’immaginazione e nella creazione di mondi virtuali. Ne è un esempio Stardew Valley, un videogame in cui il giocatore, vestendo i panni di un impiegato alienato dal proprio lavoro, decide di far rinascere la fattoria lasciata in eredità dal nonno. Nella serie Horizon Zero Dawn e Horizon Forbidden West l’umanità deve affrontare alcune sfide, dal collasso ambientale agli scontri tra tribù, in un mondo post-apocalittico e cercare di creare un futuro migliore. Questi videogiochi sono stati tuttavia criticati per le proprie contraddizioni: da un lato creano mondi alternativi, di fuga dalla vita frenetica nel caso di Stardew Valley e di approccio anticapitalista nel caso della serie Horizon, dall’altro ripropongono visioni e approcci del mondo reale, in cui per vincere è necessario raggiungere il “sogno americano”, accumulare risorse e aumentare la produttività.