Il rapporto Signals spotlight: “Esistono metodi pratici per coltivare la speranza”
Un'analisi delle sfide e delle opportunità per garantire un'eredità equa alle generazioni future, un progresso tecnologico responsabile e comunità resilienti e connesse. Dal nuovo documento dell'Undp.
Settembre 2024 sarà testimone di un evento cruciale: il Summit del Futuro. In vista di questo incontro, che riunirà i leader mondiali per forgiare un nuovo consenso sulle sfide presenti e quelle all’orizzonte, la questione dell’eredità alle future generazioni assume un'importanza critica. Il recente Signals spotlight dell'Undp, il Programma delle Nazioni unite per lo sviluppo, offre una panoramica delle aree in cui questa eredità è in dubbio e dove, con gli opportuni interventi, possono aprirsi delle opportunità.
Il documento dell'Undp si basa sulle osservazioni del personale sul campo, una rete globale di oltre 300 "esploratori di segnali" che monitorano costantemente i cambiamenti emergenti. Questa rete ha segnalato centinaia di cambiamenti durante l'ultimo anno, selezionando quelli che potrebbero diventare più significativi nei prossimi dieci anni, e consultando poi esperti internazionali e giovani per ottenere una prospettiva completa.
I 16 temi scelti sono stati raggruppati in tre sezioni principali: equità intergenerazionale, progresso tecnologico responsabile, comunità resilienti e connesse. Questi temi sono stati selezionati per la loro rilevanza per l'equità tra generazioni, la crescente importanza per lo sviluppo e il potenziale per un cambiamento di direzione significativo.
Speranza per un futuro equo
Questa sezione esplora le opportunità di giustizia tra le specie, nella convinzione che i processi decisionali dovranno considerare i bisogni interdipendenti delle entità umane e non umane. Un numero crescente di Paesi, inclusi Ecuador, Brasile e Bolivia, riconoscono i diritti della natura nelle loro costituzioni o leggi. Anche l’Italia, non citata nel Rapporto, con il nuovo articolo 41 della Costituzione tutela esplicitamente l’ambiente. L'idea centrale è che un futuro equo significhi garantire possibilità di prosperare sia per le generazioni attuali che future. Alcuni governi stanno già adottando legislazioni a lungo termine sui diritti della natura e delle generazioni future, mostrando interesse per modelli economici alternativi che siano più equi per le persone e per il pianeta.
Preoccupano le “nuove frontiere” del conflitto, dalla competizione per le risorse naturali come terra e acqua a quella per i minerali critici per le tecnologie green e i veicoli elettrici. Anche l’intelligenza artificiale è riconosciuta come una “dimensione imprevedibile” dei conflitti futuri: la corsa all’Agi, l’intelligenza artificiale generale, secondo il Rapporto “potrebbe destabilizzare la sicurezza globale in modi che ricordano l’introduzione delle armi nucleari”.
Cosa fare allora? Gli investimenti nello sviluppo sostenibile, dice l’Undp, possono contribuire a spezzare il ciclo della fragilità e a costruire stabilità affrontando le cause dei conflitti. Per il rafforzamento delle istituzioni sarebbe invece utile incoraggiare forme di partecipazione democratica dei cittadini, come assemblee civiche e consultazioni digitali.
Speranza in un progresso tecnologico responsabile
I progressi rapidissimi nella scienza e nella tecnologia, dall'intelligenza artificiale alla biotecnologia, offrono enormi opportunità di sviluppo. Tuttavia, per garantire che i benefici di queste tecnologie siano equamente condivisi attraverso luoghi e generazioni, è essenziale una cooperazione multilaterale e una governance responsabile. Le tecnologie non sono neutre e richiedono una gestione attenta per massimizzare il bene comune.
Non solo l’intelligenza artificiale sta correndo più veloce degli stessi tentativi di regolamentarla. Anche lo spazio è sempre più congestionato, con il numero di satelliti che aumenta del 30% ogni anno e l’inquinamento in crescita. Intanto, prosegue lo sviluppo di tecnologie per il teletrasporto, così come l’estrazione di asteroidi potrebbe divenire una realtà commerciale nel prossimo decennio. Tutto ciò, dice l’Undp, rende lo spazio “un campo intrigante, redditizio e contestato”, intorno al quale è necessario rafforzare la cooperazione multilaterale, anche per non escludere le nazioni più povere dai potenziali benefici delle attività spaziali.
Speranza di comunità resilienti e connesse
Quest’area include le minacce alle comunità, come i traumi persistenti dovuti a conflitti e disastri, la disinformazione digitale e la sensazione di "vuoto" tra alcuni giovani. Per contrastare le fake news, una soluzione potrebbe essere l’implementazione di progetti di “alfabetizzazione mediatica”, sulla scia di quanto sta accadendo nelle scuole statunitensi. Tra le sfide emotive che i giovani affrontano ci sono anche l’isolamento e la solitudine: governi come Francia, Spagna e Giappone, riferisce il Rapporto, stanno investendo in programmi per affrontare il problema. Alcune startup si stanno concentrando su iniziative di “connessione sociale”.
Nel frattempo, emergono segnali di speranza negli investimenti nei legami sociali e intergenerazionali. I modelli di vita e lavoro multigenerazionali stanno facendo ripensare al nostro modello di vita lineare, mentre i progressi verso l'uguaglianza di genere, seppur lenti, migliorano le prospettive di prosperità per tutti.
La speranza ha un ruolo centrale nel documento, non come atteggiamento spensierato ma come ottimismo pragmatico: esistono “metodi pratici” per coltivarla, occorre chiedersi come sfruttare al meglio le opportunità. Anche nei contesti più difficili di conflitto o di crisi, la speranza è centrale per alimentare il senso di scopo delle persone e un percorso di uscita dalla disperazione.
“Può essere difficile sentirsi fiduciosi in un mondo in cui due miliardi di persone vivono in conflitto. C'è la tentazione di rimandare i problemi di domani nell'urgenza di oggi. C'è anche la tentazione di pensare che il futuro sia inevitabile. Al contrario”, si legge nel Rapporto, “viviamo in un mondo di grandi possibilità. Non possiamo presumere di sapere cosa vorranno o di cui avranno bisogno le generazioni future, ma dovremmo lasciare un'eredità di scelte. Lo Spotlight dimostra che ogni giorno le persone, le comunità e i governi fanno scelte che possono condurci verso un futuro migliore, per tutte le generazioni”.