Il telefono stupido, la rivoluzione culturale che può cambiare l’insegnamento
La Buxton School in Massachusetts ha concluso il primo anno di un esperimento semplice ma innovativo: vietare gli smartphone dotando invece gli studenti di “dumb phone” a funzioni limitate. Quasi tutti concordano sul fatto che la scuola sta meglio senza quei “dispositivi infernali”.
“Gli studenti della Buxton – un liceo privato del Massachusetts occidentale – continueranno a disporre di WiFi, computer portatili e tablet e tutta la tecnologia necessaria per i compiti scolastici e per rimanere in contatto con le famiglie e i social network. E tutti nel campus avranno un telefono ‘stupido’, per chiamare e mandare messaggi”. È quanto si legge sulla lettera che i dirigenti della scuola hanno inviato a studenti e genitori per annunciare la decisione di dare a tutti i membri del campus, compresi docenti e personale, un telefono con funzionalità limitate. I dispositivi, scrive The Guardian, possono effettuare chiamate, inviare messaggi (lentamente) e non sono in grado di caricare le applicazioni moderne; sono invece dotati di versioni volutamente ingombranti di applicazioni musicali e di mappatura. Hanno le dimensioni di un mazzo di carte, con schermi in bianco e nero. La notizia è stata segnalata anche da “Media e dintorni”, la rubrica settimanale sull'informazione e la tecnologia in onda ogni domenica su Radio radicale.
Light è l'azienda a cui la scuola si è rivolta per l’acquisto dei dispositivi. Con una tecnologia progettata intenzionalmente per essere usata il meno possibile, nasce come alternativa ai monopoli tecnologici che si contendono in modo sempre più aggressivo il nostro tempo e la nostra attenzione.
"È un problema importante", ha dichiarato Arnold Glass, professore di Psicologia alla Rutgers University, che ha condotto ricerche sull'impatto dei cellulari sul rendimento degli studenti. "Perdono da mezzo a un intero voto se possono consultare il cellulare in classe".
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Dopo il primo anno di prova, conclusosi lo scorso luglio, sembra che i feedback siano stati tutti positivi, gli insegnanti hanno apprezzato i cambiamenti nel comportamento proprio e degli studenti e nel loro rendimento. Ci sono meno interruzioni durante le lezioni, più interazioni significative nel campus e meno tempo trascorso sugli schermi. "Abbiamo trovato un buon modo di affrontare il problema", ha detto Scott Hunter, che insegna Inglese e musica, a proposito degli smartphone.
È difficile dire come la nuova politica sui telefoni stia influenzando il rendimento scolastico, perché la Buxton usa un sistema di valutazione narrativa, dunque alternativa ai voti. Ma dal punto di vista culturale, dice Peter Beck, direttore della scuola, la mossa è stata trasformativa, spesso in modi piccoli ma cumulativamente significativi: "Le persone si fermano a chiacchierare dopo le lezioni". Un altro effetto è stato l'aumento degli studenti che si sono iscritti al corso di fotografia della scuola, che utilizza macchine fotografiche a pellicola. Anche gli studenti infatti, dopo i primi momenti di panico sono contenti della scelta soprattutto dal punto di vista della socialità.
La Buxton non è la sola a cercare di limitare l'uso degli smartphone nelle scuole. Dal 2020, secondo il National Center for Education Statistics (Nces) degli Stati Uniti, più di tre quarti delle scuole americane hanno deciso di limitare l'uso non a fini accademici dei dispositivi. La Francia ha vietato l'utilizzo degli smartphone nelle scuole nel 2018. Ma se l'approccio "Light Phone" delle scuole private possa - o debba - essere applicato alle scuole pubbliche alle prese con la gestione dei cellulari è oggetto di dibattito. Alcuni si chiedono se i fondi destinati alle scuole pubbliche, già in difficoltà, possano essere impiegati in maniera più efficiente. Inoltre, si sottolinea che, essendo la scuola luogo di apprendimento di nuove competenze, l'uso responsabile della tecnologia dovrebbe essere integrato come fattore cruciale nel programma di studi.
In ogni caso la Buxton School osserva un aumento generale del benessere e della soddisfazione tra studenti e personale. Il preside scrive a Light: “Vedere le persone che fanno nuove amicizie, che giocano insieme all'aperto, che si salutano quando si incrociano: è incredibile la differenza che ha provocato questo cambiamento. Se quello che sto vedendo alla Buxton è indicativo, spero che altre comunità adottino in massa i ‘telefoni leggeri’ o tecnologie simili. È bello da vedere, e bello farne parte".
Immagine di copertina: Robin Worrall/unsplash