Gli investimenti nel “never normal”, tra gestione del rischio e sostenibilità
Inflazione, tensioni geopolitiche, transizione ecologica. Al convegno di Itinerari Previdenziali gestori e investitori a confronto sulle strategie dei prossimi anni. La centralità degli Esg e il ruolo delle tecnologie.
Dopo un 2022 difficile per i mercati finanziari, il 2023 ha registrato un parziale recupero ma il contesto rimane ancora incerto. Quali i possibili riflessi su patrimoni e investimenti? Se ne è discusso nel convegno di fine anno organizzato il 5 dicembre a Roma dal Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, dal titolo “Never normal vs older risk: come affrontare il nuovo paradigma”.
“Siamo entrati in un ‘never normal’, cioè un contesto instabile e in continua evoluzione dove la normalità è sparita”, ha dichiarato il presidente di Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla aprendo il convegno. E ai vecchi e nuovi rischi “si sono aggiunte alcune sfide relativamente nuove tra cui una nuova era di bassa crescita, elevati livelli di debito pubblico, spinte alla deglobalizzazione, incertezze geopolitiche, transizione demografica e cambiamento climatico”.
Nel primo panel, moderato da Gianmaria Fragassi, i gestori di fondi si sono confrontati su strategie, strumenti e asset class per affrontare il nuovo paradigma. Valeria Falcone, head of Europe Value-add investing di Barings, ha spiegato come nell’ultimo anno l'effetto del rialzo dei tassi di interesse si sia fatto sentire pesantemente sul mercato immobiliare commerciale. L’aumento del costo del debito potrebbe però creare opportunità sul mercato, con i proprietari immobiliari che hanno necessità di rifinanziare i prestiti esistenti. Andrea Pescatori, Ceo e Managing partner di Ver Capital, ha sottolineato che bassa crescita, inflazione e conseguenti tassi elevati possono creare condizioni favorevoli per l’asset class del Senior debt europeo (debito che ha la priorità rispetto ad altri debiti non garantiti o altri più recenti, “junior”), “capace di massimizzare i ritorni grazie alla sua natura prevalentemente a tasso variabile". Alessio Rocchi, partner di IICapital Advisors, ha analizzato le tendenze dei private markets, attività che non sono scambiate su alcun mercato regolamentato, prevedendo una crescita del mercato secondario.
La silver economy sarà la grande economia del prossimo decennio
Il nuovo Quaderno di Itinerari previdenziali sulle potenzialità dell’“economia d’argento”, un’opportunità di “crescita e investimento” globale. Italia agli ultimi posti in Europa sulle politiche per l’invecchiamento attivo.
Transizione energetica ed Esg tra i settori di maggiore interesse secondo Pierluigi Curti, direttore investimenti finanziari della Fondazione Enpam: “Questi temi declinano il principio One health, che abbiamo adottato in sede di consiglio, perché al centro c’è il benessere del sistema a tutti i livelli”. Ma parlare solo di Esg non è sufficiente, secondo Pierfranco Di Muro, responsabile Investimenti di Fondo Pensioni: la sostenibilità deve essere il quadro d’insieme e caratterizzare le attività del gestore.
“Il nuovo paradigma, caratterizzato da un rischio geopolitico crescente e da dinamiche strutturali e cicliche nuove”, ha detto Enzo Corsello, country head Italy per l’Italia di Allianz Global Investors, “rende necessaria la costruzione di un portafoglio multiasset”. La preferenza va alla componente obbligazionaria, bene anche investire sull’oro come fattore di stabilizzazione. Massimiliano Marzo, Chief economist di Riv Capital, ha evidenziato il ruolo delle tecnologie nell’elaborazione delle strategie d’investimento: “L’avvento dell’intelligenza artificiale permette di ripensare sia le prospettive di crescita sul segmento azionario, con una prospettiva a medio-lungo termine, sia di adottare importanti innovazioni proprio dal lato delle attività di trading in senso stretto”. Non solo Ai però: il machine learning, la blockchain e le critpovalute saranno gli altri pilastri della digital finance, ha aggiunto. Secondo Giuseppe Patriossi, partner di Prometeia Advisor Sim, “l’inflazione sta scendendo, i numeri ci fanno sperare. A livello di banche centrali, crediamo che Stati Uniti ed Europa siano arrivati alla fine del percorso restrittivo. Nel 2022 si è verificato un repricing fortissimo di tutte le asset class. Per gli investitori la strategia fa la differenza, l’orientamento a lungo termine è la chiave, gli obiettivi sono rimasti quelli ma è cambiato il ruolo che la componente obbligazionaria può essere in futuro”.
“Se non ci saranno nuovi shock sui prezzi, crediamo che il 2024 e il 2025 saranno caratterizzati da una crescita salariale superiore a quella dell’inflazione. Questo dovrebbe dare fiato alle famiglie per quanto riguarda i consumi”, ha affermato Riccardo Barbieri Hermitte, direttore generale del Tesoro. Nella parte finale del convegno, Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali, ha analizzato il contesto geopolitico attuale, a partire dal conflitto in Europa: “La sconfitta dell’Ucraina porterebbe al crollo della Nato, la Russia tornerebbe una superpotenza. Dopo la crisi in Ucraina la Germania ha messo sul piatto 100 miliardi di euro sulla difesa. L’Italia ha bisogno di credibilità internazionale per sedersi al tavolo da protagonista”.
Fonte dell'immagine di copertina: profilo X di Itinerari Previdenziali