Ormai è chiaro: grazie alle “superbatterie” e al calo dei prezzi l’auto elettrica dominerà il futuro
Autonomia di 1.200 chilometri e tempi di ricarica in 10 minuti: queste le promesse delle nuove batterie “allo stato solido”. Obiettivi ambiziosi degli Stati e corsa agli investimenti per Giappone, Europa, Stati Uniti e Cina. L’India domina il mercato elettrico a due ruote.
di Flavio Natale
Quali sono le tre qualità che gli automobilisti desiderano di più per un’auto elettrica? Una lunga autonomia, un breve tempo di ricarica e un prezzo competitivo. Per raggiungere questi obiettivi, si legge sull’Economist, che di recente ha dedicato al tema una serie di articoli, le case automobilistiche hanno cercato di sostituire le tradizionali batterie agli ioni di litio, che alimentano la maggior parte dei moderni veicoli elettrici, con delle nuove promesse, le batterie “allo stato solido”.
Funzionano in modo simile a quelle agli ioni di litio, avendo “due elettrodi con carica positiva e negativa, un separatore piazzato tra di essi e un elettrolita”. A differenza però di queste ultime, “le batterie allo stato solido hanno l’elettrolita solido” (da cui il nome).
Queste nuove “superbatterie” permettono una ricarica più rapida e un’autonomia maggiore. E dopo anni di ostacoli tecnici, gli sforzi per realizzarle stanno dando i loro frutti.
Toyota, che si occupa di batterie “a stato solido” dal 2012, ha annunciato che inizierà a produrle su scala industriale dal 2027. L’azienda nipponica ha dichiarato che la sua nuova batteria fornirà a un veicolo elettrico un'autonomia di circa 1.200 chilometri, circa il doppio rispetto ai modelli esistenti, con un tempo di ricarica pari a 10 minuti.
Ma Toyota non è la sola. Dati prestazionali simili vengono pubblicizzati anche da Nissan, che sta costruendo un impianto pilota a Yokohama per produrre batterie “allo stato solido” entro il prossimo anno, e Bmw, che sta sviluppando batterie con Solid power, un’azienda con sede in Colorado. Discorso simile vale per Volkswagen, che si sta avvalendo del supporto di QuantumScape, startup della Silicon Valley.
Il ruolo dei governi
Se le industrie fanno da rompighiaccio, i governi lavorano ai fianchi. Le severe normative sulle emissioni hanno fatto molto in questi anni per promuovere la diffusione dei veicoli elettrici. Un esempio è il regolamento approvata dall’Unione europea che vieta la immatricolazione di nuove automobili a benzina e diesel dal 2035 in poi. La Cina prevede una sostituzione del 20% del parco automobilistico endotermico entro il 2025, e il definitivo abbandono delle auto a combustione interna entro il 2035. Joe Biden ha presentato ad aprile alcune proposte per imporre limiti severi sulle emissioni dei veicoli. Tra queste, una è particolarmente ambiziosa: fare in modo che due terzi delle nuove automobili vendute nel 2032 siano elettriche. Il presidente Usa sta sostenendo questo obiettivo con ingenti aiuti alle industrie nazionali, in particolare grazie all’Inflation reduction act del 2022, che sovvenziona le vendite di veicoli elettrici fabbricati in America, con batterie a produzione nazionale ricavate da materie prime fornite in patria o da partner economici esteri.
Anche abbattendo le emissioni il mare salirà: occorre adattarsi all’inevitabile
Il livello delle acque aumenterà di 10-25 centimetri entro il 2050 e continuerà a crescere nella seconda metà del secolo. Dalle isole galleggianti alle città spugna: ecco come i Paesi provano ad affrontarlo.
Le case automobilistiche statunitensi stanno investendo (e investiranno) somme consistenti nel settore: circa 1.200 miliardi di dollari entro il 2030, secondo l’agenzia di stampa Reuters. La General Motors ha dichiarato che diventerà completamente elettrica entro il 2035 e Ford vuole che la sua divisione europea faccia lo stesso entro il 2030. L'obiettivo di Stellantis, nata dalla fusione nel 2021 di Fiat Chrysler e del Gruppo Psa, proprietario di Citroën e Peugeot, è convertire la produzione dell’intero parco auto europeo e metà di quello americano in elettrico entro il 2030. Volkswagen dichiara che diventerà completamente elettrica entro il 2033 in Europa, così come Audi (appartenente al Gruppo Volkswagen).
Lo strano caso dell’India
Si pensa spesso che veicolo elettrico significhi auto elettrica, ma non è sempre così. Al di fuori degli Stati occidentali, soprattutto in India, le due ruote sono il mezzo delle classi medie. Oltre il 70% di tutti i veicoli sulle strade indiane sono a due ruote, soprattutto scooter e motociclette. I risciò a tre ruote costituiscono un altro 10%. Queste due categorie hanno rappresentato il 92% dei veicoli elettrici registrati in India nel 2022.
La crescita è impressionante. Secondo la società di ricerche Counterpoint, le due ruote elettriche hanno costituito il 4% dei 16 milioni di scooter e motociclette venduti nel 2022, tre punti percentuali in più rispetto all’1% del 2021. I risciò elettrici si stanno diffondendo molto più velocemente. Dei 632mila veicoli a tre ruote venduti nel 2022, circa il 40% erano elettrici. Si prevede che tale percentuale salirà al 95% entro la fine di questo decennio. I veicoli a quattro ruote sono invece in ritardo. Solo l’1,3% dei 3,8 milioni di auto immatricolate in India lo scorso anno erano elettriche, rispetto allo 0,5% del 2021.
Lo sviluppo dei mezzi elettrici è in gran parte alimentata dagli incentivi statali, sia per i produttori che per i consumatori (anche se a volte i costi restano comunque alti). I finanziamenti hanno stimolato la crescita di startup di scooter elettrici come Ola Electric Mobility e Okinawa, che hanno conquistato grandi fette di mercato, sebbene nuove aziende stiano emergendo. L’obiettivo del governo indiano è chiaro: entro il 2030 i veicoli elettrici dovranno costituire il 30% della vendita di automobili private, il 70% di vetture commerciali e l’80% di veicoli a due e tre ruote.
Dovunque si guardi, sembra dunque che i maggiori deterrenti all’acquisto di un’auto elettrica sono (o saranno) pian piano superati. Dopo un periodo di inasprimento dei prezzi dovuto ai colli di bottiglia per le materie prime, come litio e nichel, le dimensioni della produzione e le nuove tecnologie stanno spingendo i prezzi verso il basso. Intanto, le batterie diventeranno sempre più durature e di rapida ricarica, combattendo l’ansia da autonomia.
Come scrive l’Economist: “Il futuro è dei veicoli elettrici”.