Per l’Oms stiamo andando incontro a una “silenziosa epidemia” di obesità
Entro il 2035 il fenomeno riguarderà il 61% di ragazzi e il 75% di ragazze in più. Previsti costi per la sanità intorno agli 800 miliardi di dollari l’anno. Prevenzione, regolamentazione e attività fisica le risposte per arginare il problema.
di Flavio Natale
“I nostri bambini crescono in ambienti che rendono molto difficile mangiare bene ed essere attivi. Si tratta di una delle cause principali dell’epidemia di obesità". Queste le parole molto dure di Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’Europa, a commento della pubblicazione del rapporto “World obesity atlas 2023”, pubblicato il 10 maggio dalla World obesity federation.
E, in effetti, i dati non sono per niente confortanti.
Proiezioni pericolose
Sulla base delle tendenze attuali e prendendo in considerazione esclusivamente la regione europea dell'Oms (area di analisi che comprende 53 Paesi tra Europa e Asia centrale) il Rapporto prevede che tra il 2020 e il 2035 assisteremo a un aumento del 61% dei ragazzi e del 75% delle ragazze che vivono in condizioni di obesità. Se questo dato non fosse già abbastanza allarmante, l’Oms prevede che i problemi relativi al sovrappeso e all’obesità in tutte le fasce d’età costeranno alla regione circa 800 miliardi di dollari l’anno entro il 2035.
Per prevenire il peggioramento di questa “silenziosa epidemia” – sottovalutata dai Paesi presi in esame – esistono però degli strumenti. L’Oms ne ha individuati principalmente tre.
“Prevenire è meglio che curare”: l’Organizzazione mondiale della sanità afferma che “gli sforzi per ridurre l'obesità infantile devono iniziare presto, fin dalla gravidanza e dalla prima infanzia”. La prevenzione deve concentrarsi principalmente su una buona alimentazione, che deve essere presente in ogni fase della vita di un bambino e nei luoghi nevralgici della sua vita (casa, scuola, ecc.).
Secondo punto all’ordine del giorno per l’Oms è “regolamentare l'industria alimentare e quella delle bevande”. Le politiche più efficaci per affrontare l'obesità infantile devono includere l'imposizione di una tassa sulle bevande zuccherate, la richiesta di un'etichettatura chiara e la limitazione della commercializzazione ai bambini di cibi malsani.
Infine, la promozione dell’attività fisica. Questo terzo punto include una migliore progettazione urbana e più efficienti politiche di trasporto, ma anche l’introduzione dell'attività fisica non solo come parte del curriculum scolastico ma anche come attività extracurriculare. Altro tassello importante, la promozione di messaggi chiari per sostenere stili di vita attivi.
Il legame tra obesità e altre malattie
Secondo l’Oms, il sovrappeso e l'obesità sono tra le principali cause di morte e disabilità nella regione europea presa in esame, con stime recenti che parlano di più di 1,2 milioni di decessi all'anno, corrispondenti a oltre il 13% della mortalità totale. L'obesità aumenta il rischio di molte malattie non trasmissibili, comprese quelle cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e le malattie respiratorie croniche.
L'obesità è anche considerata tra le cause di almeno 13 diversi tipi di cancro. Nello specifico, “è probabile che sia direttamente responsabile di almeno 200mila nuovi casi di cancro all'anno in tutta la regione” – cifra destinata ad aumentare nei prossimi anni.
L’Oms fa infine notare che le persone in sovrappeso o che vivono in condizione di obesità sono state colpite “in modo sproporzionato” dalle conseguenze del Covid-19, spesso sperimentando complicazioni gravi e dannose.
"Poiché l'obesità è così complessa, influenzata da diversi fattori come la genetica, l'ambiente e lo status socioeconomico, nessun singolo intervento può arrestarne l'aumento", ha concluso Kluge. “Qualsiasi politica nazionale volta ad affrontare i problemi del sovrappeso e dell'obesità deve avere alle spalle un impegno politico di alto livello”.
fonte dell'immagine di copertina: Kenny Eliason/unsplash