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Gli algoritmi potranno prevedere l’esito di una guerra?

Software avanzati di analisi predittiva sembrano in grado di diminuire le incognite sui conflitti. Oltre a preparazione bellica e logistica, le valutazioni includono anche le componenti socioculturali degli eserciti. La previsione sullo scontro Russia-Ucraina.

di Flavio Natale

La guerra in Ucraina continua a imperversare, con esiti difficilmente prevedibili. Secondo un articolo pubblicato il 20 luglio sull’Economist, però, il futuro potrebbe non essere così ignoto. Esistono infatti una serie di software che, dotati di notevoli capacità di processamento dati, stanno sviluppando sistemi predittivi in grado di anticipare l’esito dei conflitti.

Uno di questi programmi è il Major combat operations statistical model (Mcosm), sviluppato dagli ingegneri della Naval postgraduate school (Nps) di Monterey, in California. Mcosm esegue algoritmi basati su 96 battaglie avvenute tra gli ultimi 12 mesi del primo conflitto mondiale e i giorni nostri. Per eseguire una previsione attendibile, il programma necessita inoltre di una trentina di valori accuratamente stimati, che vanno dalla preparazione degli eserciti, alla potenza di fuoco, alla mobilità, alla logistica, al processo decisionale, alla sincronia delle operazioni, dati che richiedono una valutazione accurata ed esperta.

Quando il sistema è stato interrogato a febbraio sulla spinta iniziale della Russia per conquistare Kiev ha previsto, su una scala da uno a sette, un punteggio di “successo operativo” di due per l’aggressore, ovvero la Russia, e di cinque per l’aggredito, ovvero l’Ucraina. “Messo nelle mani di persone capaci di usarlo”, ha affermato Jon Czarnecki, ideatore di Mcosm, “questo sistema potrà fornire previsioni corrette in sette casi su dieci”.

Alcuni modelli, come Mcosm, sono deterministici, e per input identici forniscono previsioni identiche, mentre altri sono probabilistici, e si affidano a dati più aleatori, come la probabilità che i colpi sparati da una fazione colpiscano il nemico (valore basato sulle conoscenze dei poligoni di tiro nazionali), oppure sulla base del momento della giornata in cui verrà sferrato l’attacco.

Un esempio di questo genere di sistemi predittivi è Brawler, il simulatore di combattimento aereo prodotto dall’azienda di sicurezza ManTech, utilizzato dalla marina e dall'aviazione americana. Brawler elabora i dati sull’efficienza degli aerei da guerra e sulle conoscenze ingegneristiche raggiunte dalle parti in conflitto, considerando anche la potenza dei radar e delle batterie missilistiche antiaeree. A questi si aggiungono poi informazioni riguardanti le componenti psicologiche e culturali dei piloti in questione. Karen Childers, capitana in pensione dell’aviazione americana attualmente impiegata presso l’azienda ManTech, descrive questa sezione del progetto come “una modellazione del cervello di un pilota”, in cui vengono studiati anche i tempi di reazione dei piloti ai messaggi inviati dalla base. Oltre a questo, Brawler considera anche il loro background sociopolitico: “Si presume che i piloti delle democrazie siano più intraprendenti rispetto a quelli delle autocrazie”, ha sottolineato Childers, “perché le autocrazie scoraggiano l’iniziativa privata”.

Un “metaverso di difesa” è invece Pioneer, il sistema sviluppato dalla Bohemia interactive simulations (Bisim), agenzia di Orlando acquistata a marzo da Bae Systems, un’azienda britannica di produzione bellica. Come accade per le piattaforme di metaversi attualmente in costruzione, Pioneer è in grado di simulare le azioni di tutti i personaggi chiamati in causa durante un conflitto: soldati, carri armati, navi, aerei, edifici, veicoli, torri per la telecomunicazione, ma anche vegetazione, formazione del territorio, armi e persino proiettili e munizioni.

Questo sistema è in grado di inserire anche variazioni metereologiche in tempo reale. Se è prevista pioggia, Pioneer farà sprofondare il carro armato nel fango nelle aree di terreno più scivolose. Inoltre, il software è capace di “deformare” il terreno dove si svolgono le battaglie digitali, o anche simulare fuochi di sbarramento che indirizzino le operazioni verso altre aree. Secondo Pete Morrison, ex dirigente di Bisim impiegato ora nel settore commerciale dell’azienda, Pioneer è in grado di simulare “la traiettoria di volo di ogni singolo proiettile, compresi i rimbalzi”. Il software tiene inoltre conto dell'allenamento al combattimento dei soldati, del loro grado di affaticamento e delle regole acquisite nel tempo attraverso i manuali dell’esercito.

A questo proposito Henry Hangrove, analista del think tank statunitense Rand corporation, avverte che in alcuni sistemi predittivi viene incorporata anche la volontà di combattimento dei soldati stessi, per evitare che siano considerati automi senza paura: “Gli esseri umani non sono Terminator”.

Piccola curiosità. L'Economist ha domandato all’ideatore di Mcosm Jon Czarnecki di predire l’esito del conflitto Russia-Ucraina, basandosi sullo stato attuale delle parti. I nuovi valori inclusi da Czarnecki riguardano un miglioramento delle forze russe, mentre l’Ucraina, nonostante abbia mantenuto alcuni vantaggi qualitativi, ha visto una riduzione del vantaggio. Mcosm ha previsto un “successo operativo” pari a cinque sia per la Russia che per l’Ucraina, a seconda delle diverse fasi del conflitto, delineando all’orizzonte uno stallo particolarmente preoccupante.

martedì 26 luglio 2022