Randstad research: la vita urbana in un futuro di anziani e di lavoratori a distanza
Transizione verde e digitale, calo demografico, crisi climatica: il nuovo Rapporto Randstad indaga come questi e altri cambiamenti impatteranno sulle città e i lavori del futuro.
I progressi tecnologici, i movimenti demografici e gli impatti ambientali stanno radicalmente ridefinendo gli stili di vita nel nostro Paese, così come in molti altri Paesi avanzati. Queste trasformazioni comportano una rinnovata configurazione dei contesti lavorativi e delle interazioni sociali. Oltre alla metamorfosi visibile delle aree urbane, questi cambiamenti esercitano notevoli pressioni sul panorama occupazionale. Proprio il cambiamento dei centri urbani e del mercato del lavoro è l'oggetto dell'ultima indagine del centro di ricerca Randstad research Italia, dal titolo "Il lavoro del futuro nella città del futuro. Trend, casi di studio e nuove professioni". "L'adattamento fa la differenza, dobbiamo educarci a un futuro diverso senza subirlo. L'Italia deve prepararsi al futuro. Dall'analisi del Rapporto emerge che ci sono grandi opportunità per migliorare la qualità della vita, ma per farlo abbiamo bisogno di pensare diversamente", ha dichiarato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell'ASviS e presidente del comitato scientifico di Randstad research Italia, durante la presentazione del documento, avvenuta a Milano il 5 aprile.
La ricerca indaga il legame tra innovazione urbana e mercato del lavoro, analizzandone influenze future, opportunità e sfide da affrontare. Le più grandi, si legge nel rapporto, sembrano essere due: una relativa alla sostenibilità ambientale, la seconda alla sostenibilità sociale – in particolare legata ai temi demografici. Da un lato si pone l’interrogativo sulla capacità di proteggere le comunità dai tanti eventi ambientali estremi, che diverranno sempre più frequenti e intensi. Dall’altra parte il forte invecchiamento della popolazione imporrà di tenere conto del benessere fisico e psichico di una popolazione sempre più anziana, della sua integrazione nella società, dei suoi rapporti con le generazioni più lontane.
In particolare, l'indagine riconosce quattro megatrend che interessano e interesseranno le città e, di conseguenza, il lavoro: mobilità, sostenibilità, demografia e connettività. Il Rapporto analizza ciascuno di questi trend e offre alcuni casi studio e best practice, ipotizzando le nuove figure professionali e le competenze che saranno richieste per i lavori già esistenti.
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Grande fermento nel settore per il nostro Paese: celle fotovoltaiche in perovskite, soluzioni vehicle to grid, intelligenza artificiale. Cambia anche il rapporto produttore-consumatore. Ma i vincoli burocratici rallentano il trend.
Per molte professioni assistiamo già oggi a un cambiamento delle abilità richieste. Un esempio rilevante è la diffusione dello smart working che, specialmente dopo la pandemia, richiede una preparazione digitale più avanzata rispetto a quanto richiesto precedentemente, pur non modificando le caratteristiche principali delle singole professioni.
Il lavoro a distanza è anche il più chiaro esempio di come lavoro e spazio urbano si influenzino reciprocamente: se prima vi era una netta distinzione tra luogo del lavoro e luogo sociale/personale, oggi, con lo smart working, questa distinzione si assottiglia. Di conseguenza, da una parte, la diminuzione dei costi di trasporto, intesi sia come costo monetario che come tempo, ha reso attraenti aree e regioni maggiormente distanti dai grandi centri urbani; dall'altra, la necessità di mescolare in un solo luogo attività domestica con attività professionale ha cambiato la domanda di abitazioni, che ora devono essere in grado di ospitare spazi e tecnologie per poter lavorare da remoto.
La sfida, si legge nel Rapporto, riguarda la possibilità che le dinamiche trasformative prese in analisi possano ridurre i gap presenti tra generazioni e classi di individui, anziché accentuarne le differenze. “Se saremo in grado di sfruttare le tecnologie e di inventare nuovi modi di stare insieme” dice Giovannini “allora la città del futuro non solo offrirà luoghi di lavoro, ma anche di partecipazione e benessere complessivo e realizzerà quella visione di una società equa e sostenibile, come tutti speriamo”.
Copertina: 123rf