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“Per sconfiggere la fame non bastano le dichiarazioni solenni”

Il Papa e Mattarella invocano impegni concreti sull’Agenda 2030, il multilateralismo e le future generazioni. E denunciano le storture dell’economia moderna. VIDEO E TESTI INTEGRALI.

venerdì 17 ottobre 2025
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Ci sono molti punti di convergenza nei discorsi che Papa Leone XIV e Sergio Mattarella hanno pronunciato il 16 ottobre alla Fao, a Roma, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione e degli 80 anni dell’organizzazione. Ciascuno ha avuto ovviamente il suo stile e ognuno ha toccato anche corde diverse, per stigmatizzare lo scandalo di milioni di persone costrette alla fame e alla malnutrizione. Eppure, letti in profondità, i due interventi sembrano dialogare: i ritardi della comunità internazionale, la necessità di trasformare le promesse in azioni, il futuro e le nuove generazioni.

Entrambi hanno denunciato il ritardo nell’attuazione dell’Agenda 2030 dell’Onu invocando impegni concreti. Prevost l’ha detto senza giri di parole: “A cinque anni dal completamento dell’Agenda 2030, dobbiamo ricordare con forza che raggiungere l’Obiettivo Fame Zero sarà possibile solo se ci sarà una volontà reale di farlo, e non soltanto dichiarazioni solenni”. Ha aggiunto che “permettere che milioni di esseri umani vivano, e muoiano, vittime della fame è un fallimento collettivo”.  Il presidente della Repubblica ha richiamato un concetto simile: “Il percorso per raggiungere questi obiettivi, già da tempo tracciato nell’Agenda 2030 delle Nazioni unite, resta purtroppo in gran parte ancora da attuare, inclusa l’aspirazione a un mondo senza più fame”.

Entrambi hanno evidenziato le contraddizioni di un’epoca in cui conoscenze e risorse non mancano, eppure la fame cresce. “È un triste paradosso”, ha osservato il capo dello Stato, “che proprio mentre crescono le conoscenze, le risorse e le potenzialità tecnologiche [...] assistiamo a nuovi scenari di carestia, a inaccettabili sperequazioni”. Papa Leone ne ha dato una lettura morale, parlando di “un’economia senz’anima” e di “un modello di sviluppo discutibile e di un sistema di distribuzione delle risorse ingiusto e insostenibile”.  Il Pontefice ha elencato poi quelli che definisce “paradossi oltraggiosi”, tra cui le ingenti tonnellate di alimenti sprecate “mentre moltitudini di persone si affannano per trovare nella spazzatura qualcosa da mettere in bocca”. Ha anche ricordato come in molti conflitti il cibo venga ancora usato come “arma di guerra”, una pratica che l’Onu ha condannato ma che continua a manifestarsi nei conflitti attuali. “Non possiamo continuare così”, ha detto, occorre “porre rimedio a questo scandalo”.

Tra i punti di contatto c’è la difesa del multilateralismo, che resta l’unico spazio possibile dove affrontare la fame e le altre sfide globali. Mattarella l’ha affermato con chiarezza: “Assistiamo a un regresso di quel sistema multilaterale, unico paradigma in grado di dare vere risposte a questi bisogni. Si tratta di una inversione di rotta incomprensibile e inaccettabile”. Papa Leone, nello stesso solco, ha invitato a “ripensare con audacia le modalità della cooperazione internazionale”, denunciando le “tentazioni nocive che tendono a ergersi come autocratiche in un mondo multipolare e sempre più interconnesso”. Per il Pontefice serve dare voce ai Paesi più poveri, ascoltarli “senza filtri”, evitando soluzioni imposte “da uffici lontani” o da ideologie che ignorano culture e tradizioni locali. Nel suo discorso ha poi sottolineato il ruolo cruciale delle donne, “architette silenziose della sopravvivenza” e custodi del creato, indicando nell’empowerment femminile una chiave per la lotta contro la fame.

Nei due discorsi emerge la necessità di un cambio di mentalità, che preceda e accompagni le politiche. Secondo Papa Leone la fame è “un grido che sale al cielo”, che interpella la coscienza di ogni nazione e di ogni individuo. Da qui l’appello a una mobilitazione morale: “Non possiamo continuare così”, ha ammonito, “poiché la fame non è il destino dell’uomo ma la sua rovina”. Il capo dello Stato ha aggiunto la dimensione educativa: “Perché questo impegno risulti più efficace e costante nel tempo, esso deve trovare alimento in un’adeguata sensibilizzazione su tematiche tanto rilevanti quanto spesso relegate ai margini del dibattito pubblico. Per poter essere protagonisti i cittadini devono essere informati”.

Infine Papa Leone XIV e Sergio Mattarella hanno richiamato il dovere di lasciare un futuro vivibile alle nuove generazioni. Per il Pontefice “non possiamo sperare in un mondo migliore, in un futuro luminoso e pacifico, se non siamo disposti a condividere ciò che noi stessi abbiamo ricevuto. Solo allora potremo affermare, con verità e coraggio, che nessuno è stato lasciato indietro”. Secondo il presidente della Repubblica “la conoscenza rimane il primo motore per stimolare un maggiore impegno, orientando le energie, soprattutto delle nuove generazioni, per raccogliere le sfide e rendere possibile la costruzione di un futuro più equo”. E la risposta, suggeriscono entrambi, non può che essere comune: un impegno condiviso, fondato sulla dignità umana e sulla speranza, quella speranza “che non delude”, come ha ricordato il Papa.

I materiali

Il discorso del Papa: Video e testo integrale

L’intervento del presidente della Repubblica: VideoTesto