Mattarella: “La prospettiva dello sviluppo sostenibile è una conquista, non un fastidio”
A 40 anni dal disastro della Val di Stava, il capo dello Stato ha richiamato la necessità di riconciliarsi con l’ambiente e superare la logica del profitto a ogni costo: “La montagna non deve essere sfruttata senza ritegno”. TESTO E VIDEO INTEGRALI
Alla cerimonia per i quarant’anni dalla catastrofe della Val di Stava, in Trentino, una delle più gravi tragedie causate dall’uomo nella storia italiana, Sergio Mattarella ha centrato il suo discorso sull’importanza della memoria, della sostenibilità e della tutela dell’ambiente: “Un nuovo sviluppo sarà possibile solo facendo convergere equilibrio ecologico, equità sociale, armonia nei territori”.
A Tesero il capo dello Stato ha ricordato che “qui è accaduto qualcosa di sconvolgente, di inaccettabile”, perché in Val di Stava “non è stata la natura a distruggere, a uccidere. Qui, a provocare la strage, è stata una calamità non di natura, causata artificialmente dall’uomo”. Ha aggiunto con fermezza che “la montagna e le sue risorse non devono essere sfruttate senza ritegno”, criticando la “errata concezione del rapporto uomo-ambiente”, basata su una logica di profitto che ha portato all’inondazione di fango in cui persero la vita 268 persone.
Secondo Mattarella, è urgente dunque “riconciliarsi con l’ambiente”: una sfida che non riguarda soltanto la natura, ma “anche la coesione sociale e la qualità della democrazia”. “La prospettiva dello sviluppo sostenibile è stata una conquista conseguita a caro prezzo”, ha affermato, sottolineando come troppo spesso oggi la sostenibilità sembri “quasi un fastidio, anziché un investimento sul futuro”.
Nel suo intervento, il capo dello Stato ha richiamato il pensiero di Alexander Langer, che parlò di “conversione ecologica” come di un processo che deve coinvolgere istituzioni, economia e cultura. Una visione di lungo periodo, condivisa anche dalla Fondazione Stava 1985, a cui Mattarella ha espresso gratitudine per l’impegno profuso nel ricostruire un legame sano tra territorio, identità, memoria e futuro.
“La memoria deve essere attiva per esprimere forza civile”, ha scandito, citando l’ex presidente Ciampi. Per Mattarella, è proprio questa consapevolezza storica e civile a rendere possibile un modello di sviluppo alternativo, in cui le comunità locali possano diventare “protagoniste della propria storia”, anche attraverso il dolore. Il capo dello Stato ha concluso con un invito fermo a non chiudere il disastro “dentro una parentesi”, ma a trasformarlo in una lezione viva e utile per il presente: “Non vi sono alibi. Riconciliarsi con l’ambiente è un dovere per garantire un avvenire migliore alle nuove generazioni”.
Copertina: Quirinale