Decidiamo oggi per un domani sostenibile

Diversità culturale. La mia scuola di pace

Viviamo in un tempo in cui il mondo ha bisogno di pace e costruttori di comunità, di leader lungimiranti e difensori dei diritti dell’uomo, di empatia e di rispetto della dignità umana. Il dialogo tra le culture è una necessità imperativa.

di Virginia Maria Barchiesi

Il 21 maggio si celebra la Giornata mondiale per la diversità culturale, il dialogo e lo sviluppo.[1] Per me questa giornata ha un significato fortissimo.

Quando ho iniziato la mia attività di volontaria Unicef, all’età di 14 anni, insegnavo italiano a bambini migranti e rifugiati, che risiedevano da poco nella mia città. Ricordo che, la prima volta in cui sono entrata in classe, i giovani studenti conoscevano poche parole d’italiano e, provenendo da Paesi diversi, non riuscivano a comunicare nemmeno fra di loro.

All’inizio ero estremamente intimorita dalla sfida che avevo davanti, ma nello stesso tempo, sentivo quanto ogni giorno passato insieme, fosse un profondo arricchimento umano e culturale. Parlavamo, tentando di capirci, delle feste dei nostri Paesi, di come si celebra un matrimonio in Bangladesh, delle decorazioni fatte con l’henné, ma anche del futuro, di che cosa volevamo fare da grandi, dei nostri sogni e delle nostre aspirazioni. Con la mia limitata conoscenza dell’arabo, al tempo, ho avuto anche l’occasione di comunicare con i genitori dei bambini che frequentavano il mio corso e di essere, a volte, un riferimento nella comunità in momenti di necessità.

Viviamo in un tempo in cui il mondo ha disperato bisogno di pace e di costruttori di comunità, di leader lungimiranti e di difensori dei diritti dell’uomo, di empatia e di rispetto della dignità umana. Il dialogo tra le culture è una necessità imperativa e fondamentale.

Se il conflitto, lo scontro, l’odio, nascono sempre dall’assenza di empatia, dalla mancata conoscenza dell’altro, la pace, la comprensione e il dialogo sono più difficili. Richiedono volontà di comprensione e desiderio di ascoltare una voce, una narrazione diversa dalla propria, necessità di imparare e disimparare, di de-costruire e ricostruire e, naturalmente, di immergersi nella complessità. Di scegliere liberamente di fare un passo verso l’altro.

La pace non è una scelta semplice, seppure sia sempre quella giusta e sempre la migliore.

L’esperienza che ho fatto con Unicef come giovane volontaria mi ha profondamente cambiato, in meglio, educandomi all’incontro fra culture e al dialogo fra le diversità. È stata una piccola, ma nel mio vissuto individuale, grande, costruzione di pace.

Grazie alle parole e al dialogo, cercando di comprenderci anche quando non ci capivamo e mettendoci sempre gioco.

di Virginia Maria Barchiesi, organizzatrice di laboratori per i bambini migranti sui diritti dell’infanzia e corsi d’italiano per i giovani rifugiati. Per le sue attività è stata nominata nel 2020 Alfiere della Repubblica dal Presidente Giorgio Mattarella.

 

[1] La Giornata mondiale per la diversità culturale, il dialogo e lo sviluppo, che si celebra il 21 maggio, è stata dichiarata nel 2002 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a seguito dell'adozione della "Dichiarazione universale della diversità culturale", nel riconoscimento della necessità di aumentare il potenziale della cultura come mezzo per raggiungere la prosperità, lo sviluppo sostenibile e la coesistenza pacifica globale.

mercoledì 19 maggio 2021