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High-Level Futures Literacy: le persone possono diventare più "alfabetizzate" ai futuri

ll summit mondiale dell'Unesco ha raccolto tantissimi esperti, lavori e idee nel campo dei future studies. Per molti è stata anche una formidabile occasione per affacciarsi per la prima volta allo studio degli scenari possibili. 11/01/21

di Mara Di Berardo

 

A dicembre 2020 l’Unesco ha lanciato l’incontro virtuale mondiale “High-Level Futures Literacy Summit”, dedicato all’alfabetizzazione ai futuri, a chiusura di un anno in cui tutti noi, a causa dello shock pandemico, abbiamo preso parte ad una specie di esperimento globale segnato dall’incertezza. L’evento Unesco, gratuito e aperto a tutti, si è configurato come un laboratorio innovativo di idee sul nostro domani e ha messo insieme molte delle diverse anime che popolano gli studi di futuri, in un momento in cui l’incertezza che caratterizza il nostro presente mostra con forza la dissoluzione di molte delle immagini convenzionali utilizzate finora per investire nel domani.

 

Secondo Riel Miller, a capo dell'unità Futures Literacy nella sezione Research, Policy and Foresight dell'Unesco e principale organizzatore dell’evento, con cui abbiamo parlato dei risultati raggiunti, “la paura del futuro è acuta in questo momento. In parte perché la pandemia ci ha ricordato, in maniera così potente e dirompente, che non possiamo predire il futuro. Quindi, qual è la lezione da trarre? Che dobbiamo in qualche modo migliorare la previsione? O che, focalizzandoci sulla previsione del futuro, diventa più difficile vivere in armonia con l’incertezza? Il recente Summit Unesco sulla Futures Literacy evidenzia la ricca diversità di ragioni e metodi per immaginare il futuro. Ci mostra che possiamo migliorare il modo in cui usiamo il futuro, aprendo a nuove modalità per integrare l’incertezza in ciò che vediamo e facciamo. Diventando alfabetizzate ai futuri, le persone possono superare la fragilità, ridurre l’ansia e approfittare della creatività del mondo intorno a noi”.

 

L’alfabetizzazione ai futuri ci permette di capire meglio il ruolo che il futuro ha in ciò che vediamo e facciamo. Si basa sulla nostra innata capacità di immaginare il futuro usandolo in maniera più efficace ed efficiente, per capire come prepararci ad eventuali crisi e pianificare la realizzazione degli Obiettivi dell’Agenda 2030, ad esempio, ma anche per superare la nostra dipendenza da illusioni di certezza rispetto al futuro, liberandoci dalla fragilità che queste illusioni creano e liberando anche la nostra immaginazione rispetto a ciò che ancora non è. Il Summit High-Level Futures Literacy ha raccolto tantissimi esperti, lavori e idee nel campo dei futures studies. Secondo Jerome Glenn, Ceo del Millennium Project, “è stato uno dei raduni più ampi di esperti di futuri dai tempi della conferenza della World Future Society a Toronto nel 1981, alle quale parteciparono fisicamente 5000 persone, (…) e una delle più ampie raccolte in una singola piattaforma di organizzazioni orientate al futuro”.

 

Circa 8mila persone hanno effettuato la registrazione alla piattaforma virtuale del vertice Unesco, in cui erano presenti quasi 100 stand virtuali organizzati da accademie e centri di ricerca, cattedre Unesco, riviste di futures studies, governi, organizzazioni internazionali, Ong e non-profit, settore privato, partnership pubbliche e private e Nazioni unite. Attraverso testimonianze da parte di leader di diversi settori, artisti, studenti, docenti, e tanti altri esperti e appassionati di futuri da tutto il mondo, l’incontro ha cercato di mostrare perché e come alfabetizzarsi ai futuri e quale impatto ciò abbia su tutti gli aspetti della nostra vita. Dall’8 al 9 dicembre sono state organizzate sessioni plenarie tematiche Unesco con la partecipazione di 40 leader ed esperti provenienti da Unesco e da altre organizzazioni internazionali ed europee e incontri dal vivo con i referenti degli stand virtuali presenti sulla piattaforma, mentre dal 10 al 12 dicembre è stato possibile partecipare a molti eventi tematici collaterali organizzati volontariamente dalle tante realtà che hanno animato gli stand. Ad esempio, il Millennium Project, un network globale indipendente di ricerca sui futuri con 67 nodi nel mondo, ha organizzato con il suo nodo italiano diverse Futures Conversations, conversazioni con esperti aperte a tutti per discutere temi fondamentali per tutti noi, come la possibilità di creare longevità, intelligenza e benessere illimitati, le relazioni tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite e le sfide globali di fronte a cui si trova l’umanità, l’importanza delle ricerche sui futuri e dell’uso dei suoi strumenti e metodi, come l’Indice dello Stato del Futuro, l’environmental scanning, la creazione di intelligenza collettiva in sistemi globali e l’analisi di scenari post-pandemia legati a temi essenziali come, ad esempio, il futuro del lavoro e della tecnologia al 2050.

 

Per Unesco, riporta il gruppo di lavoro, l’obiettivo del summit è stato quello di comunicare l’importanza dell’alfabetizzazione ai futuri come competenza universale accessibile per costruire un mondo meno fragile, comprendendo meglio e in maniera più cosciente come usare sistemi di anticipazione combinati ad intelligenza collettiva, immaginazione e sperimentazione, rivelando così le nostre paure e speranze per il futuro per alimentarle e confrontarci con esse in modi nuovi. High-Level Futures Literacy è stato per alcuni un’ottima possibilità di rivedere vecchi amici o stabilire nuovi contatti, di conoscere nuovi metodi o scoprire le ultime ricerche sui futuri delle tante realtà che hanno organizzato eventi e presidiato gli stand. Per molti altri, il summit è stato una formidabile occasione per affacciarsi per la prima volta ai “futuri” ed iniziare a ripensare le ragioni e le modalità per immaginare e vivere il domani. Secondo i partecipanti che hanno risposto al questionario di valutazione degli organizzatori, l’evento lascia alcune importanti riflessioni sull’alfabetizzazione ai futuri. È anzitutto una capacità umana innata, accessibile a tutti perché tutti, dal bambino che piange per essere nutrito al direttore generale che costruisce un piano strategico, sono capaci di immaginare il futuro e comprendere i diversi metodi e le diverse ragioni che formano ciò che si immagina. Come leggere e scrivere, è una competenza con la potenzialità di alterare in maniera fondamentale il modo in cui vediamo il mondo attorno a noi. L’alfabetizzazione ai futuri è poi praticata in tutte le comunità, le industrie e i settori. Diventando più alfabetizzate ai futuri, possiamo fare un passo avanti non soltanto verso la democratizzazione delle immagini del futuro che influenzano la nostra prospettiva e le nostre azioni, ma possiamo anche diventare capaci di cambiare la relazione tra il mondo e noi stessi, apprezzando di più le nostre differenze e inventandone di migliori.

 

Secondo gli organizzatori, ciò che il summit ha mostrato è che è possibile diventare maggiormente alfabetizzati ai futuri e smettere di usare il futuro per colonizzare il domani, cominciando ad integrare un nuovo punto di vista sul mondo che non è accessibile dall’interno del vecchio paradigma. Anche grazie a questo 2020 volto al termine, l’umanità è pronta per abbracciare una relazione fondamentalmente differente con il futuro, che sia coerente con la rottura nel significato dello sviluppo umano già in corso liberando il futuro invece di dominarlo. Siamo tutti capaci di diventare più alfabetizzati ai futuri e migliorare, così il nostro futures thinking, il nostro pensiero multi-futuri, utilizzando la nostra immaginazione con metodi, ragioni e contesti diversi. Possiamo iniziare, intanto, ad orientarci visitando la piattaforma dell’evento, che resterà aperta fino all’11 gennaio 2021 mettendo a disposizione le registrazioni delle sessioni plenarie e tutti i materiali degli stand virtuali presenti nell’area Expo Agorà. Sono poi in via di valutazione modalità per mantenere aperto questo innovativo luogo di incontro oltre tale data, ci dice Riel Miller. E aumenta, intanto, per molti la speranza che eventi di questo tipo possano ampliare il supporto politico ad attività orientate ai futuri, sia all’interno dell’Unesco e di altre organizzazioni internazionali ed europee, sia nei governi nazionali, migliorando così la capacità del mondo di guardare avanti.

 

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di Mara Di Berardo 

lunedì 11 gennaio 2021