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Cosa viene dopo il Covid: tre scenari dal Millennium Project con la Croce Rossa americana

La differenza tra gli scenari è più grande del solito: raggiungere l’uno o l’altro o una via di mezzo tra i due sarà determinato da alcuni piccoli ma importanti fattori che possono migliorare enormemente la situazione nei prossimi mesi.

di Mara Di Berardo

Nel sovraccarico di informazione che stiamo vivendo, è difficile avere un quadro coerente delle possibili direzioni future della pandemia: ci chiediamo se torneremo alla normalità, se il virus si diffonderà ancora e tornerà mutato rendendo inefficaci i vaccini, se questa sospensione che viviamo da mesi svilupperà innovazioni sociali ed economiche. Ci domandiamo se e come riusciremo a far fronte a vecchi e nuovi problemi globali e nazionali.

 

Fare i conti con la realtà della situazione pandemica è urgente. È importante capire, ad esempio, che non possiamo riporre tutte le nostre speranze in un vaccino per tornare alla normalità. I vaccini non cesseranno presto la pandemia, nemmeno se sono sicuri ed efficaci, perché impiegheranno molti mesi per essere prodotti e distribuiti in maniera diffusa. Dobbiamo essere pronti perché il peggio, in termini di impatti sanitari, finanziari, economici e psicologici, deve ancora arrivare. La pandemia sta aumentando le disuguaglianze, come quelle tra i pochi sempre più ricchi e i sempre più poveri in aumento, tra i lavoratori che possono lavorare da casa e gli operai che devono andare al lavoro, e anche tra generazioni, dato che le conseguenze sulla salute sono peggiori per i più anziani. Libertà come riunirsi e muoversi oltre i confini di stato saranno compromesse nella battaglia contro il virus.

 

Questa sono alcune delle implicazioni chiave emerse da un recente studio del The Millennium Project, un think tank globale sugli studi di futuri fondato nel 1996 e che conta oggi nodi in 67 Paesi nel mondo. “Tre futuri della Pandemia Covid-19 negli Stati Uniti al primo gennaio 2022. Implicazioni per tutti noi” è lo studio commissionato al The Millennium Project dalla Croce Rossa americana per tracciare tre scenari per gli Stati Uniti attraverso cui pianificare i prossimi 12-18 mesi. Uno scenario è “(...) una storia che connette il presente con una condizione futura attraverso nessi causa-effetto, eventi e decisioni plausibili e attraverso una narrazione”, ci dice il Rapporto, e questi scenari alternativi delineano come il futuro della pandemia potrebbe evolvere da oggi fino al 2022, riorganizzandone e valutandone le incertezze e cercando anche di guidarci nella comprensione della situazione complessiva.

 

Molte delle implicazioni contenute nello studio riguardano tutti noi, non solo gli Stati Uniti. Il lavoro include contributi da oltre 250 medici, professionisti della salute, personale di soccorso, socio-economisti ed esperti di relazioni internazionali, politica, sicurezza e studi di futuri. Attraverso 5 Real-Time Delphi (RTD) un metodo di consultazione strutturato e interattivo, su questioni medico-sanitarie e socio-economiche e sulle variabili di un Indice dello Stato della Pandemia (SOPI), esperti americani e internazionali, anche italiani, hanno valutato le condizioni possibili migliori, peggiori e probabili al gennaio 2022, e i risultati sono stati utilizzati per la stesura degli scenari in peer review.

 

Rappresentazione grafica dei principali elementi dei tre scenari e delle loro interazioni (estratto dallo studio)

 

Scenario 1 - L’America sopravvive è lo scenario di riferimento, senza sorprese, con decisioni buone e cattive e un mix di elementi dagli scenari 2 e 3. Ci racconta che al 2022 non è stata ancora raggiunta l’immunità di gregge negli Stati Uniti, con una popolazione vaccinata al 55%: impariamo così a convivere con la pandemia, che ha anche accelerato la realizzazione del tele-everything e di applicazioni di Intelligenza Artificiale. Il reddito pro-capite è crollato in tutto il mondo e le disuguaglianze sono aumentate. C’è volontà politica di continuare il supporto finanziario ad affari e disoccupazione, e i bilanci statali ad andamento irregolare hanno fatto barcollare salute pubblica e risorse mediche con la nuova ondata di Covid della seconda stagione influenzale 2021/2022. A causa di varie catastrofi (fuochi, uragani, scarsità alimentare) in tutta l’America, esistono lacune persistenti tra le forniture dei servizi di emergenza, i finanziatori e i bisogni del primo intervento e di altri volontari, e ciò ha portato ad un collasso di fiducia tra i cittadini e i primi soccorritori, a maggiore stress sociale e a un rallentamento della ripresa. La persistenza della pandemia ha depresso gran parte della nazione, sia psicologicamente sia finanziariamente, fino a quando le leggi di recupero nazionali hanno iniziato a rafforzare il coordinamento del Covid-19, la ripresa economica e il morale americano. Per la prima volta nella storia, il mondo intero ha avuto una “sospensione” simultanea che ha dato a molti tempo per ripensare...tutto. Si comprende oggi il bisogno di collaborazione internazionale per indirizzare la prossima pandemia, così come il bisogno di responsabilità individuale nell’indossare mascherine, nel distanziarsi fisicamente, nel lavarsi le mani e nell’usare applicazioni per il tracciamento. Il virus SARS-CoV-2 che ha causato il Covid-19 si dissolverà in una malattia meno fatale man mano che svilupperemo resistenza, miglioreremo i vaccini e si diffonderà l’immunità. L’America è sopravvissuta.

 

Scenario 2 - Depressione, arroganza e discordia è lo scenario negativo plausibile, con cattive decisioni e discordia sociale e politica. Ci racconta che, a causa del ritardo nel riconoscere le minacce della pandemia, non sono state attuate strategie o politiche coerenti per indirizzarle. Le misure prese da alcuni stati e governi locali sono arrivate troppo tardi. Come risultato, circa 600.000 persone sono morte di Covid-19 all’inizio del 2022 negli Stati Uniti e altre centinaia di migliaia di persone sono morte a causa di conseguenze indirette della pandemia. Si stanno cominciando a scoprire solo adesso, al 2022, le conseguenze a lungo termine dell’essere infetti e “curati”. Nonostante gli sforzi nel mondo, non ci sono speranze per un vaccino collaudato ed efficace in tempi brevi. Le terapie intensive sono rimaste a corto di spazio e attrezzature, e gli ospedali e le città hanno scommesso gli uni contro le altre per ottenere attrezzature. La mancanza di strategie chiare negli Stati Uniti ha portato anche a disastri sociali ed economici: l’inflazione è aumentata di quasi il 10%, le imprese – piccole e grandi – sono andate in bancarotta e una ripresa a forma di “K” ha aumentato il divario tra coloro che stanno vincendo nel mercato azionario e coloro che soffrono sempre di più le conseguenze della pandemia. Anche gli ottimisti non pensano che il Pil ritornerà ai livelli pre-Covid prima della fine del 2023. All’inizio del 2022, la preoccupazione pubblica infuria e crimini e suicidi sono a livelli insopportabilmente elevati ovunque. Aumenta il numero di persone che si sposta da aree con alta infezione verso aree dove le condizioni sembrano migliori, e alcuni Stati proibiscono la libertà di movimento. La violenza aumenta, si dispiegano truppe ed entrano in vigore leggi marziali per mantenere l’ordine pubblico. Aumenta anche la minaccia che gruppi terroristici o altri gruppi militari si procurino il virus e lo utilizzino per raggiungere certi obiettivi. Potrebbe essere definito un razionamento nazionale di alcune derrate a causa dell’effetto cumulativo con altre catastrofi. Abbondano proposte per sistemare le cose e ripotare la società dov’era nel 2019, ma alcuni le vedono come salvataggi che favoriscono i ricchi o i poveri, non meritevoli perché considerati responsabili della situazione. Il meglio che possiamo sperare è imparare a convivere con la pandemia.

 

Scenario 3 - Le cose sono andate bene! è lo scenario positivo plausibile, con buone decisioni e una cittadinanza responsabile. Ci racconta che, dopo un 2020 in cui il virus è divampato nella popolazione perché non sono state adottate misure efficaci nelle prime settimane della pandemia, alla fine, anche se in ritardo, gli Stati Uniti ce l’hanno messa tutta e ha funzionato. La pandemia è stata fermata da una combinazione di misure pubbliche reali e comprovate per la salute che hanno gradualmente aumentato l’accettazione pubblica di nuove norme comportamentali. Una nuova amministrazione si è concentrata su uno sforzo dell’intero governo per mettere insieme tutti gli elementi necessari per gestire efficacemente la minaccia Covid-19, intensificando il coordinamento di città e governi statali, tra loro e con il governo federale. Il punto di svolta è arrivato all’inizio del 2021, quando le morti da Covid hanno superato 500.000 unità e una nazione sotto shock e stanca è stata pronta, a malincuore, a coalizzarsi attorno al nuovo piano amministrativo scientifico e guidato da politiche coordinate. I politici si sono fatti da parte, gli scettici hanno taciuto ed esperti di politiche e di salute pubblica sono stati finalmente capaci di lavorare indisturbati. Questo ha a sua volta creato un contesto in cui gli Stati Uniti sono stati capaci di valorizzare al massimo le innovazioni mediche, che alla fine sono arrivate assieme ai vaccini. Le lezioni apprese hanno portato a molti benefici a lungo termine. Gli Stati Uniti hanno ripreso collaborazione e coordinamento con vari organismi e c’è stato un riconoscimento generalizzato della maggiore importanza della coesione sociale rispetto ad altri fattori: è essenziale non solo per difendersi dal prossimo virus ma per risolvere la miriade di altri problemi che dobbiamo affrontare in questo secolo.

 

La differenza tra gli scenari è più grande del solito: raggiungere l’uno o l’altro o una via di mezzo tra i due sarà determinato da alcuni piccoli ma importanti fattori che possono migliorare enormemente la situazione nei prossimi, pochi mesi: ad esempio, un comportamento pubblico responsabile, come portare mascherine, distanziarsi socialmente, lavarsi le mani ed evitare folle al chiuso, una leadership strategica a livello nazionale e coordinamento internazionale, e invenzioni come spray che rendono il virus visibile e test economici e veloci.

Fino a quando il virus sarà contratto ovunque, nessun Paese potrà essere certo di aver superato la pandemia. Il Covid-19 mostra sfide fondamentali a tutti gli elementi della nostra società. Comprendere come questo evento complesso si svilupperà, i nessi causa-effetto e gli impatti sulle nostre vite, anche per l’Italia, ad esempio replicando questo studio, sarà critico per creare risposte efficaci. Il The Millennium Project ha cominciato a metterci in guardia su sfide globali pandemiche fin dal 1997 ne “Lo Stato del Futuro”: “L’aumento delle migrazioni di massa e dei viaggi internazionali diffondono malattie più rapidamente che nel passato; l’aumento dell’urbanizzazione e della densità della popolazione accelerano e intensificano la capacità di portare la vita come la conosciamo ad un blocco totale”. Ora è tempo di agire, insieme, per rispondere a questa e alle altre sfide globali di fronte a cui si trova l’intera umanità.  

 

Leggi

The Millennium Project COVID scenarios Team (2020): “Three futures of the COVID-19 pandemic in the United States January 1, 2022. Implications for all of us”, The Millennium Project

 

Glenn, J.C., Florescu, E. (2017), “The State of the Future 19.1”, The Millennium Project. L’ultima versione dello Stato del Futuro 19.1, con sintesi sulle quindici sfide globali di fronte a cui si trova l’umanità, è disponibile in italiano in Paura, R., Di Berardo, M. “Lo Stato del Futuro 19.1”, ed. Brossura, al link https://www.instituteforthefuture.it/prodotto/lo-stato-del-futuro/.

 

di Mara Di Berardo, co-chair Millennium Project Italia

lunedì 26 ottobre 2020