Reuters Institute: i social network sottraggono sempre più traffico ai giornali
L’abbondanza di notizie crea un senso di stanchezza tra lettrici e lettori, e la diffusione dell’AI rischia di alimentare la confusione. Contenuti video e audio e canali broadcast tra le nuove tendenze del giornalismo.
Aumento dei costi, calo delle entrate pubblicitarie e rallentamento della crescita degli abbonamenti. Sono le principali preoccupazioni per gli oltre 300 editori e manager di 56 Paesi interpellati nel nuovo rapporto del Reuters Institute dal titolo “Journalism, media, and technology trends and predictions 2024”. “Le implicazioni per l’affidabilità dell’informazione e la sostenibilità dei media mainstream”, prevede la Reuters, “saranno probabilmente profonde”, in un contesto in cui la maggior parte dei contenuti su internet verrà prodotta artificialmente già nel 2026. Come può, allora, il giornalismo adattarsi a questi cambiamenti e aumentare la fiducia di lettrici e lettori, già stanchi e confusi per la quantità di informazioni disponibili?
L’intelligenza artificiale
Più della metà degli editori coinvolti nel sondaggio teme che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) per creare contenuti possa costituire un rischio reputazionale per i giornali e aumentare il senso di sfiducia e di diffidenza tra i lettori. Si stanno valutando alcune misure per aiutare il pubblico, ad esempio inserendo un’etichetta sulle immagini o nei video generati artificialmente. Gli editori riconoscono però le potenzialità dell’AI per le attività di sintesi, trascrizione, traduzione o titolazione.
Nel 2024, inoltre, si diffonderanno maggiormente i Search generative experience con cui le informazioni vengono raccolte e riformulate per fornire risultati di ricerca più completi e specifici rispetto alle richieste dell’utente. Per questo il Reuters institute prevede che quest’anno aumenteranno le cause o le richieste di risarcimento delle case editrici e dei giornali per violazione del copyright. Il New York Times è stato il primo giornale a fare causa a OpenAI, accusando l’azienda di aver utilizzato milioni di suoi articoli per addestrare ChatGPT. Alcune ricerche preliminari del Reuters institute indicano che alla fine del 2023 circa la metà dei principali editori ha vietato alle piattaforme di intelligenza artificiale di accedere ai propri contenuti.
Nuovi contenuti
I social media portano sempre meno utenti sui siti d’informazione: nel 2023 il traffico da Facebook è calato del 48%, quello da X (ex Twitter) del 27%. Per questo molti giornali stanno sperimentando nuovi modi per raggiungere direttamente le lettrici e i lettori con i propri contenuti. Un esempio sono i canali broadcast di Whatsapp o di Instagram: chi è proprietario del canale può inviare messaggi e link alle persone iscritte che però non possono rispondere o commentare.
Molti editori hanno deciso di dedicare più risorse alla creazione di contenuti video, sfruttando la crescita di piattaforme video come TikTok e YouTube, spesso utilizzati dai giovani come fonte principale di informazione. Anche i podcast sono strumenti sempre più importanti per diffondere le notizie: quelli del settimanale inglese The Economist, ad esempio, sono creati da un gruppo di 30 persone, circa il 10% delle persone della redazione.
Per ridurre la news fatigue, la stanchezza percepita da chi legge a causa dell’abbondanza di informazioni, i giornali si concentreranno soprattutto su articoli di approfondimento. Particolare attenzione dovrà essere posta alle notizie sul cambiamento climatico che, secondo il Reuters institute, dovrebbero raccontare anche le soluzioni già esistenti.
Le forme di ricavo
Nell’ultimo anno le copie cartacee vendute sono calate ulteriormente, mentre restano stabili i ricavi dagli abbonamenti. Per poter attrarre un pubblico più ampio i giornali hanno iniziato e continueranno a diversificare i contenuti riservati agli abbonati, includendo podcast, newsletter e giochi. Alcuni giornali hanno personalizzato le proprie offerte, ad esempio scontando il prezzo degli abbonamenti per i più giovani. Altri hanno creato pacchetti di abbonamenti che consentono l’accesso a un numero limitato di contenuti: il Financial Times, ad esempio, permette di leggere otto articoli al giorno per 4,99 sterline al mese.