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Come costruire un futuro sostenibile: le raccomandazioni di Guterres

Ridurre il divario digitale, regolare la diffusione della disinformazione online e ripensare a un nuovo multilateralismo sono alcune delle proposte contenute nei policy brief pubblicati in vista del Summit sul futuro. 

mercoledì 6 settembre 2023
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Proseguono le pubblicazioni dei policy brief realizzati dal segretario generale delle Nazioni unite, António Guterres, in vista del Summit del futuro del 2024. Questo articolo riassume i contenuti di cinque policy brief, dedicati alla tecnologia e al digitale, alla governance dello spazio, all’informazione online, al multilateralismo e ai sistemi educativi.

Le trasformazioni digitali

Un Global digital compact per stabilire principi, obiettivi e azioni per un futuro digitale accessibile e volto allo sviluppo umano: è la proposta contenuta nel quinto policy brief realizzato da Guterres e intitolato “A global digital compact – an open, free and secure digital future for all”.

L’innovazione tecnologica e digitale può favorire la realizzazione dell’Agenda 2030 e di un futuro sostenibile, ma a oggi sono ancora presenti significativi divari territoriali, di genere, reddito ed età nell’accesso a internet o ai dispositivi tecnologici. Anche le competenze digitali sono ancora poco diffuse tra la popolazione. L’innovazione tecnologica è spesso trainata da attori privati e gli Stati si trovano in difficoltà a regolamentarla. Guterres evidenzia tre azioni prioritarie da intraprendere: ridurre il divario digitale, rendere lo spazio online e virtuale aperto e sicuro per tutte le persone e regolamentare l’intelligenza artificiale affinché sia volta allo sviluppo e al progresso dell’umanità.

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La governance dello spazio

Grazie allo sviluppo tecnologico e agli investimenti privati, il numero di satelliti lanciati nello spazio è in continuo aumento. Negli ultimi anni si è rinnovato l’interesse anche per le esplorazioni dello spazio profondo. Nel settimo policy brief, intitolato “For all humanity – the future of outer space governance” il segretario generale sottolinea la mancanza di coordinazione e comunicazione tra i diversi attori e la conseguente difficoltà di gestire eventuali rischi che potrebbero verificarsi, come lo scontro tra due satelliti.

Altri punti di attenzione riguardano l’assenza di un meccanismo internazionale dedicato alla rimozione dei detriti spaziali e di un accordo per l’esplorazione e l’utilizzo di risorse spaziali. Preoccupano anche un’eventuale militarizzazione e l’estensione dei conflitti nello spazio.

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Una corretta informazione

Le stesse piattaforme che possono garantire confronto e partecipazione democratica, possono diventare un canale di disinformazione, definita come la diffusione di informazioni errate con lo scopo di creare danni, di cattiva informazione, ovvero la condivisione inconsapevole di notizie false, o di incitamento all’odio, una forma di linguaggio discriminatorio verso un determinato gruppo di persone.

La questione è delicata. In alcuni casi la regolamentazione delle informazioni che circolano in rete è utilizzata dai governi come pretesto per controllare e censurare i contenuti di opposizione. L’ottavo policy brief, intitolato “Information integrity on digital platform”, riflette su come contrastare la disinformazione  e l’incitamento all’odio, garantendo il diritto di espressione e di accesso all’informazione.

“La disinformazione si diffonde quando le persone vengono escluse e risultano inascoltate, quando devono far fronte agli impatti della disparità economica e si sentono politicamente disincantati” sottolinea il policy brief. Per questo motivo è necessario che gli Stati si concentrino sulle “sfide del mondo reale”.

Guterres propone, inoltre, lo sviluppo di un Codice di condotta delle Nazioni unite, basato sull’impegno per l’integrità delle informazioni, sul rispetto dei diritti umani, sul supporto dei media indipendenti, sulla trasparenza, sull’aumento delle competenze e della consapevolezza degli utenti, sul rafforzamento dell’accesso ai dati, su una risposta di ampia scala da parte degli Stati, sul disincentivo degli attuali modelli di business delle piattaforme digitali e sull’incremento della fiducia e della sicurezza.

Un nuovo multilateralismo

“La guerra è sempre una scelta: significa ricorrere alle armi e non al dialogo, alla coercizione e non alla negoziazione, all’imposizione al posto della persuasione. Ed è qui che si trova la nostra più grande possibilità, perché se la guerra è una scelta, anche la pace lo è. È tempo di impegnarsi nuovamente per la pace” scrive Guterres nell’introduzione del nono policy brief, intitolato “A new agenda for peace”.

Al fine di rilanciare il multilateralismo è necessario riconoscere il cambiamento nell’ordine globale, adattandosi a uno scenario mondiale più frammentato e alle numerose sfide che gli Stati devono affrontare, dalla crisi climatica all’aumento delle disuguaglianze, dai conflitti armati al declino della partecipazione civica. Nel nuovo multilateralismo, che dovrà essere basato su un rinnovato senso di fiducia, solidarietà e universalità e su una nuova agenda per la pace, le Nazioni unite continueranno a svolgere un ruolo centrale.

La riforma dei sistemi educativi

Ancora oggi milioni di bambine e bambini non hanno accesso a un’istruzione di base e in alcuni casi gli stessi sistemi educativi rafforzano divari e stereotipi, ostacolando la realizzazione dell’Agenda 2030. Per questo motivo il decimo policy brief, intitolato “Transforming education”, è dedicato alla riforma dell’educazione.

In particolare, Guterres raccomanda agli Stati di ripensare l’istruzione sulla base di sei indicazioni: creare un sistema integrato per l’educazione e l’apprendimento permanente, proporre un’offerta formativa valida anche per il futuro, ripensare alla professione di insegnante come a una guida e un facilitatore nel processo di apprendimento, utilizzare gli strumenti e le risorse digitali per aumentare le competenze, investire maggiormente e in modo più equo ed efficiente nell’istruzione. Invita, inoltre, a riconoscere l’apprendimento permanente come un bene pubblico globale e a rafforzare la cooperazione internazionale per trasformare l’educazione.

 

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Fonte dell'immagine di copertina: ansa.it