Cambia l’approccio cinese verso l’Africa: ora investimenti piccoli e green
La nuova strategia cinese riduce l’impegno nella costruzione di infrastrutture per dedicarsi a estrazione mineraria ed energia rinnovabile. Al nono vertice Focac la Cina si propone come modello per i Paesi del Sud globale.
Nei prossimi tre anni la Cina fornirà 360 miliardi di yuan (circa 50 miliardi di dollari statunitensi) come supporto finanziario ai Paesi africani. È questo l’impegno dichiarato dal presidente cinese Xi Jinping nel suo discorso di apertura al nono vertice Forum sulla cooperazione sino-africana (Focac) che si è svolto a Pechino tra il 4 e il 6 settembre 2024, riunendo delegati da oltre 50 Paesi africani. Istituito nel 2000, il Forum si svolge ogni tre anni con l’obiettivo di rafforzare le relazioni tra la Cina e i Paesi africani.
Il vertice di quest’anno segna una svolta nella politica di Pechino verso il continente africano, con il ritorno a un impegno finanziario più sostenuto. Il rallentamento della crescita economica cinese causato dalla pandemia e l’indebitamento di alcuni Paesi africani avevano portato la Cina a ridimensionare i propri investimenti nel continente: al vertice Focac del 2021 la Cina aveva promesso 40 miliardi di investimenti, lontano dai 60 miliardi del 2018 e del 2015. Gli investimenti torneranno quindi a crescere, ma saranno diretti a progetti a bassa intensità di capitale, in particolare nel settore agricolo e manufatturiero. I progetti infrastrutturali, per anni al centro degli investimenti cinesi nel continente africano, continueranno ad essere finanziati, anche se in misura minore. In particolare, la Cina sembra intenzionata a voler sostenere la realizzazione di infrastrutture che abbiano un ritorno per la propria economia e che garantiscano il trasporto dei beni e delle materie prime. Ne è un esempio il progetto di ammodernamento della ferrovia che collega le miniere di rame dello Zambia con il porto principale della Tanzania, utile anche per le rotte commerciali con la Cina.
Anche i settori fondamentali per la transizione energetica, come l’estrazione mineraria e lo sviluppo di energie rinnovabili, saranno al centro degli investimenti cinesi in Africa. Come annunciato dal presidente Xi Jinping, la Cina è pronta a lanciare 30 progetti di energia pulita e a collaborare con i Paesi africani per lo sviluppo di tecnologia nucleare a uso pacifico.
Questo cambiamento riflette la nuova strategia cinese “piccolo, ma bello” (小而美项目 xiǎo ér měi xiàngmù) che prevede investimenti green e ridotti in termini di dimensione e di rischio. Preoccupa in particolare il debito di alcuni Paesi africani nei confronti della Cina: come riporta Reuters, alla fine del 2022 gli Stati africani avevano un debito di 80 miliardi di dollari con la Cina, di cui il 50% era dell’Angola, dell’Etiopia, del Kenya, della Zambia e della Nigeria.
Una Belt and road di progetti “piccoli ma belli” per adeguarsi alla nuova Cina
Il gigantesco piano di investimenti infrastrutturali internazionali entra in nuova fase, tra digitalizzazione, progetti green e Paesi in debito. Unione europea, Stati Uniti e India propongono alternative. Il disimpegno dell’Italia.
Il Forum non è solo un’occasione per rafforzare le relazioni economiche, ma anche per rilanciare il ruolo internazionale della Cina come leader e modello per i Paesi del Sud globale. Lo stesso presidente Xi Jinping nel suo discorso ha proposto di elevare tutte le relazioni tra la Cina e i Paesi africani al livello di una “comunità con un futuro condiviso in un nuova era”. La Cina, in particolare, si propone come un’alternativa agli Stati Uniti e al modello di sviluppo occidentale. “La modernizzazione è un diritto inalienabile per tutti i Paesi. Ma l’approccio occidentale ha causato enormi sofferenze ai Paesi in via di sviluppo” ha dichiarato il presidente Xi Jinping. Si rafforzerà, inoltre, la collaborazione in materia di difesa e sicurezza, attraverso la formazione di personale militare e di polizia e la condivisione delle esperienze di governance cinese con i Paesi africani.
Copertina: Ansa