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Imprese e certificazione di genere: Lombardia in pole

Grazie a un bando da 10 milioni di euro la Regione si pone all’avanguardia con oltre 300 aziende. Per il Pnrr il target da raggiungere è di 800.

di Annamaria Vicini

La parità di genere si fa strada tra le imprese lombarde: sono infatti oltre 300 le aziende che hanno aderito al bando di Regione Lombardia per ottenere la certificazione inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e disciplinata dalla legge 162 del 2021 e dalla successiva prassi di riferimento Uni PdR 125 del 2022.

Il dato è emerso nel corso di un convegno svoltosi di recente a conclusione di un percorso di 11 appuntamenti formativi realizzato in collaborazione tra l’ente pubblico e Unioncamere.

Interessante notare che il 17% delle aziende coinvolte appartiene al gruppo delle microimprese, realtà quindi con meno di 10 dipendenti. Il numero delle aziende che usufruiscono del contributo regionale, 10 milioni di cui circa tre quelli finora utilizzati, potrebbe tuttavia ulteriormente aumentare: il bando infatti resterà attivo fino a dicembre 2024.

Ma perché un’impresa dovrebbe sobbarcarsi l’onere di un percorso che, come già spiegato in un articolo precedente, non si presenta né facile né immediato?

Le motivazioni sono diverse e vanno dalla possibilità di ottenere sgravi fiscali e punteggi migliori nei bandi pubblici a una maggiore attrattività per investimenti esteri, a una migliore brand reputation spendibile sul mercato, oltre che a una appetibilità per i talenti che oggi preferiscono emigrare perché non trovano in Italia un’occupazione soddisfacente. È noto infatti che uno dei problemi principali che le aziende si trovano oggi ad affrontare è il difficile reperimento di candidati con competenze adeguate a ricoprire i posti vacanti, così come sta diventando sempre più evidente che chi cerca lavoro non punta solo a una soddisfazione di tipo economico ma anche a una realizzazione personale. Se una volta il problema era la conciliazione tra lavoro e vita privata (work life balance), oggi questo è stato superato dall’integrazione tra i due aspetti (work life integration), non quindi un equilibrismo precario e sofferto tra due mondi inconciliabili quanto piuttosto una convivenza armoniosa tra essi.

Significativo è a questo proposito il fatto che, come segnalato da Michela Ambrosoni responsabile Hr di Eusider group, siano aumentate le richieste di congedi parentali da parte dei padri in buona parte lavoratori di origine straniera.

Un altro dato interessante, segnalato sia dalla stessa Ambrosoni che da Daniele Guerzoni amministratore unico dell’omonima azienda bergamasca è che, pur non potendo vantare una presenza femminile rilevante in produzione trattandosi di aziende di settori a prevalenza maschile quali il siderurgico e il metalmeccanico, tuttavia entrambe hanno una presenza significativa di donne in ruoli apicali.

Con questi risultati (scendendo più nel dettaglio i territori più vivaci sono Milano, con 139 domande, Brescia con 54 e Bergamo con 40, mentre per l’appartenenza settoriale la maggior parte delle imprese è nei servizi ma ci sono anche molte industriali e alcune nel settore delle costruzioni), la Lombardia si pone in pole position rispetto alle altre regioni italiane.

Di qui la denuncia della consigliera di parità Anna Maria Gandolfi, che ha voluto sottolineare come da una decina di anni i fondi statali per questo ruolo siano stati tagliati e come questo crei quindi disparità tra Regioni più o meno ricche.

“La nostra regione” ha rivendicato con una punta di orgoglio l’assessora all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Simona Tironi “è stata la prima in Italia ad attivare la certificazione della parità di genere. Crediamo infatti che questo provvedimento possa migliorare concretamente le condizioni di lavoro delle donne, riducendo il divario retributivo di genere, aumentando le opportunità di crescita professionale nelle aziende e agevolando la conciliazione tra lavoro e famiglia. E la risposta che stiamo avendo in termini di adesione da parte delle imprese è un segnale incoraggiante che va nella direzione che abbiamo auspicato”.

Un successo sottolineato anche dal presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio:“Durante questi mesi attraverso i vari eventi sul territorio lombardo grazie al supporto di Regione Lombardia e del Sistema camerale abbiamo raggiunto 800 imprese, portando avanti un’attività di formazione e divulgazione dei vantaggi della certificazione su tutto il territorio provinciale, si tratta di un risultato molto proficuo se si pensa al numero di aziende certificate lo scorso anno”. E in effetti il numero è praticamente triplicato, considerando che nel 2022 erano 129.

Da ricordare che per l’attuazione del Pnrr in tutta Italia occorre che le aziende certificate entro il 2026 siano almeno 800, di cui 450 micro-imprese.

Immagine di copertina pubblicata per gentile concessione di Unioncamere Lombardia. 

martedì 3 ottobre 2023